Femministe scatenate sui fatti di Palermo – Lo stupro di gruppo avvenuto a Palermo ci ha mostrato, forse una volta per tutte, che il neofemminismo non è la soluzione a questa piaga. Il fatto si inserisce infatti in un contesto molto più profondo e più grave, che il fanatismo di chi si colora i capelli e non si depila ignora volutamente.
Sette maiali (non possiamo definirli uomini) hanno spogliato e violentato una ragazza approfittando della sua momentanea fragilità, minacciandola di ulteriori violenze se avesse li avesse denunciati.
La speculazione continua delle femministe
Come sempre, chi lotta per i “diritti” delle donne si inventa il pericolo del patriarcato, della mascolinità tossica, mettiamoci pure un po’ di fascismo perché, si sa, il nero va su tutto.
Tutti gli uomini sono così, a detta loro, bisogna quindi distruggerne la virilità facendoli conciare come dei femminielli, con lo smalto e il corsetto. Generalizzano sul genere, proprio loro che invitano a non generalizzare sui migranti quando molti di loro commettono crimini.
Manca lo Stato, mancano gli Uomini
Un vero uomo invece avrebbe protetto questa ragazza e un vero Stato avrebbe già messo sottochiave i colpevoli. Perché le immagini parlano chiaro, non vi è nemmeno il beneficio del dubbio.
Accusare l’intero genere maschile, etero e bianco (come molte opinioniste femministe fanno) è discriminatorio, ignorante e stupido, perché volutamente si tace sul problema di cui gli Italiani si lamentano da decenni, ossia l’impunità dei delinquenti.
Doppiopesismo
La deterrenza non funziona più se non per i cittadini onesti. Si invoca l’ergastolo per chi non ha il POS o per chi stende un braccio, mentre gli stupratori vengono risparmiati. E le urla femministe si fanno più deboli quando lo stupratore è un immigrato, addirittura viene giustificato adducendo a culture diverse; scusa ridicola dal momento in cui in molti Paesi di provenienza degli immigrati lo stupro può essere punito con la morte.
Tornare sulla terra
Nessuna emergenza patriarcato maschilista, esiste invece l’emergenza della mala giustizia e del permissivismo buonista, contro il quale i progressisti nostrani non vogliono mettersi per non dover fare i conti con la propria ideologia delirante.
Lorenzo Gentile