Ferragni: le donazioni arricchiscono solo chi le fa. – Vien da dire passata la festa gabbato lo santo ovvero passato il periodo festivo del Natale ove il buonismo si spreca, la beneficenza torna ad essere esclusiva solo di chi la fa con il piacere di farla, senza protagonismi e senza avere nulla in cambio.
Nei giorni precedenti il Santo Natale, abbiamo assistito alla solita maratona telethon di mamma Rai, per non parlare poi della schifosa (non mi sovviene altro termine) vicenda Balocco/Ferragni, seguita poi dallo scandalo delle uova pasquali.
Il sepolcro imbiancato Ferragni
Lungi da fare commenti sulla vicenda Ferragni, ma, mi son sembrate che le scuse della signora prima e la difesa del marito poi, siano state un doveroso calcolo opportunistico atto a salvare la loro immagine ed il loro portafoglio.
Prima le scuse di lei in abito monacale e con il volto rigato dalle lacrime, tirando in ballo un errore di comunicazione e poi la successiva presa di posizione a favore della moglie da parte di Fedez, affermando che l’errore c’è stato ma che loro, la “Italian Royal Family”, in periodo di pandemia han fatto tanta beneficenza creando un considerevole numero di posti letto per l’emergenza covid 19, mi richiamano solo disgusto e ribrezzo.
Non osate criticare
Il fondo del discorso di Fedez è che la beneficenza è una cosa da spiattellare in giro e da usare per vantarsi con gli amici e noi comuni mortali dobbiamo solo avere adorazione per la “coppia imperiale” che dal loro trono divino scende mischiandosi a noi gente comune facendoci dono delle loro briciole per opere di carità.
Quasi, quasi la frase S’ils n’ont plus de pain, qu’ils mangent de la briocheè tradizionalmente attribuita a Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena (ma sappiamo essere un falso della propaganda giacobina) fa sembrare, lei si, vera regina, una sprovveduta “monachella”, ovvero una giovane monaca di aspetto dimesso, come la signora Ferragni voleva apparire, mandando un chiaro messaggio ai suoi seguaci, nel suo video di scuse.
Il business della solidarietà
Ci sarebbe, molto, da meditare su tutte queste iniziative, se effettivamente vengono fatte con intento benefico o se sono solo un mero calcolo economico con un ritorno conveniente a livello di “pecunia” e di immagine principalmente per chi le mette in pratica.
La beneficenza è altra cosa, la vera beneficenza si fa con il cuore, in silenzio, ed ognuno secondo le proprie possibilità, e non si pubblicizza.
La vera assistenza si fa in silenzio, di solito solo uno o al massimo due soggetti sono a conoscenza dell’avvenuta beneficenza, il primo è chi la fa il secondo chi la riceve, sempre se il primo soggetto vuole uscire allo scoperto; ci sarebbe poi un terzo soggetto, non attore dell’azione: “il fisco”, se chi procede alla donazione opta per avere uno sgravio fiscale permesso a termini di legge.
Ignorarli per farli sparire
La cosa triste, purtroppo sono le centinaia di migliaia di persone che seguono e si appassionano a questi “personaggi “che fan sì che questi fenomeni si ingigantiscano e che sono pronte a credere a qualsiasi cosa rifilata dai loro beniamini, considerando questi personaggi come portatori di verità assolute.
La mancanza di veri punti di riferimento, di sani valori e di limpidi modelli da seguire sono il vero male della società odierna, dobbiamo vigilare e combattere per far sì che non siano queste persone, l’esempio e le idee che loro propinano, a rovinare le menti delle future generazioni.
Paolo Ornaghi
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