Foibe: il dovere del ricordo. Intervista a Silvano Olmi – Comitato 10 febbraio – “Sicuramente in primis ridarebbe dignità al popolo italiano mettendolo in condizione di rivendicare i crimini di guerra che ha subito”. Con questo passo dell’ultimo articolo relativo alle Marocchinate, apriamo invece il discorso sulle Foibe con l’intervista a Silvano Olmi presidente del Comitato 10 febbraio.
Silvano oggi le Foibe sono sentite?
Si, più di quanto lo fossero prima, grazie all’importante lavoro delle associazioni degli esuli e del Comitato 10 febbraio che è un sodalizio nato dopo l’approvazione della Legge sul Ricordo. Ma si deve fare di più perché negazionisti, riduzionisti e giustificazionisti sono sempre in agguato.
Perché sono attuali e scomode le Foibe?
Sono scomode perché l’Italia ha perso la guerra.
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 fummo cobelligeranti ma non alleati degli anglo-americani e al tavolo della pace, nonostante l’impegno del rinato Regio Esercito, eravamo seduti dal lato degli sconfitti. Dopo la rottura con Mosca, il dittatore comunista jugoslavo Tito si schierò con i cosiddetti paesi “non allineati” e quindi per motivi di geopolitica e diplomazia la tragedia delle foibe e il dramma dell’esodo vennero messi in soffitta.
I liberatori migliorarono le condizioni di vita della popolazione italiana nel confine orientale?
Un esercito che si definisce liberatore, quando giunge in un territorio lo libera cacciando l’esercito avversario e la popolazione gode della pace ritrovata. Invece al confine orientale l’arrivo degli jugoslavi coincise con un periodo di terrore e di morte. Nelle foibe finirono tanti italiani, ma anche serbi, croati, montenegrini e sloveni anticomunisti.
Chi sono oggi i nemici della verità e di questa tematica?
Internet, TikTok, Facebook e la grande macchina della disinformazione di massa. Ci hanno raccontato che internet avrebbe portato maggiore libertà di espressione. Invece i Social Network sono una grande macchina di distrazione di massa. A questo si aggiunge l’indottrinamento martellante operato nelle scuole e sui media nazionali.
Cos’è il Comitato 10 febbraio e cosa rappresenta?
Un’associazione composta da esuli, anche di terza generazione, e di italiani che non hanno un vissuto famigliare legato alle vicende del confine orientale d’Italia e che si attivano gratuitamente per ricordare i 350.000 italiani che abitavano da millenni quelle terre ed i circa 20-25 mila infoibati.
Abbiamo un approccio molto storico sul piano del rispetto, ricerca e memoria storica. Quando vado a parlare nelle scuole dico ai ragazzi che quella che racconto è la mia verità, che è il frutto della ricerca storica effettuata in archivi pubblici e privati, ma li invito a informarsi, leggere, studiare e farsi una propria posizione sull’argomento. Come dice il mio amico Maurizio Federici, non si deve morire a collo storto.
Il futuro del Comitato e delle Foibe quale sarà?
Siamo in fortissimo rilancio. Nel 2023 gli iscritti si sono triplicati in confronto all’anno 2022 ed abbiamo un sito completamente rinnovato (www.10 febbraio.it) dove si può seguire tutto, dalla vita associativa all’organizzazione, passando per il tesseramento on line. Massima trasparenza.
In qualsiasi momento abbiamo il polso della situazione e sappiamo chi sono i nostri iscritti per evitare che dei non soci si accreditino come nostri rappresentanti sul territorio. Cerchiamo la collaborazione di tutte le associazioni degli esuli e le associazioni d’arma e operiamo in collaborazione con i Comuni, le Province e i Prefetti.
Il futuro del Comitato è quello di continuare sul solco tracciato, e quello delle Foibe di vedere incrementati gli sforzi e l’impegno per onorare e commemorare le vittime. Per questo lanceremo presto il progetto delle Panchine Tricolori, da posizionare nei luoghi pubblici per ricordare i Martiri delle foibe e gli Esuli che si sono particolarmente distinti nel mondo del lavoro, della cultura, dello spettacolo.
Eventi programmati?
Inoltre, il 23 febbraio a Verbania (VCO) terremo una manifestazione importante con la partecipazione di Egea Haffner; domenica 24 marzo, a Jesolo (Venezia), celebreremo il ventennale dell’approvazione della Legge che ha istituito il Giorno del Ricordo. Infine, il 4 e 5 ottobre si terrà la sesta edizione della manifestazione patriottica Una Rosa per Norma Cossetto, dedicata alla giovane martire istriana violentata e infoibata dai partigiani comunisti slavi nel 1943.
Queste le parole del presidente Silvano Olmi, che si aggiungono a quelle di Ciotti ed Alpozzi per ricordarci che non solo c’è chi non ha nessuna intenzione di dimenticare, ma anche di lasciare un monito per il futuro, perché agli italiani non tocchi mai più subire tragedie simili.
Non potevamo che concludere ricordando che tutto l’oblio a cui queste tre importanti tematiche fossero destinate, non era altro che il voler impedire agli italiani di conoscere la verità per poterli privare della propria sovranità iniziando col negargli di avere un passato da ricordare.
Una volta di più, tutto quello che sostiene il professor Casula sulla nostra sovranità va assolutamente approfondito.
Gianluca Cocco
Il 2diPicche lo puoi raggiungere
Attraverso la Community WhatsApp per commentare le notizie del giorno: Community WhatsApp
Unendoti al canale WhatsApp per non perdere neanche un articolo: Canale WhatsApp
Preferisci Telegram? Nessun problema: Canale Telegram