Fabio Fazio a senso unico – Fabio Fabio Fazio utilizza ancora una volta il servizio pubblico per fare propaganda. Con la sua trasmissione Che tempo che fa, trasmessa da RAI3 in prima serata, propaga la spicciola demagogia postcomunista, a mezzo di un’informazione a senso unico che fa leva soltanto su menti plasmabili, farcite d’odio in busta e rancore a basso costo nei riguardi della loro stessa Nazione d’appartenenza.
I soliti soloni della sinistra
Da Giannini a Saviano, scendendo in slalom tra le volgarità di Luciana Littizzetto – cui si ride solo a comando della claque ormai – la Rai precipita al ruolo di vox “democratica” come giustamente rimarcato da molti utenti, per giunta costretti a pagare il canone per assistere a spettacoli di bassa lega, veicolata informazione, pura e semplice propaganda fine all’indottrinamento ideologico.
Non è più servizio pubblico
La Rai trasmette una serie di inguardabili quanto inascoltabili puntate di astio e odio apprezzato solo dalla categoria dei sinistroidi a tutti i costi e dei bastian contrari per natura, costringendo l’utente – che pur si rifiutasse di rovinarsi le serate davanti allo schermo televisivo – a subire un martellante quantitativo di spot pubblicitari da fare invidia alle Tv private.
Aboliamo il canone
Con che coraggio, Fazio & Co. e i telespettatori a loro affini si pongano quali moralisti detentori della verità unica e di parte è ancora da capire. La Rai – Radio Televisione Italiana – deve cessare immediatamente trasmissioni dannose per la salute politica, fisica e mentale, sostituendole con programmi super partes, che diano obbligatoriamente voce ad ogni sigla politica, piccola o grande che sia. Un vero servizio pubblico nazionale deve garantire informazione vera e verificata, gratuitamente. Il canone Rai va abolito, la pubblicità eliminata dai canali a gestione statale. A valle di tutto, la domanda è: in questo Paese ridotto all’ombra di sé stesso, o meglio, all’ombra di un Paese del terzo mondo, vale ancora il principio Vox pupuli, vox Dei?