Europee e presidenziali USA. Svolta o crisi permanente? – Tre eventi elettorali segnano il 2024: le presidenziali in Russia e in America alle quali si aggiungono quelle relative al rinnovo del Parlamento europeo.
L’orizzonte politico vede il profilarsi di una sorta di congiunzione astrale preludio di una nuova possibile svolta.
Un anno per cambiare tutto
Sul declinare degli anni Dieci sembrava spirasse in Occidente un forte vento sovranista e identitario.
Interrotto prima dall’esito deludente delle europee del 2019 e poi dal Covid (Great Reset).
L’eventualità sembra riproporsi, ma occorre sempre fare i conti con l’imponderabilità dei fatti e la limitatezza dell’agire umano.
In Italia abbiamo già preso visione del rivernissage meloniano.
Da paladina dei diritti dei popoli, la nostra eroina è passata rapidamente a rango di zelante esecutrice dei protocolli euroglobalisti.
Sullo stesso solco deludentista si pone Salvini, che buttò alle ortiche la propria intransigenza ministeriale col delirio del Papete e dei pieni poteri.
Esistono perciò concreti motivi per fidarsi poco dei nostri rappresentanti.
Compito facile per Putin
Ritornando però all’argomento, in Russia i giochi sembrano fatti per Putin, che autocrate o meno, gode di un consenso ampio e patriottico.
E soprattutto, la propaganda occidentale non scalfisce le convinzioni dell’opinione pubblica russa malgrado i diversi canali per intercettarla.
Tutti i russi – opposizioni comprese – fanno quadrato sull’autorità di governo consapevoli che ogni concessione fatta all’Occidente sarebbe un danno incommensurabile per la propria Patria.
Navalny, dapprima russocentrico e xenofobo fino al midollo, ha poi ceduto alle lusinghe degli americani prestandosi alle loro manovre antiputiniane.
Negli USA è un’altra storia
La partita più grande si disputa proprio negli States.
Trump dopo le vicende e i tentativi di delegittimazione per opera dell’establishment, si ripropone più forte per un ritorno alla Casa Bianca. Ancora una volta calamita il consenso dalla sua parte e, salvo colpi di coda del sistema, dovrebbe spuntarla su Biden.
A quel punto verrebbe meno l’appoggio bellico americano in Ucraina.
In una recente intervista Trump promette per l’appunto di pacificare Russi e Ucraini in 24 ore. Dichiarazione un po’ iperbolica, ma che non incide sui buoni propositi del tycoon, decisamente orientati verso l’isolazionismo.
Vince l’alt right?
Molte idee di Trump s’identificano nel filone della cosiddetta alt right, ispiratrice della Rivolta di Capitol Hill (gennaio 2021) e vero argine negli USA contro la devastante ideologia woke.
Per invero incarna il rifiuto popolare al Deep State Globalista, ma gli fa difetto l’eccessivo sostegno ad Israele e al Sionismo.
Giacché se da un lato Trump vorrebbe districarsi dalle logiche del Nuovo Ordine Mondiale (Soros, Schwab, Bill Gates) dall’altro finirebbe per legarvisi mani e piedi essendo il mondo ebraico parte propulsiva di tale disegno.
In politica estera luci e ombre
Insospettisce da questo riguardo anche la sua avversione anticinese. Perché potrebbe sì avere il pregio di disancorare il legame tra Cina e Russia e riportare quest’ultima nell’orbita naturale europea. Ma, nel contempo, dilaterebbe l’asse geopolitico (Brics) in grado di tenere le briglie all’ unipolarismo occidentale.
Occorre prevedere bene gli sviluppi e le conseguenze di un tale proposito per comprendere l’auspicabilità o meno di una siffatta ipotesi.
Il nuovo parlamento europeo
Ma la vera sfida di sostanza avrà luogo alle europee, non fosse altro per l’incertezza dell’esito.
L’ascesa complessiva del fronte delle forze identitarie e conservatrici potrebbe mutare la geografia parlamentare di Strasburgo. Per anni la politica dell’UE vive nelle ambasce di uno schieramento di centrosinistra in piena combutta coi poteri tecnocratici e finanziari.
Alleanza velenosa rivelatasi di grande nocumento per la vita dei popoli europei, la cui pazienza comincia davvero a vacillare: come testimoniano gli agguerriti agricoltori in marcia contro Bruxelles.
Riusciranno le forze patriottiche a imporsi in parlamento?
I presupposti per una correzione di rotta esistono. Occorre però che cambi anche il clima culturale.
Finché i media mainstream faranno da mazzieri del potere non c’è verso di svoltarlo in direzione della “normalità “, per dirla alla Vannacci.
La narrativa sarà sempre inquinata e falsata da una chiave di lettura progressista e mondialista. Sicché anche a maggioranza acquisita, i fermi propositi di un Orban, dell’AFD o di una Le Pen in sede europea finirebbero per incagliarsi sotto l’arte manipolatoria di questi sciamani della decadenza.
È importante, anzi fondamentale, alzare gli steccati della fermezza, perché sono in palio sfide importanti e cruciali come la lotta all’invasione africana e islamica, l’identità e l’autosufficienza demografica dei popoli europei, la difesa della famiglia naturale.
Non permettere che anche tale congiuntura favorevole sfumi in un nulla di fatto.
Troppi i treni persi affinché’ l’Italia con l’ecumene europea possa rientrare nel solco della propria continuità spirituale, storica e biologica.
Mario Pucciarelli
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