Fortunatamente, a volte ritornano – Roma è diventata, ultimamente, tristemente famosa per l’invasione di topi ed animali selvatici.
Abbiamo branchi di cinghiali che spadroneggiano per la città, nutrie che passeggiano tranquillamente per il centro storico, Volpi che cercano cibo nelle nostre periferie, nel quartiere Prati ci sono più topi che cittadini, ma abbiamo avuto anche avvistamenti di pitoni ed addirittura di un lama.
Questo ha scatenato la preoccupazione dei romani, ma anche l’ilarità degli Italiani.
Tantissimi meme sono stati creati con questi animali come protagonisti, anche a scopo politico per prendere in giro l’attuale sindaco di Roma Gualtieri ed il suo predecessore Virginia Raggi.
Eppure, non tutti gli avvistamenti vengono per nuocere, di fatti, proprio in questi giorni, due avvistamenti di animali hanno fatto sorridere gli amanti della natura.
Il fiume più inquinato d’Italia
Il primo e più importante avvistamento è avvenuto alcuni giorni fa nei pressi del fiume Tevere ed è un avvistamento straordinario. Il Tevere, come molti di voi saprete, è il secondo fiume più grande d’Italia dopo il Po ma è anche uno dei più inquinati d’Italia.
Le ultime analisi effettuate sulle sue acque hanno evidenziato la presenta di alti valori di ammoniaca ed escheria coli, noto batterio fecale.
Nel 79,8% dei campioni prelevati, l’escheria coli è sopra il limite che determina la balneazione dei corsi d’acqua.
In alcune circostanze è stata anche rilevata anche la presenza di glifosato. Si tratta del pesticida che era stato già trovato in occasione delle morie dei pesci.
“Un erbicida che l’AIRC, la fondazione per la ricerca sul cancro – viene ricordato nel report – classifica come probabile cancerogeno”.
Se poi aggiungiamo le tonnellate di rifiuti che romani e turisti lanciano nel Tevere ogni giorno creando in alcuni punti vere e proprie discariche abusive a cielo aperto, basta sporgersi sui lati di Ponte Milvio per rendersene conto, che, a causa delle piogge, finiscono nel fiume. Scarti alimentari, plastica e rifiuti di ogni genere uniti ad una scarsissima funzionalità degli impianti di depurazione in funzione a Roma (problema gravissimo di cui nessuno parla mai) rendono ormai “l’ex fiume biondo” un fiume morto.
Il ritorno del castoro
Eppure, qualcosa di meraviglioso è successo, seppure non si tratti del tratto romano ma di quello Aretino.
Il castoro, un animale che non veniva avvistato dal 1500 e che, a causa della massiccia caccia ai suoi danni per la sua carne e la sua pelliccia, era quasi arrivato sull’orlo dell’estinzione.
Ora, grazie a questi avvistamenti, che fanno seguito ad altri avvistamenti nel Friuli-Venezia Giulia ed in altri corsi fluviali in Italia, Tevere compreso, fanno ben sperare per un loro eventuale ripopolamento In Italia e nel centro Europa e chissà, un loro ritorno anche nella capitale italiana.
A Roma torna il granchio di fiume
Altro avvistamento di grande importanza, e questa volta proprio a Roma, è stato la scoperta di una colonia di granchi negli scavi dei fori imperiali. Si tratta di una numerosa colonia di Potamon Fluviatile, comunemente noti come granchi di fiume.
La scoperta è avvenuta grazie a un team di ricercatori dell’Università Roma 3 nell’area archeologica del Foro di Traiano. “Non si sa bene da quanto tempo siano qui. La testimonianza più antica riguardo la loro presenza nel Foro è quella del custode più anziano e risale a circa vent’anni fa”, dichiarava nel 2006 il responsabile dell’Ufficio Fori Imperiali della Soprintendenza del Comune di Roma.
La ricercatrice Francesca Schiavone, che ha svolto numerose ricerche circa i Potamon Fluviatile, afferma: “Nel Foro di Traiano questi granchi trovano una riproduzione del loro habitat naturale per via dell’acqua incanalata nei piccoli tunnel che portano alla Cloaca Maxima e per quella stagnante sulle superfici argillose. Forse sono arrivati a colonizzare questa zona del centro storico attraverso il Tevere o i canali delle fogne antiche. Certo se sono lì, significa che non sono animali troppo sensibili all’inquinamento, nonostante questa specie di crostacei popoli di norma le acque non inquinate dell’Italia centro meridionale”.
Lunghi fino a 7 cm
“I ricercatori di Roma 3 – aggiunge la Schiavone – che si occupano di loro dal 1997, ne hanno misurati alcuni larghi quasi 7 cm. Questo gigantismo potrebbe essere una caratteristica tipica delle popolazioni isolate che sviluppano determinate qualità di adattamento all’ambiente”. Continua poi dichiarando: “La colonia di granchi del Foro di Traiano scava canali e buche nel fango in cui rifugiarsi nelle ore di inattività e si nutre di detriti vegetali, invertebrati vari, nonché di rifiuti e qualsiasi leccornia arrivi con la pioggia. Con le chele possono afferrare di tutto”.
A oggi però non si è ancora a conoscenza del numero effettivo dei granchi di cui è composta la colonia che corre in qua e in là tra le rovine antiche. Sicuramente una buona notizia in un periodo in cui si parla solo di “invasioni indesiderate” ed inquinamento.
I Castori e i granchi, gli animali che non ti aspetti, ci strappano un sorriso e ci lasciano ben sperare per il futuro naturalistico del nostro paese.