Franco Cardini “Gaza – Nulla sarà più come prima”
Di Franco Cardini apprezziamo, da sempre, molte cose: le sue capacità di storico, in grado di andare ben oltre la sua specializzazione di medioevalistica; la sua capacità divulgativa e la sua prosa fluida ed accattivante, la sua erudita, colta curiosità che lo ha portato a occuparsi, nelle sue narrazioni, degli argomenti più disparati, tra cui persino la cucina; il non aver mai rinnegato un suo giovanile passato come militante e dirigente del MSI e poi la sua adesione, complice un incontro a Firenze organizzato dal cattolico Attilio Mordini, alla Jeune Europe di Jean Thiriart, uno dei pensatori più originali e interessanti tra gli anni ’60 e ’80, ideologo di una Europa liberata dalla duplice servitù imposta dagli USA e dall’URSS.
Ma di Cardini ammiriamo anche l‘impegno civile e intellettuale e soprattutto la sua capacità d’indignazione contro le ingiustizie politiche, sociali ed economiche, sentimento, quello della vera indignazione, sempre più raro in un mondo dominato dal conformismo, dal moderatismo e dall’ipocrisia.
Un genocidio a lenta corsa
Per questo abbiamo apprezzato – e molto, lo vogliamo sottolineare – un suo libro che, datato solo pochi mesi fa, è estremamente attuale. L’oggetto, principalmente, ma non solo, è il massacro (possiamo chiamarlo un “genocidio a lenta corsa”?) in atto a Gaza. E la peggiorata sequela degli eventi ci indica che non è più solo in corso in quella martoriata striscia di terra.
Il titolo del libro: Gaza. Nulla sarà più come prima, per i tipi de il Cerchio iniziative editoriali. Un testo meritorio. Un libro sanamente schierato, chiaro, coraggioso nelle sue affermazioni e anche nulle sue condanne.
C’è un popolo oppresso e c’è un oppressore. C’è una aggressiva, feroce, esibita superiorità tecnologica militare, finanziaria, mediatica, di intelligence, impiegata senza scrupolo etico alcuno, di una parte, caricata di un odio biblico, che attua vendette collettive di dimensioni apocalittiche, nel silenzio generale di chi è aduso all’indignazione a comando per ogni presunta violazione di altrettanto presunti “diritti civili”, e sotto la protezione di quel paese dell’altrettanto biblico “destino manifesto”, che ammanta sempre le sue politiche imperialistiche di calvinistica moralità.
Non è possibile tacere
Lo scopo del libro è esposto con nettezza nella nota introduttiva dall’editore Adolfo Morganti: “abbiamo ritenuto impossibile tacere, assieme alle migliaia di persone di ogni nazionalità che da mesi levano la propria voce chiedendo la cessazione dei bombardamenti terroristici sulla popolazione civile gazawi, la fine delle violenze sui palestinesi cristiani e musulmani di Cisgiordania, la cessazione delle pratiche discriminatorie contro le minoranze islamiche e cristiane (di ogni tradizione) dilaganti dentro la stessa Città Santa di Gerusalemme.”
E, anche sulla scorta di una accorata denuncia del Governatore Generale dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro, S.E. l’Ambasciatore Leonardo Visconte di Modrone, Adolfo Morganti ci ricorda come: “le strategie per raggiungere la distruzione della presenza cristiana a Gaza e in Cisgiordania, siano da decenni costantemente supportate da continui finanziamenti da parte degli Stati Uniti d’America”.
Da parte di chi scrive si vuole ricordare la distruzione, sotto le bombe sioniste, delle tre chiese esistenti a Gaza, quella cattolica, quella ortodossa e quella protestante. E giunge ora la notizia che nei bombardamenti terroristici contro il Libano sono state colpite anche una chiesa cattolico-maronita e una ortodossa. Vogliamo anche ricordare che il tanto esecrato Hezbollah, definito “terrorista”, in Siria ha combattuto e sconfitto i terroristi dell’Isis e difeso i villaggi, le chiese, i monasteri e le comunità cristiane?
Quale destino?
Il testo di Cardini ricorda, assai opportunamente da un punto di vista storico, che: “A monte dell’attuale situazione c’è la terribile ingiustizia che da troppo tempo si sta commettendo ai danni del popolo palestinese” e il riferimento è anche all’attacco di Hamas del 7 ottobre. Allo stato delle cose, la visione dell’Autore prospetta la possibile tragedia per questo popolo: “L’unica prospettiva plausibile che si apre dinanzi ai palestinesi è un destino di “riserve” come quelle dei Native Americans negli USA. Altrimenti restano le strade delle ulteriori stragi (fino a una “soluzione finale” del problema palestinese?) o dell’emigrazione con relativi insediamenti in “campi di raccolta”.
L’importanza del coraggioso libro di Cardini è da sottolineare anche alla luce della cappa di conformismo che grava sui tragici eventi del Medio Oriente. Così commenta: “quasi tutti i nostri politici e i nostri media hanno mostrare di accettare ufficialmente l’aberrante tesi del governo israeliano, cioè che per eliminare Hamas, o almeno la sua dirigenza, si possa impunemente spianare a zero una città intera con i suoi abitanti. Se Parigi valeva una messa, Hamas val bene una strage di civili”.
I veti USA al cessate il fuoco
Riguardo all’appoggio incondizionato (nonostante alcuni distinguo tattico-propagandistici) degli USA a favore della cosiddetta “unica democrazia del Medio-Oriente”, Cardini ricorda il vergognoso veto degli Stati Uniti all’ONU contro la proposta del suo Segretario, Guterres, per un cessate il fuoco a Gaza. Riporta anche – pochissimi media l’hanno fatto – la reazione del pur debole e moderatissimo presidente palestinese Abu Mazen, che ha definito il veto: “Aggressivo, immorale e una palese violazione di tutti i valori e i principi umanitari. […] Gli USA sono responsabili dello spargimento di sangue di bambini, donne e anziani palestinesi a Gaza per mano dell’occupazione.” E ci dà conto anche del commento dell’ambasciatore russo, altrettanto censurato dai media mainstream: “Gli Stati Uniti hanno letteralmente firmato davanti ai nostri occhi una condanna a morte per migliaia, se non decine di migliaia, di civili in Palestina e Israele.”
La strage a Gaza continua. Non solo: Israele ormai aggredisce indiscriminatamente, contro ogni diritto internazionale, anche altri paesi vicini: Libano, Siria, Iraq, Iran, mentre non cessa il terrorismo dei coloni e l’oppressione militare contro i palestinesi in Cisgiordania. E’ di questi giorni il bombardamento delle basi Unifil nel sud del Libano che persino l’ultra-occidentalista Ministro della Difesa Crosetto ha definito “crimine di guerra”.
Un libro “pericoloso”
La “pericolosità” di questo libro, che denuncia fatti incontestabili e vuole squarciare il velo del sistema che tenta di occultare la verità, è dimostrata anche dal silenzio che il sistema cerca di imporre sul testo e sul suo Autore.
Denuncia infatti l’editore de il Cerchio e Presidente dell’associazione Identità Europea, Adolfo Morganti: “avete forse seguito in questi ultimi giorni l’alzarsi del livello della censura occidentale anche nei confronti del nostro Fondatore, Franco Cardini. In ogni caso, accanto al blocco di articoli nei suoi blog, dobbiamo fare i conti con un inedito boicottaggio che ha colpito duramente il suo libro Gaza. Nulla sarà più come prima, edito nei nostri Saggi di Domus Europa a giugno, di fatto ancora largamente tenuto fuori da quasi tutte le librerie italiane nonché mimetizzato in modo volutamente irriconoscibile nei maggiori siti di vendita per corrispondenza. Nel contempo questo boicottaggio ha coscientemente cercato di affondare l’editore, causandogli un danno di alcune decine di migliaia di euro.”Un motivo in più per acquistarlo e diffonderlo.
Ecco, questo libro non ha soltanto una indispensabile valenza informativa, viste le continue menzogne filo-sioniste e anti-palestinesi dispensate a piene mani dal mainstream dei media. Ha anche una valenza etica: deve indurci a una doverosa, ferma, attiva e sentita indignazione. Ci ammonisce san Tommaso d’Acquino: “Chi non è arrabbiato quando c’è una giusta causa per arrabbiarsi è immorale. Perché? Perché l’ira guarda al bene della giustizia. E se riesci a vivere in mezzo all’ingiustizia senza rabbia, tu sei immorale e ingiusto”.
Antonio de Felip
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