Chi sta distruggendo gli stipendi e le pensioni degli italiani – Un breve sguardo alla storia smentisce che l’inflazione dipenda solo dall’aumento dei prezzi del GAS. I prezzi del petrolio sono saliti vertiginosamente nel 2008 e ancora una volta nel 2011, ma senza che si osservasse un rapido aumento dell’inflazione a livello globale. Ricordiamo che la BCE puntava a un’inflazione programmata del 2% e invece siamo al 12%. Una parte dell’inflazione dipende certamente dall’aumento delle componenti industriali. Dette componenti, in arrivo da Cina e India, prima erano tenute basse dalla globalizzazione (selvaggia), poi, col Covid, molte aziende occidentali hanno riportato in casa quelle produzioni con un aumento dei prezzi. Detto ciò, quegli aumenti pesavano sulle imprese per un 4% massimo, e allora, come si è arrivati al 12% di inflazione?
Cosa significa l’inflazione
Milton Friedman, economista presso l’Università di Chicago, ne dà la definizione più precisa: “L’inflazione è causata dalla troppa moneta a caccia di troppo pochi beni”.
Ovvero, “quando i prestiti bancari abbondano, spesso l’offerta di moneta e la sua velocità di circolazione accelerano, il che può alimentare rapidamente l’inflazione se la produzione di beni e servizi non tiene il passo”.
Ovvero ancora, le banche centrali possono e devono “stampare” moneta per alimentare le produzioni economiche ma ponendo grande attenzione all’evolversi di quelle produzioni, altrimenti si mette in circolo della moneta che fa solo disastri.
Chi ha messo in circolazione la moneta eccedente?
I colpevoli sono facilmente individuati: La Federal Reserve in Usa e la BCE in Europa. Con un’azione coordinata, anche se non lo ammetteranno mai, la FED ha stampato USD per 2.500 miliardi e la BCE ha stampato euro per 1.850 miliardi. Qualcuno penserà: “Certo, sono dovuti intervenire col Covid per non far fallire un sacco di aziende”.
Falso anche questo. Infatti, la mossa delle due banche centrali era partita parecchi mesi prima dell’insorgere di quell’influenza. Poi una quota è stata utilizzata per degli interventi sulle imprese, lasciando per la sola BCE una quota superiore ai 1.100 miliardi stampati senza chiarirne la destinazione. Ovvero, non si capisce a chi siano finiti quei soldi.
A chi sono finiti i soldi stampati dalla BCE?
Perché nessuno dei nostri ministri economici italiani ci ha mai chiarito la destinazione dei soldi stampati dalla BCE? Ci fanno credere, creando un senso di colpa, che la cicala italiana succhia soldi a tutto spiano, ma non ci dicono quanto si sono prese Francia e Germania di quella montagna di soldi. Perché nessuno dei nostri governanti ci parla del salvataggio delle due principali banche tedesche sull’orlo della bancarotta con un buco di 800 miliardi?
Aspettiamo il disastro a causa di quella massa di denaro finita in Francia e in Germania?
Il grande economista Nouriel Roubini lo definisce “The Unavoidable Crash”, cioè il crollo inevitabile che il mondo globalizzato si troverà ad affrontare da qui a pochi mesi e che nemmeno le banche centrali saranno in grado di contrastare.
Roubini scrive: “Il debito totale del settore pubblico e privato (es. banche tedesche) in rapporto al PIL è passato dal 200% nel 1999 al 350% nel 2021. Il rapporto è ora del 420% nelle economie avanzate e del 330% in Cina. Negli Stati Uniti è del 420%, un valore superiore a quello registrato durante la Grande Depressione e dopo la Seconda Guerra Mondiale”. Ora “l’inflazione, alimentata dalle stesse politiche monetarie e creditizie ultra-allentate (con interessi bassissimi), ha messo fine a questa Alba dei morti viventi finanziaria e, con le banche centrali costrette ad aumentare i tassi di interesse, gli zombie stanno subendo un forte aumento dei costi di servizio del debito”.
Eurozombie
Allora l’Europa era piena di zombie, mentre ci hanno fatto credere per anni la favoletta che colpevolizzava gli italiani. Roubini scrive di “un triplo colpo in quanto l’inflazione sta anche erodendo il reddito reale delle famiglie e riducendo il valore dei loro beni, come immobili e asset finanziari”.
La novità è che “le politiche ultra allentate non possono più essere implementate in quanto getterebbero ulteriore benzina sul fuoco dell’inflazione, e questo significa una recessione profonda e prolungata, oltre che a una grave crisi finanziaria”.
Roubini conclude: “Con l’esplosione delle bolle degli asset, l’impennata dei rapporti di servizio del debito e la caduta dei redditi corretti per l’inflazione di famiglie, imprese e governi, la crisi economica e il crollo finanziario si alimenteranno a vicenda”. Quindi ci sono in giro bolle sugli asset, ovvero rigonfiamento dei valori di immobili e imprese, aumento dei tassi d’interesse, crollo dei redditi delle famiglie e un prevedibile crollo finanziario. Teoricamente, chi doveva controllare tutto questo, le banche centrali, l’ha invece favorito, ma vorremmo che qualcuno del governo ci dicesse chi ne ha beneficiato.