Contro gli attentatori islamici l’Europa schiera i Tafazzi – Tafazzi è un curioso personaggio che, in calzamaglia nera e sospensorio bianco, si randellava furiosamente le parti intime con una bottiglia vuota, saltellando e canticchiando.
L’Europa e in particolare l’Italia mi ricordano questo ometto, frutto del genio del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo che è specialista nel farsi male da solo.
Parto inizialmente dall’attentato di Solingen da parte di un sedicente profugo siriano che doveva essere espulso dal territorio tedesco, e che invece all’acme della sua follia ideologico religiosa ha accoltellato 12 persone, uccidendone 3 e ferendone 9.
Un attentato eseguito mentre a Solingen si svolgeva il festival dell’inclusione e lui in effetti si è calato nello spirito dell’evento: ha incluso nei suoi programmi omicidi le sue vittime.
In Francia un uomo di nazionalità algerina ha cercato di incendiare e causato un’esplosione nei pressi di una sinagoga a La Grande-Motte vicino a Montpellier.
Era stato immortalato a volto scoperto ammantato da una bandiera palestinese.
Per non farsi mancare nulla ha ingaggiato un conflitto a fuoco con la polizia prima di essere arrestato.
Attorno ai primi giorni di agosto il concerto di Taylor Swift in Austria è stato soppresso per paura di attentati di matrice islamica.
Anche qui l’ intelligence ha arrestato un paio di giovani fanatici che volevano farsi saltare in aria tra i fans della cantante durante il concerto.
Parigi durante le olimpiadi ha vissuto sotto il costante incubo di attentati da parte di islamici radicalizzati.
Arrivo al dunque: i leader europei si stanno rendendo conto che questi fanatici stanno cambiando il nostro sistema di vita? Ogni festa, ogni ricorrenza, ogni evento, rischia di trasformarsi in una tragedia per il fanatismo religioso islamico.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha promesso un giro di vite sull’ ingresso di immigrati irregolari e sulla velocizzazione dei rimpatri.
Ci credo poco perché dai buonisti progressisti l’intenzione durerà giusto il tempo che decanti il clamore per l’ennesimo attentato.
Senza voler puntare il dito contro nessuno, è sempre dalle comunità islamiche o meglio dalle frange islamiste radicali che sorgono i problemi.
Non sono mai stati evidenziati con le comunità cinesi, sikh ed altre.
In Italia il delirio ideologico di certa sinistra, tutto integrazione ed accoglienza, farebbe ridere se non fosse tremendo.
Ogni giorno si tira fuori il tema dello ius scholae, modo subdolo per inserire nel nostro ordinamento lo ius soli, ma l’ unico ius è quello SOLA, perpetrato da chi di integrarsi non ne sente la necessità, cercando anzi di creare uno stato nello stato.
Non si facciano illusioni le forze di sinistra sul fatto che qui non sono stati ancora perpetrati attacchi terroristici.
Alla base c’è un sottile e diabolico piano: l’Italia è il ventre molle d’Europa: si può accedere clandestinamente, si può mentire sulla reale identità, chiedere asilo politico ed essere mantenuti per un paio di anni.
Quindi i fan dell’ immigrazione dovrebbero capire che se non sono stati fatti attentati non è perchè noi siamo accoglienti, ma solo perché l’Italia è considerata una base logistica di sbarco, di appoggio e smistamento.
E’ lo stesso modus operandi della criminalità organizzata: nei territori da loro controllati i reati cosiddetti minori non vengono effettuati per non attirare l’interesse delle forze dell’ ordine e nessun malavitoso osa andare contro il sistema, pena l’eliminazione fisica.
Eppure qui la sinistra dona a tutti patentini di razzismo, xenofobia e di sana (per loro) democrazia.
Mentono sapendo di mentire e conoscono il problema della scarsa sicurezza dovuta all’immigrazione incontrollata, ma sull’argomento glissano e parlano di percezione.
Ovviamente dove vivono loro vi è percezione, gli altri invece devono subire.
Dobbiamo riprendere in mano i nostri valori che sono stati costruiti su due guerre e sul sacrificio di centinaia di migliaia di vite o un po’ alla volta verremo soffocati dalle spire del serpente del fondamentalismo religioso, dalla cecità di certe forze politiche e da un buonismo peloso in netto contrasto con la realtà dei fatti.