Draghi è morto evviva Draghi- Draghi si appresta a concludere il suo mandato lasciando dietro di sé macerie sociali e ferite che passeranno alla storia e che porteranno nell’immediato futuro nefaste conseguenze per tutto il paese.
Tutti in fila per baciare l’anello a Draghi
Ciononostante, il presidente Mattarella lo ha ringraziato per l’ottimo lavoro svolto, con un siparietto davvero imbarazzante, in totale spregio ai gravi sacrifici imposti alla nazione nell’ultimo anno. Altrettanto ridicolo è ascoltare le parole dell’ormai ex presidente del consiglio, quando ringrazia calorosamente i giornalisti per il servizio offerto a quella che lui chiama “democrazia”.
Draghi e libertà
Facile intuire che il freddo uomo della finanza, essendo totalmente estraneo alla vita reale del paese, abbia perso la cognizione logica anche quando si esprime. Lo ricordiamo nelle sue fuorvianti e maldestre dichiarazioni sui vaccini, lo salutiamo ricordandogli che l’Italia ha una stampa tra le più asservite al mondo, come abbiamo visto negli ultimi 20 mesi tra pandemia e propaganda di guerra. A dimostrarlo c’è la classifica mondiale per la libertà di stampa, che pone l’Italia in basso alla classifica, sotto anche a paesi africani dove il concetto di libertà deve essere molto simile a quella che intende il Sig. Mario Draghi.
L’eredità di SuperMario
Concluso il mandato è tempo di bilanci sull’operato del banchiere prestato alla politica.
Draghi lascia in eredità a Giorgia Meloni un’Italia in corsa su dei binari già stesi, binari che sono l’impegno ad onorare gli aggiustamenti previsti l’adesione al Recovery Fund ed un solido sostegno alla politica NATO in funzione antirussa. Basti ricordare su questo ultimo punto che il Governo Draghi ha finanziato a fondo perduto l’Ucraina per un totale di 110 milioni di euro, senza contare il volume di armamenti pesanti e non inviati al fronte. Adesso “i cocci” li ha tra le mani la Meloni che dovrà destreggiarsi tra il dossier pensioni- a breve andrà in pensione quota 100 e tornerà in vigore la legge Fornero, l’inflazione galoppante- frutto avvelenato delle sanzioni alla Russia ed il caro carburante che già strangola famiglie ed imprese.
Antonio Quagliano