Dimissioni del governo Serbo a guida Vucevic.
Il Presidente serbo Milos Vucevic si è dimesso e con lui l’intero governo. Di fronte alla massiva protesta studentesca che ha paralizzato la Serbia, Vucevic ha scritto la parola fine al suo mandato.
Innescata dalla tragedia di Novi Sad – la morte di 15 persone per il crollo di una tettoia alla stazione ferroviaria recentemente rinnovata – la protesta si è estesa dagli studenti a larghe fasce eterogenee della popolazione.
Una resa affrettata e incondizionata e non all’opposizione politica, che si mantiene stranamente estranea alla questione, ma alla popolazione che ha condotto e vinto la sua battaglia al grido “Avete le mani sporche di sangue!”.
Nemmeno il voto è al centro delle richieste, sostituito dalla richiesta di un governo tecnico in stile italiano, un esecutivo di transizione composto da esperti. Che i serbi non siano stati attenti alle lezioni imparate dagli italiani?
I governi tecnici – almeno in Italia – non hanno portato a nulla di buono. Gli studenti sono sempre stati in prima linea e hanno avuto un ruolo decisivo nella caduta dei governi serbi, fu così anche al tempo di Milosevic, ma… L’avversativo è d’obbligo in un clima europeo “drogato” da ingerenze esterne UE e USA in quelle nazioni antieuropeiste e vicine a Mosca.
In quest’ottica, la Serbia – sorella minore della grande Russia – è sempre stata il primo obbiettivo USA in chiave anti russa.
Lo stesso Vucic ha denunciato ingerenze esterne sia da Occidente che da Oriente che vorrebbero un cambio di regime nel paese balcanico. Oltretutto, la Serbia si ritrova a d affrontare nuove tensioni con il Kosovo, la storica spina nel fianco, dopo che i kosovari hanno preso il controllo di istituzioni serbe nella regione.
Una provocazione bella e buona per mantenere un’instabilità di comodo nei Balcani. Il Kosovo – secondo il concetto di territorialità serbo – non esiste, non è un’entità a sé stante, bensì parte integrante del suo territorio con tanto di disconoscimento di quanto altri paesi hanno riconosciuto nel 2008, ovvero il Kosovo indipendente.
La chiave dei giochi è storicamente la vicinanza della Serbia alla Russia che fornisce a Belgrado pieno supporto in ottica di un’alleanza economica e militare che fa storcere da sempre il naso allo Zio Sam.
La neutralità serba è un ostacolo per chiunque pretenda che la guerra in Ucraina non abbia fine. Gli interessi dietro lo scontro Russia vs Ucraina sono noti e chi ciecamente si è schierato con gli USA ha commesso un errore madornale di cui non si assume la responsabilità.
I costi diretti e indiretti del conflitto stanno ricadendo a pioggia sull’Occidente europeo e le previsioni meteo politiche non sono delle migliori.
Cristian Borghetti
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