Concerto 1° Maggio: il solito film già visto – Il Primo Maggio è trascorso e, con la ormai inflazionata festività del lavoro, è anche passato il concertone di San Giovanni, con tutto lo strascico di polemiche più o meno sterili ed il solito lascito ideologico della sinistra da salotto.
Niente di nuovo sotto al sole
Non sono mancati, infatti, riferimenti al pacifismo di maniera, con tanto di finto rimbrotto verso il governo “guerrafondaio”, così come non è mancata la solita retorica in salsa femminista, che è un must della sinistra borghese.
E poi, ovviamente, il solito onnipresente antifascismo ipocrita, utile più ad imbonire le folle che a garantire un’effettiva linea politica.
Se si pensa che tutto ciò avrebbe dovuto rappresentare la massima manifestazione della celebrazione del lavoro da parte dei più grandi sindacati del Paese, non resta che mettersi le mani nei capelli.
La triplice sponsor del concerto
Ad organizzare il concerto, come di consueto, sono infatti Cgil Cisl e Uil. Talché, mentre nel resto d’Europa (e del mondo) le organizzazioni sindacali organizzano ed alimentano la lotta per la difesa dei diritti fondamentali dei lavoratori – sempre più vilipesi – in Italia spendono una montagna di soldi per l’ennesimo rave, utile soltanto ad occupare la giornata di buontemponi e ragazzi in cerca di sballo.
Intanto, ad ogni modo, il lavoro in Italia è sempre più precarizzato e rarefatto da un liberismo devastante che ha privato i lavoratori delle tutele più elementari.
E di tutto ciò la colpa è anche e soprattutto dei sindacati, troppo impegnati a perdere tempo in inutile propaganda ideologica per poter occuparsi, realmente, degli interessi dei propri assistiti, totalmente abbandonati a sé stessi.
Giustino D’Uva