Fermare gli sbarchi per salvare vite umane – Il naufragio costato la vita a numerosi migranti mostra, ancora una volta, un dato incontrovertibile: per fermare le tragedie del mare, bisogna fermare gli sbarchi, non offrire chimere.
Quand’anche venissero finanziate ingenti operazioni di soccorso – a spese nostre – è impossibile coprire materialmente tutte le rotte utilizzate dagli scafisti; anzi, questi personaggi corrotti potrebbero addirittura non andare incontro ai soccorsi volontariamente, per timore di essere consegnati alla giustizia.
Di chi sono le colpe?
Non è quindi colpa dei sovranisti, dei nazionalisti, dei razzisti, dei fascisti se ancora oggi assistiamo alle morti in mare. Sul banco degli imputati devono esserci spediti tutti coloro che fomentano, o anche solo accettano, l’immigrazione clandestina.
Le belle parole, come “restiamo umani”, “nessuno è straniero”, “siamo cittadini del mondo”, a nulla servono se non a scaricarsi la coscienza, poiché l’immigrazione, checché se ne dica, non porta beneficio né agli italiani né agli stranieri.
Fermare le ONG
Ci si nasconde dietro “l’umanità” per celare il proprio egoismo ideologico, promotore di un progresso fine a sé stesso, la mescolanza forzata che ha l’unica conseguenza di distruggere le culture.
Si fa il gioco di imprenditori senza scrupoli e sindacalisti interessati, che vogliono il famoso “esercito industriale di riserva” – per citare quel Marx che la sinistra venera senza conoscere – alimentando così i conflitti sociali e comprando la forza lavoro al ribasso.
O ancora, si diventa complici di quelle trame di potere che vogliono i popoli svuotati delle loro identità e senso di appartenenza a una comunità ben definita, in modo che essi siano meglio controllati facendo leva sull’individualismo portato oltre la follia.
Non crediamo alle lacrime strumentali di chi ha colto la palla al balzo per attaccare l’idea di Patria e di Identità, ma ci sentiamo di definire queste persone per ciò che sono: traditori e assassini.