È lo spettacolo dell’indecenza

È lo spettacolo dell’indecenza. È l’assurdo che si fa pena.
È lo spettacolo dell’indecenza. È l’assurdo che si fa pena.

Che cosa dimostra l’Europa di fronte a sé stessa, prima di tutto, e di fronte agli attori internazionali, in mano alla futura – e oramai collaudata – classe dirigente?

Prendiamoci l’un l’altro seriamente. Davanti a questa burla indecente, incapace di suscitare il riso, ma solamente l’amara consapevolezza che il politico, inteso come professione, non è contemplato in questa epoca storica, emerge il dato evidente che il ruolo del politico è una maschera posticcia.

Una maschera difficile

Certo, è una maschera difficile da indossare, poiché seppur male indossata implica un impegno. Ma purtroppo resta ad oggi un contenitore vuoto che chiunque oramai ha la presunzione di riempire, senza scrupolo, e che invece implicherebbe un coinvolgimento emotivo da parte del suo titolare, poiché la politica è una nobile professione che, storicamente, richiama in sè la responsabilità di gestire consapevolmente una società umana, emarginando l’ipotesi di intraprendere l’impegno con leggerezza.

Questa classe dirigente europea che ci apprestiamo a sostenere con il nostro voto è una classe dirigente della quale bisognerebbe fare olocausto – termine da intendere nella sua accezione di eliminazione non fisica, bensì di espulsione dalla scena politica, ossia un atto di forza affinché vengano messi a riposo definitivamente e non possano più presenziare la scena politica.

La vera e sana risposta di fronte al marciume di queste europee sarebbe l’astensionismo elettorale, e i giovani dovrebbero farsi alfieri in prima linea, assumendoci noi la responsabilità Politica di ostacolare il nulla che avanza, per dire ‘No!’.

Chi rimpiazzerebbe il vuoto?

Ma naturalmente l’azione astensionista non risolverebbe il problema conseguente: il ricambio della classe dirigente europea in seguito all’allontanamento di quella precedente, screditata dall’assenza totale di votanti. Chi rimpiazzerebbe il vuoto – di fatto già esistente – che si creerebbe?

Tuttavia, non sarebbe nemmeno giusto da parte nostra, di europei, rinunciare al diritto di voto. Ma qualora dovessimo esercitare la pressione della matita sopra la scheda elettorale, a che cosa varrebbe il nostro voto di fronte al dramma di questa pletora di candidati politici? Con estrema amarezza devo dire che siamo di fronte al classico cane che si morde la coda, un cul-de-sac.

Una classe dirigente sgangherata

Eppure, sono convinto che, se l’Europa eliminasse questa sgangherata classe dirigente trasudante spot pubblicitari ridicoli e imbarazzanti, sintomo che costoro intendono la politica essenzialmente come un prodotto commerciale da proporre e vendere al consumatore, sarebbe potenzialmente un continente ancora capace di organizzare sé stesso in funzione di potenza politico-economica, intellettualmente vivace, determinante e vincolante.

Il mio parere personale vuole essere uno sfogo, più che un consiglio. Tuttavia, le ipotesi non si escludono pregiudizialmente, bensì ci sottopongono quesiti fondati che dovremmo far passare al vaglio della capacità di raziocinio di cui siamo dotati, almeno in qualità di detentori di una forza: il voto.

Riccardo Giovannetti

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