Dopo un anno di governo Meloni

Dopo un anno di MeloniDopo un anno di governo Meloni – È trascorso quasi un anno da quando si è insediato il governo Meloni.

Il primo governo nel dopoguerra guidato da un leader di destra dopo il successo elettorale conseguito nelle elezioni politiche del settembre 2022.

La stagione dei Super Mario

L’Italia usciva da anni di governi “tecnici” a cominciare da quello guidato dal prof. Mario Monti, nominato senatore a vita dal presidente Mattarella, nel 2011, al fine di dare una copertura “istituzionale” alla sua chiamata a premier, per finire con l’altrettanto insigne tecnico Mario Draghi.

Mah, sarà forse il nome Mario ad essere una garanzia di autorevolezza?

Certo, nel 2018, dopo il voto di protesta che ha visto il successo del M5S abbiamo avuto la parentesi del primo governo Conte con il successivo giro di valzer Conte 2.

La volontà popolare

Ma le aspettative “anti-sistema” che potevano essere state alla base della coalizione Grillini-Lega sono state evidentemente mal riposte.

La soddisfazione di essersi liberati da anni di “commissariamento” da parte di uomini dell’establishment, o da governi di comici improvvisatisi politici, si è, però, rapidamente tramutata in delusione per alcuni, o nella conferma che le aspettative erano anche questa volta mal riposte, per altri (tra i quali si annovera chi scrive).

Dovrebbe ormai essere palese che se si accetta di muoversi entro il quadro politico ed economico stabilito dal “Potere”, e quindi inserire il proprio progetto politico solo all’interno di esso, non sarà mai possibile una vera svolta, un’alternativa reale. Se non si decide di uscire dalla gabbia che il sistema ha costruito potremo solamente sopravvivere girando in tondo come gli animali nello zoo.

Le tre pastoie italiane

Potremo girare in tondo a destra o a sinistra ma non conosceremo mai la libertà. Ci sono almeno tre macigni da cui dovremmo liberarci: l’U.E. la NATO e l’euro.

Questa Europa di burocrati ci vuole imporre regole assurde che confliggono con i nostri interessi nazionali (improbabili legislazioni sulla transizione green riguardo le abitazioni, le auto elettriche, vincoli a danno della nostra agricoltura. Solo per citarne alcune).

La nostra permanenza nella NATO ci obbliga a stare sdraiati a pelle d’orso di fronte agli U.S.A accettando supinamente la loro politica egemonica ed impedendoci una politica estera autonoma.

Vi dice niente il nostro coinvolgimento “obbligatorio” nella defenestrazione di Gheddafi con il risultato di aver destabilizzato una importante area del vicino nord-Africa o il nostro appoggio ai bombardamenti in

Serbia, o il nostro coinvolgimento nella guerra in Ucraina? …E si potrebbe andare avanti ancora a lungo.

Per quanto riguarda l’euro la questione è ancora più drammatica in quanto il problema non è solo abbandonare l’euro per tornare alla Lira, ma riappropriarci della sovranità monetaria.

Altro che MES o PNRR. Lo scontro sarebbe titanico.

Usura e moneta

Abramo Lincoln creò le banconote “green-backs” prive di interessi e poco dopo, guarda caso, fu ucciso. Ovviamente subito dopo cessò l’emissione di quelle banconote.

J.F. Kennedy ordinò l’emissione di banconote da parte del Tesoro che, quindi, non riportavano la dicitura Federal Reserve Note, ma United States Note, e poco dopo, guarda caso, fu ucciso.

Ovviamente il suo successore cessò immediatamente la stampa di quelle banconote. Per questo ci vuole coraggio a sfidare il “Potere”, quello vero, e si dovranno attendere le sue rappresaglie, almeno economiche se non fisiche.

Inoltre, la forza di manipolazione dei cervelli adottata attraverso la stampa e la TV mainstream fa sì che l’opinione pubblica sia spaventata da progetti di radicale cambiamento.

Coloro che dominano la narrazione pubblica controllano la società.

Allora è impossibile uscire dalla gabbia?

Forse sì. Ma non è necessario sperare per intraprendere né vincere per perseverare.

Antonio Gatti