Almeno 10000 civili morti in Ucraina e un numero pari ma purtroppo in rapido aumento in Palestina sono solo una parte della dimensione della tragedia di questi mesi.
Ma nelle “crisi” non c’è solo chi perde (tanti) ma alcuni che guadagnano e non poco.
Certamente i morti ucraini, russi, palestinesi o israeliani non sono nei pensieri della finanza cosmopolita, infatti, il settore della “difesa” USA, dopo aver registrato un +7% nelle prime ore successive all’attacco di Hamas ad Israele ha spinto gli analisti finanziari a promuovere i titoli di General Dynamics e Raytheon.
Il quotidiano The Guardian riporta come gli analisti di Morgan Stanley e c ritengano la risposta militare di Israele come favorevole all’incremento degli utili delle due aziende favorita dalla richiesta di Biden (al Congresso USA) di 106 miliardi di dollari per aiuti militari ad Israele e all’Ucraina (includendo, ad onor del vero anche una parte “umanitaria” per i Palestinesi, bontà sua).
Lo stesso quotidiano riporta che Greg Hayes, presidente e direttore esecutivo di Raytheon, ha dichiarato al riguardo: “Penso che in tutto il portafoglio Raytheon vedrete un vantaggio da questo finanziamento… oltre a quello che pensiamo sarà dato da un aumento di spesa del Dipartimento di Difesa superiore al budget”.
Naturalmente il tutto è in linea con la “dichiarazione sui diritti umani” di ciascuna azienda e con l’esplicito sostegno alla Dichiarazione universale dei diritti umani e ai Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani.
L’ipocrisia è la stella polare di questo ventunesimo secolo
Alfredo Durantini