Fine della ipocrisia: FdI rinunci alla Fiamma

Fine della ipocrisia: FdI rinunci alla Fiamma
Fine della ipocrisia: FdI rinunci alla Fiamma

Lontani tanto dal servo encomio giustificazionista dei giornali allineati, pronti a minimizzare pur di perpetuare una ipocrisia grottesca che dura da anni, quanto dal patetico allarmismo di una ultra sinistra a corto di proposte,  idee, argomenti concreti  e costretta a rintanarsi astoricamente nella solita ossessione, non possiamo però rinunciare a una netta chiosa di quanto sta accadendo nel partito della premier (e prima ancora nelle fila di Alleanza Nazionale sgorgata già torbida, dalle acque di Fiuggi).

Il nodo gordiano

Il  vero nodo  gordiano  che carsicamente riemerge per poi venire accantonato, irrisolto,  come la polvere sotto il tappeto, non è tanto quello della ridicola (e vigliacca) maschera di facciata indossata dalla futura (ahimè … ) classe dirigente dei giovani di FDI, bensì la sostanza ideologica di un partito pavidamente neutro ed ambiguo, oscillante tra la folle  l’abiura integrale del passato e il codardo tentativo di accreditarsi come democraticamente potabile di fronte a una sinistra che ad ogni passo indietro, storico e politico, pretende sempre di più ulteriori assurde ed irricevibili conversioni sull’altare di un antifascismo anacronistico ed in mala fede.

I signorini di Gioventù Nazionale non sono un problema; la doppiezza della ricerca ostentata di una rispettabilità “pulita” (cinica anticamera degli ambiti salotti del potere e di sotto potere), abbinata a un grottesco e inconsistente uso di linguaggi, simbologie, tematiche “destrorse” (non ci sovviene altro aggettivo per definire simile inutile paccottaglia di fattura cinese), sono tutt’al più oggetto di analisi distaccata e indifferente.

Una, nessuna, centomila facce, tutte costruite, inconsistenti, prive di solido retroterra storico e politico e di adeguata formazione ideologica, non possono che essere derubricate, con una alzata di spalle, a ridicolo ed inutile orpello.

Appartenenza o estetismo?

Nostalgismi estetici formali e poco credibili ostentazioni pseudo-identitarie che nulla hanno a che vedere con ritualità, a volte sacre, altre contestualizzate, ma sempre comunque sincere e  legate ad una autentica appartenenza.

L’identità è una esigenza, per citare Marco Venturino degli Amici del Vento, ma non bisogna sprecarla ed abusarne.  Il vero e profondo significato di un idem sentire comunitario e  la continuità ideale sono altro e non possono essere mescolate con simili scimmiottamenti (peraltro vigliaccamente celati, alla pari degli atteggiamenti da leoni da tastiera che nell’anonimato della rete vengono ostentati, ma poi chiusi negli armadietti della ipocrisia democratica della c.d.  società benpensante, con ipocrita pochezza)

Non ci si scandalizza certo per un saluto con l’avanbraccio legionario (urca …. la ricostituzione del PNF), ma si chiede semplicemente che i Giorgia boys tornino alle loro campagne elettorali e commistioni con il palazzo nel quale sembrano mimetizzarsi perfettamente con stile  ondivago e borghesoide.

Estetica o sostanza?

Non servono i sieg heil e i Duce Duce davanti ad un artificioso falò del quale nemmeno conoscono probabilmente il significato ancestrale e la storia.

Il loro orizzonte è fieramente atlantista, occidentale, filoamericano, antirusso, pro Israele.

Si crogiolino (se riescono a non vergognarsi) nel sostegno ai neo amici/alleati; possono scegliere tra i massacratori ucraini di piazza Maiden, i “danni collaterali” dei 35.000 morti palestinesi regalati da Beniamino, con una delle 150 basi degli eroi del Cermis che occupano il suolo Nazionale, con i rivendicazionisti sloveni che pretendono Trieste  ecc…..

Lascino la Politica a quanti ci credono e  agiscono non per interesse ma per altri e alti principi, e soprattutto abbandonino l’uso abusivo e falso (rispettivamente FDI e GN) , della Fiamma e della Torcia Tricolore che evocano momenti di sincera militanza e idealità; a quanti , già da 30/40 anni avevano già maturato prospettive di avanguardia, provato a superare steccati e divisioni ideologiche in chiave moderna,  ripensato ad una nuova chiave di lettura del mondo post bellico, e contestualmente già abbandonato gesti ed ostentazioni fini a sé stesse per riservarli solo ai momenti veri di intimità e ricordo

Una volta per tutte occorre mettere i tasselli al loro posto e ristabilire equilibrio e autenticità in una Politica che non merita simili piccinerie e volgarità farisaiche.

Luca Armaroli

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