Da queste pagine abbiamo più volte denunciato la morte del buonsenso divenuto, agli occhi di un popolo massacrato dalla propaganda, obsoleto e persino ridicolo.
Seppellita l’intelligenza dell’ovvio, sono sempre più numerosi coloro che, abbandonati gli equilibri della razionalità o, almeno del sensato, si stanno dirigendo a passo veloce verso l’accettazione dell’orrore.
Gli invasati (e con loro l’esercito di eterodiretti che li segue e li sostiene) che son riusciti, con una mentalità da Corea del Nord, a far togliere, a Roma, i manifesti dei ProVita, accettano come assolutamente normale che i circoli gay siano sovente dedicati all’ideologo della pedofilia, coprofago e suicida, Mieli: l’antiabortista vada in galera, il pedofilo venga onorato!
Normalità capovolta
Capovolgendo la normalità a favore dell’orrido, del disumano e del criminale questi maiali considerano violenti e discriminatori gli antiabortisti, ma non chi i feti li fa a pezzi o li avvelena: tra chi ha le mani sporche di sangue (e non certo solo in senso lato!) e chi quel sangue non vuole venga sparso, giudicano i primi buoni, i secondi cattivi, i primi retrogradi, i secondi progressisti e libertari.
Ugualmente si esprimono sulle mutilazioni che i trans infliggono ai loro corpi trattando la drammatica questione dell’asportazione di testicoli e pene, di seni, utero ed ovaie con la stessa leggerezza con la quale si occuperebbero di una rinoplastica o di un trapianto di capelli … l’orrore sdoganato a normalità perché così è stato loro insegnato e perché così si sentono liberi, progressisti, moderni…forse rivoluzionari.
Quelle mutilazioni che dovrebbero far inorridire e che, fino a qualche anno fa, tale effetto avrebbero fatto a chicchessia, oggi diventano non solo accettabili, ma prova e bandiera di libertà personale ed autoconsapevolezza.
La ragazza barbuta, avvelenata da dosi massicce di testosterone, mostra il petto mutilato sui social e i social rispondono con applausi ed incoraggiamenti: “come stai bene, amooo!”; “chi è il chirurgo?”; “avanti così!”; “poi passa il dolore e sì che ce la fai!”.
La corsa veloce…
Nel loro mondo schizofrenico e perduto tutto è ribaltato e tutto corre veloce verso l’atroce e l’abominevole!
Le attività criminali perpetrate dalle minoranze se non sono accettabili, sono giustificabili: lo scandalo è la rom picchiata dal turista mentre ruba, non la rom che ruba; la tragedia è lo spacciatore nero a cui i poliziotti danno due ceffoni, non il fatto che uno straniero sia in casa nostra a vendere merda e morte.
La religiosità è derisa e contrapposta al pensiero libero per eccellenza, quello ateo: l’abominio di un mondo senza Dio, l’insensatezza del creato che crea se stesso e l’atrocità del nulla dopo la morte sono considerate non più aborti di menti malate e di anime stravolte, ma strade per la libertà … una negazione del buonsenso che, ancora una volta, sfocia nell’orrore: credere nell’annullamento totale di sé, dopo la morte, nel totale nonsenso della vita, nella più tragica inutilità della stessa.
Morto il buonsenso è arrivato l’orrore, e con l’orrore arriveranno le persecuzioni.
I circoli gay e i compagni che hanno chiesto ed ottenuto la rimozione dei manifesti dei pro-vita già le invocano …
Dio non voglia!
Irma Trombetta
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Grazie a te Gianluca!