Farina di grilli, manzo sintetico ed altre perle UE – Si moltiplicano le iniziative provenienti dall’Unione europea circa la progressiva introduzione sul mercato di cibi e restrizioni mascherate da rispetto per l’ambiente e la salute dei cittadini europei.
Alcoolici come sigarette
Ultima in ordine di tempo e precedente significativo è quello che si registra in Irlanda che ha avuto il via libera della Commissione europea per obbligare i produttori a inserire avvertenze sanitarie sulle etichette di vino, ma anche di birra e liquori vari.
Se anche la Coldiretti ne stigmatizza il pericolo insito per il made in Italy vuol dire che la cosa è seria data la notoria sottomissione dei nostri sindacati agricoli alla mangiatoia bassa degli “aiuti europei”.
Farina di grillo*
Se a ciò si aggiunge il recente semaforo verde a farine di grillo nella pasta e nella pizza e in tanti altri prodotti alimentari e la imminente introduzione, si pensa in primavera, di carne e latte prodotti in laboratorio capirete come ormai solo chi non vuol vedere o semplicemente non si informa sfodera l’arma tanto cara agli sciocchi ovvero il complottismo per confutare ciò che ormai è realtà.
Cosa ci insegna il Qatargate
Il Qatargate poi è la dimostrazione di come si possano orientare le scelte delle istituzioni europee in un senso o nell’altro, a favore di questa o quella lobby costituendo la prova provata di ciò che sapevano tutti da anni.
Attorno ai palazzi di Brouxelles alloggiano faccendieri e sedi di Corporation potentissime in grado di influenzare le scelte europee praticamente in ogni settore compreso il calcio. Ma l’aspetto sicuramente più subdolo e meno nascosto di tutta questo interesse alla nostra salute per meri fini di profitto ammantati di filantropismo, è costituito dall’utilizzo di metodi di terrorismo permanete di quasi tutta la stampa e media asserviti nello strumentalizzare il riscaldamento globale e le emissioni di Co2 in atmosfera.
Dal bollettino meteo al più sofisticato e radicalchic dei programmi televisivi in tema ambientale è un profluvio di dichiarazioni allarmanti sugli effetti catastrofici del cambiamento climatico pari solo se non superiore alla vulgata “covidiota” di questi ultimi due anni.
Il cambiamento climatico che pure è in atto ma per ragioni insite nel sistema produttivo capitalistico che gli ambientalisti alla Greta, ovvero i “gretini” di ogni estrazione sociale e politica, compresi gli imbrattatori bamboccioni di “Ultima Generazione”, si guardano bene dal contestare magari liberandosi dei suoi orpelli consumistici più deteriori attraverso una rivoluzione francescana e di coscienza quella sì vera e altamente simbolica.
Qualcuno dovrebbe farsi un esame di coscienza
Il cambiamento climatico nella sua versione funzionale ai media, dicevamo, è lo strumento delle classi dominanti per coprire i disastri ambientali da loro stessi perpetrati a danno dei popoli, come il dissesto idrogeologico, lo sfruttamento intensivo dei suoli, l’uso smodato di pesticidi e fertilizzanti chimici in agricoltura, la privatizzazione e sfruttamento delle risorse idriche e via dicendo.
Ma in tutto ciò la colpa è del cittadino che per sbaglio butta la buccia di banana nel contenitore della carta anziché in quello dell’umido, che esce con la sua utilitaria la mattina all’alba per andare a lavorare, che accende il camino in inverno per riscaldarsi, del contadino che si permette il lusso di bruciare sterpaglie nel suo terreno e così via.
Se lo dice Bill Gates
Ecco allora che dal terrorismo mediatico si passa al convincimento e all’influenzare le masse in senso progressista e fintamente moderno con un ecologismo resiliente che progressivamente sta facendo breccia nelle menti più labili e meno informate perché per loro se lo ha detto la Tv o un Bill Gates di turno sanno già tutto e sono avanti.
Proprio Bill Gates in un’intervista alla rivista “MIT Technology Review”, convinto che il tema delle emissioni di Co2 provenienti dal settore agricolo, in particolare (Udite! Udite!) dal bestiame, sia uno dei fronti più critici nella lotta al cambiamento climatico, affermava testualmente: “non penso che le 80 nazioni più povere al mondo mangeranno manzo sintetico, ma ritengo che tutti i Paesi ricchi dovrebbero passare a mangiarne”.
Arriva il manzo sintetico targato UE
Sul sito ufficiale della Commissione Europea è comparso un comunicato stampa (datato 6 dicembre 2022) dal titolo: “Green Deal: accordo su un regolamento per combattere la deforestazione e il degrado forestale mondiali causati dalla produzione e dal consumo dell’UE” e tra le altre cose leggiamo “una volta che entrerà in vigore, il regolamento imporrà alle imprese coinvolte di esercitare la dovuta diligenza se immettono sul mercato dell’UE o esportano da esso: olio di palma, bovini, soia, caffè, cacao, legno, gomma e prodotti derivati (come la carne di manzo, i mobili o il cioccolato). Le materie prime sono state scelte sulla base di una scrupolosa valutazione d’impatto, da cui è emerso che l’espansione agricola collegata alla loro produzione è la principale causa di deforestazione”
Avete capito? Capite l’operazione in atto? Che dite sbagliamo se capiamo tutt’altro ovvero, per dirne una, che potranno essere imposti dei limiti alla produzione di carne bovina a favore di quella sintetica? O alla produzione di latte vero per favorire quello prodotto in laboratorio? Sbaglio se dico che tutto ciò è antitetico alla biodiversità e alla dieta mediterranea? Che tutto ciò distrugge il legame col territorio e le nostre identità enogastronomiche a danno del Made in Italy?
A voi le conclusioni.
Michele Antonio Giliberti
- Farina di Grilli ne abbiamo scritto qui