Bologna ai 30, Salvini in campo, ma grazie all’azione di Indipendenza!
Le iniziative del ministro Matteo Salvini volte a contrastare la trasformazione di gran parte di Bologna in un’allucinante Zona 30 – un vincolo alla mobilità che sta peggiorando di ora in ora la vita quotidiana dei cittadini del capoluogo emiliano – sono una limpida e netta vittoria del movimento Indipendenza! che si sta radicando profondamente anche sotto le Due Torri.
Certo, non lo ammetteranno i partiti del Centrodestra e men che meno i mass-media locali, ma la posizione di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, fino all’altro ieri, non era certo orientata a un contrasto diretto e immediato alla delibera comunale che, di fatto, rallenta e quasi blocca tutta la città.
I “berlusconiani”, infatti, per primi e per prima cosa avevano proposto un ricorso amministrativo; mentre i “meloniani”, in un secondo momento, avevano lanciato l’idea di un referendum cittadino, per il quale hanno anche iniziato la raccolta delle firme.
Iniziative lodevoli, nulla da dire, ma utili, più che a contrastare subito Matteo Lepore, a “monetizzare” elettoralmente lo scontento della popolazione bolognese, ma solo in momenti lontani nel tempo, in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.
Da Indipendenza la svolta
Di contro, Indipendenza! dopo aver compiuto e diffuso tramite i social network e nelle manifestazioni pubbliche un’analisi giuridica perfetta della materia e della situazione che si è determinata con la scellerata decisione della giunta, ha segnalato e chiesto a gran voce che le forze che son, sì, opposizione a Bologna, ma al governo a Roma, si assumessero la responsabilità diretta di annullare con un atto d’imperio le regole imposte dal Pd nel capoluogo emiliano.
E così, con una significativa modificazione della rotta iniziale, il Centrodestra ha iniziato a fare ciò che era ed è nelle sue dirette facoltà: intervenire a tutela degli interessi dei cittadini.
Non era scontato che accadesse.
Come ha confermato proprio oggi Matteo Lepore, Giovanni Preziosa aveva ben ragione a segnalare come, nella scorsa estate, probabilmente per una “svista”, il Comune di Bologna era riuscito anche a farsi erogare 600 mila euro dal governo proprio per realizzare la Zona 30, a dimostrazione di come a Roma non avessero proprio proprio capito bene come funzionino certe cose, se si lascia mano libera ai sindaci e a quelli del Pd in particolare.
Ed è anche – se non sopra a tutto – per questa ragione che l’azione del Centrodestra bolognese, apparentemente molto energica, in concreto, però, si è limitata in queste due settimane ad alimentare e a rappresentarsi comprensiva dello scontento generale.
Ed è stata l’azione congiunta dei cittadini “non allineati” e di Indipendenza! che ha picchiato forte sul tamburo per richiamare tutti ai propri doveri che ha indotto i partiti di governo e il ministro Salvini a prendere il toro per le corna, anche a rischio di essere accusati dal sindaco di aver compiuto un voltafaccia istituzionale.
Comunque sia, tutto è bene, purché, però, finisca bene.
Lepore ha appena annunciato di essere pronto ad allinearsi a eventuali disposizioni del governo, titolare dei poteri in materia di limiti di velocità; c’è da sperare che al Ministero dei trasporti nessuno compia altre imprudenze o lavori con la disattenzione che, a oggi, ha permesso al Comune di Bologna d’impossessarsi della vita di tutti, stravolgendo l’organizzazione quotidiana e professionale di ogni settore, categoria e classe della città.
E, in conclusione, come non rimarcare come l’impegno nei partiti e coi partiti che non sono rappresentati in Parlamento e che vengono ignorati dalla stampa, in realtà, può dare ottimi frutti, se coordinato con i sentimenti della popolazione e sviluppato con l’intelligenza tattica e strategica necessaria a svolgere una “pressione morale” su quei deputati e senatori che hanno eletti e, per di più, ora annoverano anche ministri, viceministro e sottosegretari.
Massimiliano Mazzanti
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