Europei: la Serbia chiede sanzione per i cori di Croazia e Albania

Europei: la Serbia chiede sanzione per i cori di Croazia e Albania
Europei: la Serbia chiede sanzione per i cori di Croazia e Albania

Europei: la Serbia chiede sanzione per i cori di Croazia e Albania – “Uccidi il serbo!”, così cantano le tifoserie di Croazia e Albania agli europei e levano un solo coro al cielo: la questione balcanica – non è una novità – non è mai stata risolta e questi sono i risultati, prodromi di un’escalation che in quella fu la Jugoslavia di Tito può incendiarsi in un istante.

Polveriera balcanica

La questione non è da considerarsi meramente sportiva, è lampante.

Etnie e religioni differenti, obbligate a restare unite sotto falce e martello, hanno rotto gli indugi negli anni ’90 del secolo scorso ed era palese aspettarselo, ma nessuno è intervenuto nella questione, se non con ben altri intenti, quelli che possiamo ad oggi definire “democratici” – con tutto il peggior significato del termine – che i maggiori esportatori mondiali di giustizia e libertà hanno voluto imporre con l’Accordo di Dayton, Ohio nel novembre del 1995.

Il solito zampino USA

Del resto, gli USA non sono nuovi a lasciare le cose a metà, ovunque abbiano intrapreso operazioni di pace hanno sempre lasciato strascichi ben peggiori delle situazioni che avrebbero dovuto risolvere, tenendo presente che qualsiasi soluzione debba essere sempre e comunque a vantaggio americano.

La palla passa alla Uefa

La Serbia calcistica presenterà una richiesta di sanzioni alla Uefa ai danni delle squadre di Croazia e Albania, ma in ogni caso, qualsiasi decisione sarà presa la questione non sarà placata.

Che la Uefa – la UE? – lasci la questione irrisolta o penalizzi le antagoniste della Serbia, la scintilla è accesa.

A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca e in un clima da polveriera europea con la questione Ucraina aperta, l’innesco balcanico può allargare il conflitto in men che non si dica.

La volontà di trascinare l’Europa e il mondo in un terzo conflitto globale è assodata e qualsiasi ragione può essere un’ottima scusa per dare inizio agli War Games.

La simpatia serba per i cugini russi è nota: perché non usare gli Europei di calcio per seminare zizzania?

Odi mai sopiti

Il risentimento serbo per la questione kosovara non è si è mai placato, Belgrado rimane ferma sulla questione: quella terra ci appartiene. Far leva su questo presupposto potrebbe essere più semplice di quanto si creda, oltretutto tentativi palesi ci sono già stati: l’accanimento contro Novak Đoković ne sono una prova, come l’estromissione della Russia dalle competizioni sportive.

Se lo sport divide

Lo sport – a detta dei fan della democrazia – unisce, ma spiace contraddire l’assunto, perché mai come in questo secolo lo sport è un’arma che se usata con la dovuta astuzia può risultare letale.

Basta leggere qualsiasi articolo sulla questione, in cui le conclusioni del mainstream sono sempre le stesse: la Serbia e la Russia sono cattive, così come la Siria e la Palestina, almeno quella parte che non parla ebraico.

Cristian Borghetti

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