Elly Schlein, il nuovo che non c’è – Alla fine, il PD ce l’ha fatta: è riuscito a perdere anche contro sé stesso.
Si, perché i risultati dei gazebo, quelli delle votazioni aperte a tutti, hanno sovvertito quanto decretato dal voto dei circoli, riservati ai tesserati.
Elly Schelin ha prevalso su Bonaccini, vincitore con distacco al primo turno.
È come se gli elettori piddini avessero dato un solenne schiaffone all’apparato del partito.
Costante calo dell’affluenza alle primarie
Sul costante calo dell’affluenza a questo stanco rito delle primarie (dai 3 milioni e mezzo di Veltroni al milione e mezzo di Zingaretti fino al milione circa della Schlein, secondo fonti del Nazareno) i media hanno sorvolato, permettendo alla neosegretaria di cantare indebitamente vittoria anche su questo punto.
La sinistra ha sempre alimentato la sua propaganda con il tema del ruolo delle donne, ma su questo, da tempo, è costretta a rincorrere la destra.
La Schlein viene infatti dopo la Meloni, che il suo partito non solo lo guida ma lo ha fondato, così come la Camusso diresse un grande sindacato dopo che già lo aveva fatto la Polverini.
Nulla di nuovo nemmeno dal punto di vista sociologico, essendo la Schlein l’ennesima espressione di fighettismo radical chic, ben agganciata alle élites mondialiste (Prodi e Soros tra i suoi sostenitori, per andare sul sicuro), dal ricco conto in banca che da tanta sicurezza quando si deve parlare dei problemi dei ceti deboli.
Ultraeuropeista, manco a dirlo, e sostenitrice della folle misura del bando ai motori endotermici 2035, con buona pace dei tantissimi lavoratori che perderanno il lavoro.
Una tesserata della vigilia
La tessera del PD l’ha presa solo alla vigilia delle primarie ma non ha perso tempo per iscriversi al club dei custodi della guerra civile, quelli che vivono in un eterno 1945, pacifisti con il mitra sempre idealmente a tracolla.
E, dopo la rissa tra studenti a Firenze, si è immediatamente accodata, novità delle novità, al coro urlante dell’odio politico, appiattendosi sulla versione di parte dei fatti e chiedendo alla Meloni condanne che ancora nemmeno la magistratura può pronunciare.
Nel suo discorso di ringraziamento agli elettori (con sottofondo di Bella ciao, altra novità sensazionale) ha ribadito questo suo piglio partigianesco, con un lessico che rimanda agli anni di piombo.
Non ha imparato dalla lezione del 25 settembre che la carta dell’antifascismo è ormai logora e porta anche un po’ sfiga.
Per il resto, le solite manfrine veterofemministe sul presunto patriarcato cancro del mondo, ambientalismo ideologico e immigrazionismo d’antan. Insomma, Elly Schlein è una novità che puzza già di muffa. Come colore per la sua campagna delle primarie ha scelto il viola, il colore liturgico della Quaresima. Con queste premesse, dubitiamo che, per il PD, seguirà una Pasqua.