Draghi raccomanda Di Maio come Inviato Speciale UE – Da militante del meetup pentastellato a vicepresidente della Camera dei deputati, da capo politico del movimento 5 stelle a ministro degli esteri a escluso d’eccellenza alle ultime elezioni politiche.
Dallo scorso settembre Luigi Di Maio si è ritrovato da pasionario a 5 stelle che avrebbe dovuto aprire il parlamento come una scatoletta di tonno a un non ripescato.
Ma come nella leggenda dell’araba fenice a breve l’ex ministro degli esteri tornerà a ricoprire un ruolo istituzionale.
Nelle scorse settimane è circolata la notizia che vede l’ex grillino candidato alla carica di Inviato Speciale Ue per il Golfo Persico, con tanto di “benedizione” di Draghi.
Il Curriculum di Luigi Di Maio
Nato ad Avellino nel 1986, cresce a Pomigliano d’Arco (NA), luogo d’origine della famiglia.
Diplomatosi presso il liceo classico Vittorio Imbriani di Pomigliano d’Arco nel 2004, successivamente si iscrive all’Università degli Studi di Napoli Federico II, dapprima presso il corso di laurea in ingegneria informatica, dove nel 2004 fonda l’ASSI (Associazione Studentesca di Studenti in Ingegneria),e in seguito a un corso presso la allora facoltà di giurisprudenza. Nel 2006 apre il sito studentigiurisprudenza.it e, l’anno successivo, viene eletto presidente del Consiglio degli Studenti.
Non completerà gli studi universitari, dedicandosi al primo attivismo nel Movimento 5 Stelle e a varie altre attività: giornalista pubblicista dal 2007, ha lavorato per un breve periodo come webmaster per il quotidiano online La Provincia Online, per il quale ha anche scritto diversi articoli di cronaca sportiva, e in qualità di giornalista sportivo, per il periodico Il Punto.
Nel mentre ha svolto anche altri lavori, quali il tecnico informatico, l’assistente alla regia, l’agente di commercio, il cameriere, lo steward allo stadio San Paolo di Napoli e il manovale per l’azienda di famiglia.
Questo è il Curriculm Vitae dell’ex ministro degli esteri italiano.
Il Curriculum del ministro russo Lavrov
Un curriculum che sicuramente farebbe invidia a Sergej Viktorovič Lavrov, ministro degli esteri russo, laureato in relazioni internazionali presso l’Università Statale di Mosca per le Relazioni Internazionali nel 1972. Nello stesso anno fu Impiegato presso l’ambasciata sovietica in Sri Lanka come consigliere, poiché era già uno specialista del paese. In seguito nel 1976 ritornò a Mosca e lavorò nella sede principale del Ministero degli affari esteri del suo paese. Ha lavorato come terzo e secondo segretario nella Sezione per le relazioni economiche internazionali dell’URSS. Lì, è stato coinvolto nell’analisi e il suo ufficio ha anche lavorato con varie organizzazioni internazionali, comprese le Nazioni Unite.
Nel 1981 fu inviato come consigliere senior della missione sovietica presso le Nazioni Unite a New York. Nel 1988 Lavrov tornò a Mosca e fu nominato vice capo della sezione per le relazioni economiche internazionali dell’URSS. Tra il 1990 e il 1992 ha lavorato come Direttore dell’Organizzazione Internazionale del Ministero degli Esteri Sovietico. Nel 1994 fu nominato ambasciatore della Russia presso l’ONU. Fu poi eletto diverse volte come presidente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, precisamente nel dicembre 1995, nel gennaio 1997, nel luglio 1998, nell’ottobre 1999, nel dicembre 2000, nell’aprile 2002 e nel gennaio 2003.
Per poi ricoprire l’incarico di ministro degli esteri il 9 marzo 2004.
Una favola tutta italiana
Che dire, nessun confronto tra il ministro degli esteri di chi è stato considerato “un cane” dallo stesso Di Maio e quest’ultimo dalle mansioni tanto poliedriche quanto indubbiamente distanti dal ruolo di ministro degli esteri.
Ma questi sono solo dettagli classisti, contro l’inclusività e discriminatori secondo la mentalità del buonismo made in Italy.
Non per nulla sempre nella stessa Italia politicamente corretta è nato il celeberrimo “liceo senza voti”
Proprio come successo al liceo Liceo Morgagni di Roma. Sette anni fa nel liceo della capitale è partita una sperimentazione (oggi allargata a un’intera sezione) dove gli studenti vengono interrogati e fanno prove di verifica, ma non vengono valutati con un numero: i professori spiegano loro che cosa c’è da fare per migliorarsi e su quali aspetti sarebbe bene lavorare di più. Ci sono già due classi di diplomati col sistema super sperimentale.
Super sperimentale o ennesimo schiaffo a un valore costituzionalmente riconosciuto?
Corsi e ricorsi storici
Un ministro degli esteri indubbiamente specializzato nelle costanti giravolte e tutto questo in nome del valore dell’onestà tanto caro al Movimento 5 Stelle.
Sono lontani gli anni del Meetup di Pomigliano d’Arco dove si vedeva un giovane con e per il popolo con un solo obiettivo: unirsi alla lotta contro il sistema al motto “dell’uno vale uno”.
Valore sicuramente conforme alla totale assenza di merito nonché al cavallo di battaglia dei 5 stelle: il reddito di cittadinanza spesso e volentieri frutto di truffe e più volte degenerato in un vero e proprio parassitismo di stato.
Arrivismo e contraddizioni
Un amore a 5 stelle durato fino al 21 giugno 2022 quando Di Maio annuncia il suo addio al Movimento fondando un proprio partito. Partito di ispirazione dichiaratamente moderata, atlantista ed europeista, denominato “Insieme per il futuro”. Il 22 ottobre 2022, con l’insediamento del governo Meloni, termina il suo mandato come ministro degli esteri; nello stesso giorno ha annunciato le dimissioni da segretario di Impegno Civico. E adesso eccolo qui, pronto per una nuova avventura verso l’Ue. La stessa Ue che Di Maio voleva scardinare. “Vogliamo cambiare Europa restando in Ue e area euro” Così tuonava il riciclato nel 2014.
8 anni dopo perché sorprendersi? Cosa aspettarsi da chi è passato dal “mai col PD” all’esecutivo con il PD”