Destra e Politica solo per i “Senza famiglia”? – Passato Natale, non resta che sperare che sia la Befana a far trovare nella calza dei politici non di sinistra una copia del celeberrimo “Senza famiglia”.
E non perché traggano insegnamenti dalla storia che Hector Malot pubblicò nel lontano 1878, bensì perché si ispirino al titolo. Anche solo al titolo.
Premessa: si dice “politici non di sinistra” poiché il “male familistico” pare colpisca non tanto e non solo il Centrodestra, ma tutti coloro i quali sono o diventano, a un certo punto della loro carriera, nemici o avversari della Sinistra.
Al principio fù Berlusconi
In principio, ovviamente, questo morbo colpì Berlusconi. Passato quasi indenne sotto una tempesta giudiziaria ventennale fondata o meno su questioni serie, il “cavaliere” cadde a causa delle conseguenze di una letterina maliziosa scritta da Veronica Lario a “La Repubblica” circa i comportamenti da “drago” assunti dal marito con delle non meglio precisate “vergini”.
Non passò molto tempo, e anche Umberto Bossi, ancora offeso e affaticato da una malattia che, però, non era riuscito a vincerlo del tutto, dovette lasciare il campo leghista e la prima fila della politica a causa dei disastri combinati anche e specialmente da un figlio di cui ci si ricorda solo il soprannome: “il trota”.
Non fece a tempo a riderne, dei guai d’origine domestica dei due ex-alleati, che anche Gianfranco Fini fu abbattuto nella forza politica e nella considerazione pubblica a causa dei comportamenti e delle azioni della moglie e del cognato.
E anche di Fini non fece a tempo a riderne una ex-avversaria interna, Alessandra Mussolini, che anche a questa toccò di scontare sui media la disastrosa condotta personale del marito.
Le amiche di famiglia
Passata la palla del governo tra i piedi del Pd, le famiglie sembrarono ricondotte nell’alveo della più riservata intimità, al punto che al nuovo campione progressista, Matteo Renzi, fu concesso di far passare per statista la sua amica – e si scrive amica senza alcun sottinteso malizioso – Maria Elena Boschi.
Ma anche le amiche hanno famiglia e, a volte, con interessi nelle banche e possono scatenare mortali bufere mediatiche.
Per altro, forse anche per smentire le voci false e irriverenti circa i rapporti tra la ministra e il presidente, Renzi non mancò di scontare guai familiari diretti, col coinvolgimento in fatti giudiziari dei suoi stessi genitori.
I figli di cotanto padre
Se moglie e cognati portano guai, non da meno sono i figli, come ben sanno Beppe Grillo e Ignazio La Russa.
E per questi ultimi, per altro, la situazione è parte peggiore, perché mogli e cognati si scelgono e, per tanto, è forse giusto scontarne gli errori, ma la prole è un dono di Dio (o del destino) e per tanto la sofferenza appare – ed è – più profonda, più inevitabile e più “ingiusta”.
Giorgia Meloni, poi, tra cognato, sorella e “compagno” di dolori e problemi ne ha a bizzeffe.
Adesso – scrivere “infine” apparirebbe fin troppo ottimistico – è la volta di Matteo Salvini, il quale, per di più, si è unito a una donna che i guai, almeno in parte, se li porta dietro quasi come una dote, dato che il padre era già da tempo coinvolto in vicende poco chiare.
Sia chiaro: si parla qui di coinvolgimenti in questioni giudiziarie o imbarazzanti mediaticamente, rilevando come in diversi casi la Giustizia non ha certamente emesso alcuna sentenza che attesti reali responsabilità penali a carico di questi o di quelli.
Pur tuttavia, appunto ispirandosi a Mallot, pare proprio che, per fare politica fuori dal Pd, sia certamente preferibile non avere una famiglia: essere orfani e nubili o celibi e scarseggiare, se possibile, anche di zii e cugini.
Oppure, è possibile l’opzione Nunzia De Girolamo, la quale, pur militando in Forza Italia, per non avere guai, la famiglia se la è costruita dentro il Pd.
Però, è una soluzione che evita solo eventuali coinvolgimenti giudiziari, per la carriera, bisogna passare alla televisione.