Di 1000 voci al sonito mista la sua non ha *
Nel valutare una situazione verificatasi repentinamente sono solito attenermi alla prudenza suggerita dal titolo in calce per tre ragioni principali:
- nel polverone degli eventi si scambiano fischi per fiaschi
- voglio che la mia analisi sia “vergin di servo encomio e di codardo oltraggio”
- siccome non sono sul posto devo fidarmi dell’inaffidabile per antonomasia, ossia la maggioranza delle testate giornalistiche (a onor del vero conosco alcuni giornalisti, dei quali mi sono fidato e continuo a farlo, si tratta di G. M. e F. B.).
La situazione della quale mi accingo ad accennare in attesa che la polvere si depositi a terra, è l’improvviso ricicciare di DAIISH (sigla delle armate dell’islamismo shari’atico armato che sta per “Dawliya Arabiya Islamiya fi Iraq wa Sham” ossia Internazionale Araba e Islamica in Iraq e Sham) che ha compiuto una offensiva nel martoriato territorio arabo-islamico-cristiano di Siria arrivando a conquistare Aleppo.
Le notizie di carattere tattico che trapelano per ora non sono attendibili perché relazionate da personale delle ong, quindi di tutt’altro mestiere.
Il buonsenso aiuta a capire
Certo che qualche dato lo si può trarre dalla cartina geografica, da qualche immagine che ci giunge attraverso la TV e da qualche riflessione di buonsenso, quel “senso buono-tendente al reale” purtroppo negletto perché sommerso e soverchiato da slogan e ragionamenti ideologici (per antonomasia i più mendaci).
- Circa la cartina geografica: la vicinanza dell’offensiva al confine turco è patente; Aleppo è stata conquistata in un attimo, per cui è evidente che la Turchia in qualcosa c’entri. Però, devo ammettere una mia lacuna, non avevo notizie di una DAIISH filo-turca come suggerito dai media.
- Circa le immagini: evidenziano uno strumento militare ben equipaggiato, che muove in maniera ordinata, e l’aspetto “A” (atteggiamento) rimanda a un addestramento militare di stampo NATO.
- Quanto al buonsenso, in primis tira in ballo la frustrazione patita dall’amministrazione Biden-Harris, la quale consegna per stecca a Trump una patata bollente. A seguire, la NATO, anch’essa frustrata nei suoi demenziali disegni geostrategici dallo stallo ucraino e dalla presa di coscienza che l’Armata Russa non è più la stantia Armata Rossa (Russia dotata di un potenziale che potrebbe mettere in crisi la NATO stessa). In ultimo la UE che segue come un cagnolino scodinzolante tutte le iniziative statunitensi, specie se DEM. A latere, la Turchia che ha tutto l’interesse a giocare a poker con la Russia per negoziare una sua influenza sulla Libia. Non va dimenticato il wahhabismo sunnita del golfo, che vuole scalzare la Sci’ha dalla regione iniziando ovviamente dall’anello più debole, la Siria.
Cambio di fronte?
In quest’altro bailamme, verosimilmente attribuibile ai soliti attori che almeno dal 2020 ci stanno ammorbando con pericolose iniziative belliche, c’è un però grosso come un macigno: Tartus di Siria, ove ha sede la base della flotta russa del Mediterraneo … Vuoi vedere che il bollito Biden e i suoi accoliti europei, per manifesta imbecillità, riusciranno a spostare il loro personale fronte di guerra dall’Ucraina al Mediterraneo orientale?
E sorge spontaneo un dubbio: a chi è contiguo l’islamismo sunnita shari’atico armato di stampo wahhabita, impersonificato da DAIISH, che appare all’improvviso e altrettanto improvvisamente sparisce per ricomparire, altrettanto all’improvviso in questi giorni? Appartiene al sedicente “asse del bene” impersonificato da USA, UE, NATO?
Oppure a al cosiddetto “asse del “male”, ossia Russia e Iran in testa? Tanto per rimanere col Manzoni: “ai posteri l’ardua sentenza” sperando che i posteri siano intellettualmente più onesti dei loro figli/nipoti.
di Corrado Corradi
- Manzoni, poesia “5 maggio”
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