Dovete morire pazzi – Mentre si attendono i prossimi audio, il classico 25 luglio che precede ogni 8 settembre in questo paese, un paio di somme si possono tirare: il silenzio delle prime ore delle giornate è stato l’antipasto del banchetto notturno. Dopo le dimissioni da Mediaset (o solo dalla conduzione del TG, la cosa non è chiara) del compagno della Meloni e la chiusura dell’Onorevole Cattaneo nel ruolo tutto meno che ambito (da lui) di capogruppo alla Camera (bye bye ministero) c’era ancora qualcuno da ricompensare per le scelte di questi giorni. L’amico Antonio Tajani, andato a parlare con la Signora Meloni senza la scorta del partito.
E così Silvio si è lanciato, ieri, in un discorso accorato che pure a Mosca sarebbe stato considerato sconveniente, in cui giustifica l’amico Vladimir. Mentre qualcuno dei presenti, più realista del re, registrava tutto e si premurava di farlo avere alle agenzie. Ovviamente questo mette in crisi la presenza di Tajani alla Farnesina. Farnesina che, va ricordato, Silvio avrebbe perso senza battere ciglio in cambio di Giustizia o MISE. E che, quindi, se dovesse saltare, non gli creerebbe certo un dispiacere. In particolare, se a perdere il posto di Ministro, in toto, fosse proprio il buon Tajani.
Anche perché, non va dimenticato, non nascono governi senza il placet di Bruxelles e Washington.
Placet che ormai sta diventando sempre più complicato. Non tanto per le posizioni personali di Silvio, ma per la manifesta incapacità di governarle da ormai una silente e rassegnata Giorgia Meloni.
Ci vorrebbe…
Ci vorrebbe, già ci vorrebbe proprio, una figura che stesse vicina al Cav, e ne evitasse le sparate. Magari, che ne so, dandole un ministero irrilevante in premio. Tipo, ma la butto là eh, quello agli Anziani. E, tanto per renderle il lavoro più facile, al Cav si potrebbero fare un paio di concessioni. Tipo evitare di mettere alla Giustizia chi ha giustiziato FI in Veneto.
Io la butto là eh, ma esiste sempre la suprema opzione di sfidare Silvio e andare avanti comunque.
Domani partono le consultazioni. Si può sempre andare con lui al Colle, senza assistente personale (chiamatela pure badante, se volete) e senza concessioni.
Magari sta tranquillo. E magari no. Vedete, la strategia è questa: non puoi vincere? FALLI MORIRE PAZZI. Eh, ma che ne dirà l’elettorato? E i mercati? E sticazzi?
C’ha 86 anni, i miliardi e sta dicendo quello che (purtroppo per chi scrive, ma voi pensatela come vi pare) pensa il 60% delle persone. Figuratevi se si fa problemi. Lui non ha nulla da perdere. Giorgia Meloni tutto. Ha tutto da perdere. Questa è l’ultima notte, l’oscura notte dell’anima. Domani dovrà rompere il silenzio. E vedremo cosa ne uscirà. Per ora, sotto le stelle, riecheggia l’ultima risata del padrone assoluto della scena.
Seconda puntata e non è finita qui…
(Ringraziamo l’autore Luca Rampazzo per l’autorizzazione a riprodurre l’articolo)