Dilaga la droga dello stupro – La chimica moderna ha prodotto delle sostanze che in taluni casi possono divenire lo strumento per compiere dei reati gravi e odiosi, come per esempio l’abuso a sfondo sessuale.
GHB (gamma – idrossibutirrato), GBL (gamma – butirrolattone) , BD (butandiolo) meglio note come inibitori della volontà o droga dello stupro.
Designazioni chimiche differenti accomunate però da tre sostanze simili, meglio note come gocce KO o Liquid Ecstasy.
Incolori e insapori
Sostanza che, proprio per le loro caratteristiche, si prestano particolarmente per scopi loschi come quello di stordire la vittima per poi abusarne.
Si tratta, di polveri incolori o di liquidi dal sapore salato o leggermente saponoso, praticamente inodori.
Sono idrosolubili e, per questo motivo, si possono aggiungere facilmente alle bevande senza che la vittima se ne accorga.
Dopo quindici minuti dall’assunzione si ha uno stato di euforia che in seguito diventa stanchezza.
Per di più le gocce KO rafforzano gli effetti di altre droghe assunte contemporaneamente.
Nel caso di dosaggio eccessivo, le conseguenze sono nausea, stati di stordimento e profonda incoscienza, insufficienza respiratoria.
Sostanze già vietate dal 2002
Il tutto seguito dal risveglio della vittima che non ricorda più nulla
Da ciò si comprende perché dal 2002 il GHB e i suoi esteri (come il GBL) rientrano tra gli stupefacenti di cui la legge vieta il commercio non industriale e il consumo.
Le autorità vagliano misure dirette a prevenire il consumo involontario di queste sostanze.
Divieti e misure che, purtroppo, non fermano menti criminali che seminano vittime su vittime.
Gli ultimi casi
Basti pensare a quanto successo solo nelle ultime settimane.
Un ventottenne ecuadoriano che faceva ubriacare le vittime per imbottirle di droga e poi abusarne mentre riprendeva gli abusi con lo smartphone.
Adesso il giovane dovrà rispondere delle accuse di violenza sessuale aggravata e continuata e di diffusione illecita di immagini e video sessualmente espliciti.
Un’indagine partita dopo la denuncia mossa da una ventenne di origini sudamericane.
La giovane donna, infatti, ha denunciato di essere stata narcotizzata e violentata.
Si è scoperto così che l’uomo, in almeno due occasioni, aveva stuprato la giovane mentre con il suo cellulare filmava le violenze sulla vittima inerme per via dell’alcol e delle droghe.
Violentatore seriale
Una volta identificato, l’indagato è stato sottoposto a perquisizione domiciliare che ha portato alla scoperta di alcuni grammi di sostanza stupefacente, un bilancino di precisione e, in particolare, vari pc e smartphone ora all’esame di consulenti della procura per estrapolarne i contenuti.
Il ventottenne, per di più, era già noto all’arma.
I primi di agosto erano stati arrestati assieme a un peruviano dai Carabinieri della Stazione di Roma Cinecittà perché trovato in possesso di 440 grammi di cocaina suddivisa in 49 ovuli.
Un’indagine in cui gli investigatori vogliono accertare se l’ecuadoregno abbia fatto uso della Ghb ossia alla droga dello stupro per portare a termine i suoi piani.
Il caso in Brianza
Droga dello stupro che ha permesso lo stupro di una ventinovenne lo scorso luglio.
Una violenza sessuale che ha portato all’ arresto a Monza e a Cuneo due cinquantenni di origini albanesi per violenza sessuale aggravata e violenza sessuale di gruppo nei confronti di una donna.
Dagli esami tossicologici è emersa la presenza di sostante psicotrope, tra le quali la molecola GHB.
I due cinquantenni sono stati arrestati sulla base di un ordine di custodia cautelare firmato dal gip di Monza. Uno è ai domiciliari, l’altro in carcere.
Crimini a sfondo sessuale, con un modus operandi simile, che si verificano a breve distanza di tempo.
Orrori che confermano quanto sostenuto dal Report del Viminale pubblicato quest’anno in occasione della Giornata Internazionale della donna.
Un rapporto che parla di “un trend di crescita per le violenze sessuali, confermando la necessità di riservare a tale fenomenologia criminale la massima attenzione” e chissà magari anche la necessità di un pugno duro a partire dalla proporzionalità alla certezza della pena.
Nemes Sicari