FDI: finita la luna di miele con gli italiani? – Le elezioni amministrative svoltesi il 22/23 ottobre in Trentino-Alto Adige e a Foggia, hanno confermato la tendenza al calo che negli ultimi tempi caratterizza Fratelli d’Italia.
Confermato perché già a Treviso nel maggio scorso il partito di Giorgia Meloni era sceso da quasi il 30 % delle politiche del 25 settembre 2022, all’11%.
Precisamente a Foggia il calo è stato dal 18, 9 all’11,30, in Trentino dal 25,27 al 12% e a Terni dal 30 al 18 %.
In FDI ci sono o ci fanno?
Un dato che dovrebbe preoccupare i vertici di FdI che invece cantano vittoria perché confrontano i dati con quelli delle amministrative del 2018.
Orbene, va rilevato che dal 2018 sono passati 5 anni e che da tempo i dati vengono interpretati anche alla luce dell’azione di governo.
Normalmente ormai gli analisti utilizzano i dati come test sull’azione dell’esecutivo. Del resto, se si ritiene che le elezioni locali privilegino il voto alle persone, dovremmo dedurne che FdI ha scelto candidati sbagliati e non stimati dagli elettori, cosa probabile ma in realtà, va considerato che i comportamenti elettorali dei cittadini sono cambiati.
Luna di miele finita
Da un lato la gente da tempo va a votare sempre in minor numero e la sfiducia generale investe le persone come i partiti, quello che si percepisce è che siamo di fronte ad una classe politica screditata in quanto mediocre, dall’altro un tempo FdI poteva contare su un elettorato fedele, vale a dire quello degli ex missini sempre pronti a scegliere il simbolo della Fiamma.
Ormai però non è più così. L’elettorato fedele ha smesso di seguire il partito della Meloni nei suoi giri di valzer proZelenki, proBiden e adesso anche proNetanhiau.
Il bacino elettorale della Meloni è ormai fluttuante, come era per Forza Italia, pronto a cambiare ad ogni soffio di vento. Questo è il costo dello spostamento al Centro.
Il sovranismo in soffitta
Va poi ricordato che la gente aveva votato per FdI perché sperava in un cambiamento sostanziale, un cambiamento orientato al sovranismo, alla difesa dei confini, al blocco della immigrazione selvaggia, ad un atteggiamento più energico nei confronti dell’Unione Europea e della BCE, ad una maggiore indipendenza dai trattati economici e militari.
Così non è stato. Se un cambiamento c’è stato, quello è avvenuto proprio in Fratelli d’Italia che ha fatto e sta facendo il contrario di quanto promesso. La gente è più che delusa.
Basti considerare la politica economica e finanziaria dell’Esecutivo. Contro Christine Lagarde che si è divertita a mettere in difficoltà le famiglie italiane con il rialzo dei tassi di interesse e di conseguenza soprattutto dei mutui bancari, c’è stato solo qualche mugugno ma niente di sostanziale.
Il flop è stato totale
Mentre l’impegno del ministro Fitto per ottenere i prestiti del cosiddetto PNRR è stato vantato come un successo, mentre nella manovra di bilancio, molto confusa per i comunicati e i controcomunicati, si annunciano tagli alle pensioni e una stretta sull’età pensionabile, nulla viene fatto per rilanciare la domanda interna attraverso una adeguata politica dei prezzi.
Nulla viene fatto a favore dell’industria e dell’agricoltura. Nel settore industriale, sempre più sguarnito, l’ILVA di Taranto rimane nelle mani sciagurate dei privati. Nell’agricoltura negli ultimi decenni hanno chiuso circa 246.000 imprese, per un totale di quasi 1.000.000 di ettari.
L’urbanizzazione e l’abbandono delle campagne hanno fatto sì che terreni coltivabili siano oggi incolti.
Completamente inerte il governo che sembra ignorare il problema.
A questo si aggiungono le misure folli dell’Unione Europea con la PAC, la politica agroalimentare comune, per la quale dal 2023 al 2027 l’Italia dovrà sospendere la produzione di grano e mais.
Le zone scelte da Bruxelles saranno nientedimeno che la Pianura Padana e il Tavoliere delle Puglie. Il pretesto è la tutela della biodiversità e la sostenibilità delle colture locali. In realtà il danno per gli agricoltori sarà enorme e anche per il bilancio nazionale che dovrà farsi carico di acquisti costosi di prodotti discutibili.
Altro che governo dei patrioti
Ecco, dunque, come i conti tornano e perché FdI arretra elettoralmente. La parabola è cominciata e, nel tempo, diventerà sempre più veloce.
Nicola Cospito