L’immagine dei Paesi nordici come paradisi tranquilli e socialmente armoniosi ha subito un duro colpo negli ultimi anni.
La Svezia su tutti sta vivendo, grazie ad una politica migratoria permissiva e ad un sistema carcerario che mira al reintegro del reo, una stagione di violenza mai registrata nel paese.
Nell’immaginario collettivo si pensa alla Svezia come ad una sorta di casa accogliente e tranquilla ed un modello di felicità da osservare e replicare, il paese vanta una delle reti di sicurezza sociale più generose al mondo, con uno Stato che si prende cura delle persone dalla culla alla tomba.
La cronaca degli ultimi tempi ci restituisce invece un paese dilaniato da attentati, scontri tra gang e violenze ad opera di extracomunitari anche di seconda e terza generazione.
La strage di Orebro, all’interno di un istituto scolastico e poi l’omicidio una manciata di giorni or sono durante una trasmissione su TikTok di Salwan Momika: l’uomo si era reso protagonista del rogo di una copia del Corano.
E per finire l’omicidio di un parente di Rawa Majid, noto spacciatore, ricercato a livello internazionale e ben Oltre 30 attentati in tutto il Paese solo mese di gennaio, più di uno al giorno.
Sempre secondo la polizia svedese lo scorso anno vi sono state complessivamente 317 esplosioni, portando un cospicuo aumento dei conflitti legati alle gang. Portando il tasso di omicidi legati agli scontri tra bande ad uno dei più alti in Europa.
Le misure del governo svedese
Il Governo ha promesso di combattere la criminalità ed ha intrapreso misure drastiche per fronteggiare tutta questa violenza sino a qualche decennio fa totalmente sconosciuta nel paese scandinavo, limitando politiche di immigrazione precedentemente generose della Svezia, introducendo pene più severe per i reati con armi da fuoco.
Ha anche dato alla polizia maggiori poteri di sorveglianza alla polizia ed ha mobilitato anche l’esercito in supporto alle forze dell’ordine.
Questo fallimentare modello scandinavo di generose politiche immigratorie e la indulgente politica di reinserimento sociale e con blande pene detentive dei soggetti che han compiuto reati hanno portato a tutto questo caos.
Paradiso per criminali
La Svezia, per molti delinquenti, è vista come una nazione ove porre le basi per molti traffici illeciti. Criminali facenti parte di bande provenienti prevalentemente dai paesi dell’ex blocco sovietico e da paesi del magreb.
Tanto si rimane impuniti; infatti per molte culture, pensiamo ai paesi dell’est Europa ed ai paesi nordafricani tutto questo permessivismo è visto solamente come una debolezza da sfruttare a proprio vantaggio.
Negli ultimi 15 anni la Svezia ha sperimentato un graduale aumento dei tassi di criminalità che sta mettendo in crisi un sistema penitenziario e carcerario considerato un modello virtuoso.
E’ il destino che attende le nazioni europee se non saranno in grado di invertire la rotta e riappropriarsi delle proprie tradizioni e delle proprie sovranità.
*Ci perdonerà Shakespeare se abbiamo adottato alla svezia la celebre frase detta da Amleto nei riguardi della Danimarca.
Paolo Ornaghi
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