Elly Schlein paladina dei diritti degli altri – “Le persone Lgbtq+ lavorano, vivono, devono poter accedere ai servizi ed esercitare i diritti di cittadinanza, diritti spesso insidiati nella sfera privata, pubblica e lavorativa”.
Sono queste le parole di Elly Schlein, candidata alla segreteria del Pd, in una diretta Instagram con Alessandro Zan, da sempre impegnato a tutela di tali diritti e autore del disegno di legge che porta il suo nome.
In diretta su Instagram
La donna manifesta costantemente sensibilità e vicinanza per le tematiche di genere ma specifica che ”diritti sociali e civili sono inscindibili”. “Chi fa benaltrismo – afferma – non li vuole. Né l’uno né l’altro”. Per questo
motivo “noi ci candidiamo a tenere insieme questi grandi temi e darci un’identità chiara. Veniamo da una sconfitta durissima, questa è una fase di ricostruzione dell’identità”.
Zan, nel corso del dialogo con la ex vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, ha detto di augurarsi una “leadership femminile e femminista” per il partito. Un endorsement molto gradito alla candidata al congresso: la Schlein ha sottolineato di aver condiviso con Zan “in questi anni, battaglie importanti”, a partire dalla lotta contro l’emergenza climatica; da qui, ora, la felicità di poter “affrontare questa sfida insieme”.
Una sconfitta durissima
Affermazione indubbiamente inconfutabile, visti i risultati elettorali di settembre.
Forse è per questo motivo che il Pd dovrebbe fare un bel mea culpa, preceduto da una lunga e profonda riflessione sulle battaglie che ha affrontato in questi ultimi anni, come appunto quella dell’ormai noto ddl Zan. Una lotta che la sinistra non intende assolutamente abbandonare.
Le tutele ci sono già
L’Italia è già dotata di un codice penale dove sono previste norme generali che puniscono i delitti contro la persona: contro la sua incolumità fisica, la sua reputazione, la sua dignità.
In questi ultimi anni, sono state introdotte nuove fattispecie di reato, come la diffusione di immagini di contenuto sessuale senza il consenso delle persone rappresentate; una fattispecie autonoma di lesioni quando determinano la deformazione dell’aspetto della persona; la costrizione o induzione al matrimonio; la violazione di provvedimenti a tutela delle persone offese.
A ciò si è aggiunto l’aggravamento di pene detentive, con l’aumento dei minimi e dei massimi edittali, già previste per i delitti di maltrattamenti familiari, stalking e violenza sessuale.
Previsioni e sanzioni dirette a tutti e che proteggono tutti, indipendentemente da genere, etnia, età, fede religiosa o orientamento sessuale della vittima o dell’aggressore.
DDL Zan: E i disabili?
Pare strano, per non dire surreale, che il ddl sopracitato non abbia preso in considerazione chi versa in condizioni di disabilità: dalla lotta contro le barriere architettoniche alla previsione di norme che garantiscano una vita dignitosa per disabili e caregiver.
O forse per questi pasionari arcobaleno è sufficiente aggiungere la parola “disabilità” all’art 604 bis cp “Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa” per risolvere queste problematiche?
E, a proposito delle lotta contro le “parole d’odio”, fulcro del celeberrimo ddl arcobaleno, perché la Schlein e Zan non si sono indignati per quelle pronunciate di recente da Fedez riguardo alle donne disabili?
Atteggiamento incoerente
Perché questi paladini dei diritti civili ma, attenzione, anche sociali, non puntano il dito contro uno Stato che ha abbandonato e tuttora abbandona persone afflitte da malattie che le costringono alla disabilità, arrivando a un punto di esasperazione tale da spingere verso il suicidio assistito? Chi lo ha scelto ha sempre lamentato il totale disinteresse delle istituzioni.
Per questo motivo, è davvero insolito che questo aspetto sia stato tralasciato dal ddl “degli ultimi e dei fragili”. Svista o ideologia apparentemente umana?
Ugualmente incoerente l’atteggiamento della sinistra che sostiene un ddl contro le parole d’odio, ma che nulla ha obiettato sull’abrogazione del delitto di ingiuria, ora semplice illecito civile.
Anche questa è stata una svista o è l’ennesima conferma che il ddl mira ad altro? L’Art. 4, intitolato “Pluralismo delle idee e libertà delle scelte” dispone che: “Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di
convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti”.
A costo di tutelare diritti che “rischiano di essere insidiati”, si finisce così per eludere il principio di determinatezza del precetto penale, vista la fumosità della condotta vietata, lasciando così piena discrezionalità al giudice nel decidere cosa sia lecito o illecito affermare.
Ma è anche vero che la Schlein non ha parlato di diritti che rischiano di “essere insidiati” ma di diritti Lgbtq+ che corrono questo rischio.
Il solito vizio del PD.
E’ stato proprio questo uno dei principali errori dei Democratici: fare figli e figliastri, parlando di diritti civili inscindibili da quelli sociali, trascurando però questi ultimi. Se il Pd avesse dimostrato lo stesso pathos arcobaleno per i diritti dei lavoratori e delle loro famiglie, per le morti bianche, per i rider licenziati una
volta morti o morti per il troppo lavoro, forse non starebbe a piangere sulle sue macerie.
Macerie che, a quanto pare, non tarderanno ad accumularsi, visto che la sinistra continua a macchiarsi di recidiva tra leadership di stampo femminista, diritti sociali visti come l’ultima ruota di un carro arcobaleno, la costante caccia ai ricordi nostalgici e la puntuale insistenza su proposte normative inutili.
Non per nulla, il Pd è diventato proprio questo: una forza politica inutile che rischia di diventare un lontano ricordo.