Chi si nasconde sotto il Burka? – Cosa dice la legge sulla pubblica sicurezza?
Dice molte cose mirate a permetterci di vivere più tranquilli e una di quelle dice che non si può andare in giro con il viso tanto coperto da risultare irriconoscibili e sancisce anche che il tutore dell’ordine ha il dovere di procedere alla identificazione di colui il quale si rende tale.
Dove intendo andare a parare con questa premessa é palese: il porto del burka, quella sorta di velo nero che lascia scoperti solo gli occhi e spesso manco quelli perché qualcuna pretende anche di portare gli occhiali scuri…
Una sorta di caverna buia dalla quale la donna estremo-islamica guarda al mondo senza essere guardata.
Procedo ad alcune premesse personali:
- non ho ghiribizzi contro le costumanze diverse dalle mie e mai mi sono permesso di criticare comportamenti dettati dalla tradizione altrui, questi, anche se ai miei occhi possano sembrare strani, secondo me hanno un loro giustificato perché.
- Pur essendo stato educato allo spirito cavalleresco ed essendo portato ad essere galante non sono mai stato un sostenitore della liberazione delle donne perché ho sempre sostenuto che fossero il sesso debole solo relativamente alla loro prestanza fisica ma che avessero tutte le capacità di imporsi da sole, come sempre hanno fatto.
Il vestiario islamico
Passo ora a esplicitare la costumanza vestimentale della donna musulmana.
Millenaria tradizione vuole che la donna musulmana manifesti in pubblico un contenuto pudore mirato temperare la sua naturale bellezza
rispetto all’uomo evitando di suscitarne la concupiscenza; questa premessa di carattere religioso ha dato la stura a 3 diverse fogge di vestiario:
- Lo Hijab, ossia una sorta di foulard che copre i capelli della donna; nei paesi arabo-islamici questa sorta di velo che lascia completamente scoperto il viso ha assunto due funzioni, ossia permette alla donna di uscire di casa anche con i capelli in disordine, oppure viene portato con nonchalante eleganza dalle donne delle classi elevate soprattutto durante ricorrenze o festività religiose.
- Il jilbab, una sorta di tunica nera che copre la donna dalla testa alle caviglie lasciando scoperte faccia, mani e piedi.
- Il Chador, equivale a un Jilbab in cui é previsto che mani e piedi siano coperti da guanti e calzature nere.
Jilbab e chador sono una costumanza vestimentale che riguarda le donne provenienti dai paesi del golfo in cui impera un islam che, per non scadere nel triviale, io mi limito a definire, come viene definito da molti musulmani, intollerante.
Il Burka
Siccome l’Islam tende a trasformare le prescrizioni religiose in leggi dello stato, non é difficile che si trasformi da religione in ideologia per cui in quei paesi che lo hanno recepito in maniera totalizzante, ecco che tali prescrizioni si irrigidiscono e tale irrigidimento che passa dal jilbab allo chador, arriva a manifestarsi con una quarta foggia vestimentale: il burka, ossia, il vestiario dell’infamia; una sorta di chador al quale si aggiunge un velo nero che copra il viso della donna lasciando scoperta solo una feritoia per gli occhi, troppo spesso protetta anche da occhiali scuri.
Se é vero che Jilbab e chador non esprimono solo un irrigidimento del vestiario di una donna particolarmente pia, in realtà esplicitano la funzione dell’uniforme di un movimento militante attivo, una uniforme che tuttavia permette il riconoscimento della persona.
Peggio mi sento con il burka il quale contravviene palesemente alle nostre leggi di pubblica sicurezza perché costituisce una sorta di caverna dentro la quale puo’ nascondersi chiunque, sia essa donna particolarmente fervente, sia esso un uomo, finanche un assassino.
I controlli sarebbero doverosi
Mi chiedo pertanto perché la nostra Polizia permetta il porto del burka e perché non fermi quelle che si da per scontato che siano donne ma che in realtà non si sa chi siano e non le (li) portino in questura per una doverosa identificazione?
Fermando quelle persone e facendo loro perdere mezza giornata in questura per l’identificazione, si otterrebbe di scoraggiare il porto di un vestiario suscettibile di favorire chi si vuol nascondere: i delinquenti.
Mi si creda, oltre meglio tutelare la la pubblica sicurezza, si renderebbe anche un favore alla maggioranza dei musulmani di buona fede e buona volontà che portano, a viso scoperto, Hijab, jilbab e chador.
Corrado Corradi