Come abbandonano gli animali – la testimonianza della “Casa del cane vagabondo” – Appello dal Piemonte: “Non abbiamo più cibo e coperte per i cani del nostro rifugio”.
Arriva dal rifugio la “Casa del cane vagabondo” di Barbania (TO) la richiesta di aiuto per i cani ospiti della struttura. La causa di questa emergenza è il continuo recupero di cani abbandonati, decine a settimana.
La struttura al limite
“In 25 anni che mi occupo di questo, non ho mai visto niente di simile. Siamo allo stremo, abbiamo bisogno di pappa e di coperte urgentemente – dichiara Patrizia Ceccarelli, 66 anni, responsabile del rifugio – In tutto abbiamo circa 200 animali (compresi cavalli, pony e asini salvati dai macelli), più di cento dei quali sono cani. Siamo pieni e ora, e con il freddo, siamo in emergenza”.
I cani ospiti della “Casa del Cane vagabondo” sono al coperto, ma i box non sono riscaldati e d’inverno la zona è molto fredda. “Riscaldare i box costerebbe troppo ed una struttura che non riceve aiuti pubblici tranne quelli, minimi, dei comuni di San Benigno e Nole che però bastano a coprire i fabbisogni di appena una decina di cani – continua Ceccarelli – Purtroppo le temperature sono andate giù di colpo e le coperte che abbiamo non bastano. Temiamo soprattutto per i più vecchiotti, dato che l’altra notte le temperature sono andate sottozero”.
Il nuovo modo di abbandonare i cani
Il problema nasce dal “nuovo” modo di abbandonare quelli che dovrebbero essere i nostri amici a quattro zampe: “La gente – racconta la Ceccarelli – non abbandona più i cani per strada. Semplicemente, ci chiama e li lascia a noi, con le scuse più assurde mentre in realtà si sono solo stufati. Si liberano di animali che magari sono stati in casa con loro per anni, come se fossero della roba vecchia. Ma lasciano anche cani giovani, o magari di razza. E lo fanno con una indifferenza che fa male a noi, figuriamoci a questi poveri animali. Così si vedono meno animali in strada e si pensa che la situazione rispetto a una volta sia migliorata e invece peggiora sempre di più”.
I volontari fanno il loro meglio
La struttura conta una decina di volontari che cercano di fare il possibile per aiutare i cani e gli altri animali ospiti ma sono pochi e non riescono a sopperire a tutte le necessità degli animali.
La Sig.ra Ceccarelli conclude chiedendo aiuto tramite la pagina Fb dell’associazione: “In questo momento servono soprattutto pappe, crocchette e coperte (non imbottite). Ma ci sono tante cose che ci sarebbero utili, ad esempio dei pannelli per la coibentazione”.
E se è vero che lo spirito Natalizio ci rende tutti più buoni, questo è il momento giusto per dimostrarlo aiutando questa struttura e questi poveri cagnolini che già hanno avuto tanta sfortuna nella loro vita.
Valerio Arenare
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