Bruxelles: passa la mozione per inserire l’aborto nella costituzione europea – Continua l’agenda euro-woke. A Bruxelles passa la mozione chiesta da Sinistra e Verdi che chiede di inserire l’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Ue e così dopo aver ideologizzato la scienza, l’Unione Europea si piega (o meglio ci piega) ai voleri progressisti, scatenando feste isteriche di femministe, anticristiani, antifascisti e quant’altro.
Ancora una volta, dall’Europa non arriva un’innovazione sociale o qualcosa per risanare l’economia (anzi, ogni provvedimento europeo si trasforma in una coltellata per il cittadino comune) ma l’ennesimo specchietto per le allodole mascherato da diritto civile.
Le mani sporche di sangue
La pratica dell’aborto ha delle cause ben identificabili, ma nessuno nei palazzi blustellati cerca una soluzione a monte, come per esempio finanziare la ricerca medica per identificare e curare le malattie dei nascituri, prevenire gli stupri con maggiore sicurezza nelle strade (e in periodo COVID abbiamo visto che ciò è possibile), aiutare le future madri che non sanno come provvedere ai figli che verranno, agendo a livello culturale per affrontare la sessualità in maniera responsabile (questo anche per evitare conseguenze peggiori di una gravidanza indesiderata).
La UE offre invece la scorciatoia, se ne lava le mani dei problemi sociali che spingono le donne ad abortire, convincendole che sia una loro scelta e un diritto per cui lottare.
Subito fuori da questa Europa
Proprio come con l’eutanasia, l’aborto è lo specchio di una società che non fa i conti con sé stessa, che offre scappatoie trasformandole in diritti civili, distraendo l’opinione pubblica e festeggiando per aver fatto piangere i preti.
Ma qui non si tratta più della sola religione, ma di una vera emergenza sociale e culturale. Ed a piangere non saranno i preti, ma chi non avrà la possibilità di nascere in nome della libertà europea.
Lorenzo Gentile
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