C’è voglia di guerra, ma paura di farla
L’atteggiamento dei governanti europei degli ultimi tempi è davvero allucinante. Ora che i giochi sembrano volgere al loro compimento con il prevalere delle forze russe, costoro affrettano i tempi per un’ultima sterzata.
Rinviene il tentativo estremo e disperato di ribaltare le sorti del conflitto con un intervento militare diretto.
L’emblematica scazzottata del novello Napoleone con aggiunta di ringhio cagnesco rende l’idea sui suddetti propositi. Ma can che abbaia non morde. Soprattutto se è il capobranco d’oltreatlantico ad abbassare le orecchie più di tutti. A rinunciare -in parte- alle proprie ambizioni egemoniche a ridosso del Baltico.
I russi non si scompongono
Eppure, il caravanserraglio mediatico seguita a soffiare sul fuoco. Ad attizzarlo adeguatamente con provocazioni e sberleffi contro il Cremlino. Il quale dal canto suo non sembra darsene per inteso, ben consapevole della vacuità della propaganda avversa.
Vacuità, per giunta, già palesata nei mesi precedenti del 23 con la tanto decantata controffensiva di primavera.
Ricordiamo i sovraeccitati pistolotti in cui si dava Putin uscente dalla tenzone con le ossa rotte e Zelensky trionfale alle porte di Donesk sul cavallo bianco.
Non si scrive con le immaginazioni e i desideri.
Si affermano le cose nella nuda e cruda realtà: che è poi l’essenza del giornalismo vero.
Vedranno il bluff?
Putin da buon scacchista temporeggia e affonda il volto quando si necessita.
Mentre all’Europa, gigante d’argilla tra colossi d’acciaio, si trastulla con ammonimenti effimeri.
Da par suo la Von der Leyen – con inedito piglio neoprussiano – scalda i muscoli e annuncia di assiepare le truppe sul confine russo-polacco.
La strage di Mosca, qualcuno la ricorda?
In mezzo a questo affastellato e precario gioco di equilibri irrompe l’lsis sulle cui dinamiche piovono perenni luci ed ombre.
Per quanto indefinibile possa essere la strategia dei jihadisti, l’attentato di Mosca degli scorsi mesi, si colloca in una strana sequenza cronologica.
La bramosia di sangue degli attentatori sfiata nel culmine della forza putiniana. Proprio all’indomani della sua acclamazione popolare e delle vincenti operazioni in Ucraina. Ed è paradigmatica, se non sospetta, la reazione quasi compiaciuta delle vestali occidentali di fronte agli accadimenti.
Quasi a voler dire che il “re è nudo”.
Che la Russia possa implodere con i suoi cavalli di troia intestini.
Speranza vana e distopica se sovrapposta a un mondo musulmano che guarda sempre più con favore ai Brics e al fronte antioccidentale del quale la Russia ne ha assunto il vertice.
Che l’estremismo jihadista assuma le fattezze di un Giano bifronte è un dato di fatto.
Attacca l’Occidente, o finge di farlo, per esserne strumento delle sue manovre di destabilizzazione.
Afghanistan, Iraq e Siria docet.
Chi è disposto a morire per Bruxelles?
E nel calderone di menzogne e sotterfugi affiora un’altra più palese verità.
Che gli Europei di base, poco importa se per vigliaccheria o per naturale disinteresse, questa guerra non la vogliono proprio combattere.
Risponde agli appetiti delle loro oligarchie, dopo averli per decenni dissanguati di finanza usurocratica, di catapultarli ora nella mischia, ampliando la sfera di un conflitto ormai in fase naturale di esaurimento.
E in questo marasma di follia stride la retorica bonaria di un Mattarella: il suo funambolismo democristiano dedito a conciliare pacifismo costituzionale e libidine guerrafondaia.
Tutto secondo la migliore tradizione farisaica.
Mario Pucciarelli
Il 2diPicche lo puoi raggiungere
Attraverso la Community WhatsApp per commentare le notizie del giorno:
Unendoti al canale WhatsApp per non perdere neanche un articolo:
Preferisci Telegram? Nessun problema: