Bergoglio coopta Casarini – La XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che si svolgerà in due sessioni distinte a ottobre 2023 e a ottobre 2024, basandosi sul testo dell‘Instrumentum Laboris, si propone di disegnare la nuova Chiesa affrontando temi quale il diaconato femminile, aperture verso il mondo Lgbtq+, e soprattutto, quella che è oramai un’autentica ossessione bergogliana: l’accoglienza verso i migranti.
Quella auspicata dal Pontefice, però, sembra aver poco di evangelico.
Tutta protesa verso il fenomeno migratorio assolutamente incontrastato, l’accoglienza modello ONG non sembra affatto proporsi l’ingresso dei migranti nella comunità dei credenti, la loro conversione, il loro accompagnamento verso la retta dottrina e il Sommo Bene, che è Dio.
E’ piuttosto un accontentarsi di rifocillare e mantenere parcheggiate a tempo indeterminato un numero illimitato di persone sradicate dalla loro terra, all’inseguimento del miraggio di un improbabile e, spesso, impossibile benessere puramente terreno.
In uno slancio di ulteriore strappo verso la tradizione cattolica, anche verso quella post conciliare, che tanto cattolica non è più, Bergoglio allarga il recinto sinodale anche a chi vescovo non è ed estende inviti di partecipazione anche ai non consacrati, fino ad un personaggio con cui i flirts in passato non sono mancati: Luca Casarini.
Centri sociali sovversivi
Esponente dei centri sociali (tra cui il noto “Pedro”) e della sinistra extra parlamentare padovana, Casarini balzò agli onori delle cronache ai tempi del G8 di Genova.
All’epoca il movimento No Global, molto composito al suo interno, contava accanto a sinceri idealisti anche non pochi facinorosi che sfruttavano le manifestazioni per devastare le città. Casarini era il capo della frangia dei cosiddetti “Disobbedienti”.
Ben presto in quel movimento maturò la convinzione che, in fondo, la globalizzazione non andava condannata in toto.
Riciclati
Quindi NO alle multinazionali, ma SI alla migrazione di massa – come se le due cose non fossero strettissimamente collegate-. Insomma, dato che le parole d’ordine No Global e No Border -quest’ultima nata successivamente ma con radici riconducibili allo storico internazionalismo rosso- sono in palese, reciproca e assoluta contraddizione, fu coniato il termine New Global. Dopo non molto tempo il movimento perse di consistenza, ma Casarini seppe restare sulla cresta dell’onda, come esponente di varie sigle dell’estrema sinistra vendoliana e non solo, fino a ricoprire l’incarico di consulente del ministro Livia Turco nel primo governo Prodi.
La Quinta Internazionale
Da anni si distingue per la sua attività nella Mediterranea Saving Humans e in altre ONG immigrazioniste, tutte ben attente che i migranti arrivino rigorosamente in Italia. La saldatura tra Bergoglio e il compagno Casarini, alla luce di quanto sopra, potrà forse scandalizzare, ma non certo stupire.
Questa nuova Chiesa che si sta cercando di costruire è qualcos’altro rispetto all’ essenza bimillenaria del cattolicesimo.
Una Chiesa tutta terrena, dove il Trascendente è evocato solo incidentalmente e quello che conta è il solo aiuto materiale, praticato il quale, ognuno può legittimamente percorrere qualunque strada. Una Chiesa per cui il proselitismo, che altro non è che la conversione del prossimo, cessa di essere un’esortazione del Vangelo e viene trasformato in uno dei peggiori abomini. Tutt’altra cosa, appunto. Ma allora perché chiamarlo “Sinodo dei vescovi”? Quinta Internazionale sarebbe stata assai più appropriata.
Raffaele Amato