Black Friday e consumismo – Con l’avvicinarsi della Santa festività del Natale ecco una breve riflessione su questo periodo che, sempre più ci ha fatto dimenticare la sacralità della festa a fonte di una sfrenata voglia di acquisti per compensare alcuni nostri bisogni, che ci hanno convinto essere primari.
Il supermercato senza cassieri
A inizio novembre ha aperto a Verona il primo supermercato totalmente automatizzato, senza casse e cassieri.
All’ingresso si riceve un codice identificativo, poi il supermercato è dotato di telecamere e sensori che identificano i prodotti sugli scaffali e monitorano la posizione della clientela. Il sistema monitora tutti gli spostamenti e raccoglie i prodotti in un carrello virtuale. I pagamenti, digitali e rigorosamente senza l’uso della moneta contante, sono gestiti da totem posti alla uscita ove il carrello virtuale è associato al codice univoco del cliente che può ricontrollare la lista e procedere al pagamento.
Il Black Friday, come è nato e cosa è diventato
Terminato, anche, da una manciata di giorni il delirante periodo del Black Friday ovvero quella isteria di acquisto compulsivo che ci hanno infuso e che una fonte – la mia preferita, non per la pratica in sé quanto per l’ironia della questione – farebbe risalire all’usanza dei proprietari terrieri degli stati dell’America sudista che potevano comprare schiavi a prezzi scontati il giorno dopo il giorno del ringraziamento.
In tempi recenti si è data altra spiegazione alla sua origine perché ovviamente questa versione della storia non è politicamente corretta e avrebbe portato molti a boicottare questo furore consumistico.
È noto che l’avanzare delle tecnologie, e della intelligenza artificiale ci sta portando ad essere succubi della cultura consumistica imposta dal modello anglosassone, oramai siam solo dei polli da allevamento al servizio di una società sempre più indicata al consumo, una società avara, gretta, egoista e senza ideali, solo votata al benessere personale, alla realizzazione del singolo individuo ed alla propria aspirazione personale, tutto ciò a discapito del contatto umano.
Dobbiamo tornare a mettere al centro l’individuo, per esempio usando in questi giorni di spese, i negozi di prossimità che davano un senso di aggregazione e di partecipazione alla vita di quartiere.
Paolo Ornaghi
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