Basta un poco di zucchero e la pillola…porta voti.
Siamo agli sgoccioli di una campagna elettorale regionale senza esclusione di colpi.
Nella Regione più rossa d’Italia, l’Emilia-Romagna, dove per decenni la sinistra più becera, travestita da democratica, ha sempre dettato legge, quest’anno se ne vedono veramente delle belle e, sinceramente, non ci resta che piangere.
Lo scontro politico è iniziato da tempo, dalla prima alluvione di maggio 2023, ed è totalmente scoppiato in questi ultimi due mesi.
In questo lunghissimo periodo di campagna i candidati, spesso, hanno dato il peggio di se stessi: arroganza, meschinità, arrivismo ed egocentrismo sono stati la base di pessimi teatrini elettorali.
Tra i rimpalli delle responsabilità in merito alle alluvioni, ai soldi non spesi, ai lavori mai eseguiti, alla mala gestione della sanità, alle passerelle istituzionali, ai botta e risposta via social, ognuno ha pensato solamente al suo orticello, cercando applausi e consensi.
Ma con tutti i problemi reali che ci sono, sarà che, questa volta, i cittadini sono molto incazzati, sarà che le ‘eccellenze’ (ad esempio la sanità) della presidenza di Bonaccini & Friends hanno poco (n.d.r. se non nulla) di eccellente, sarà che il PD, per la prima volta, ha il timore di perdere terreno, a pochi giorni dalle votazioni, ecco che l’amministrazione regionale uscente cala l’asso ideologico accaparra voti.
Aborto casalingo
Come la migliore Mary Poppins dei nostri tempi, ecco a voi l’aborto ‘casalingo’.
Sì, avete letto bene!
Insomma, un fai da te sanitario, veloce ed indolore (dicono loro) che consiste nell’assunzione di due pillole: la Ru486 e una prostaglandina. La prima, che causa la morte del feto, da assumere presso la struttura sanitaria e la seconda, che determina l’espulsione del feto morto, da assumere a casa.
La determina regionale parla chiaro, la pratica abortiva farmacologica potrà essere eseguita, su richiesta, a casa propria.
Contrariamente a ciò che affermano, l’aborto farmacologico è più pericoloso di quello chirurgico.
Provoca contrazioni dolorosissime durante l’espulsione del feto e c’è il maggior rischio di gravi emorragie come c’è il rischio di fallimento portando al ricovero per intervento chirurgico di isterosuzione; infine, non mancano le complicanze più gravi che possono provocare la morte della donna.
Dicono anche che abbia un costo minore, peccato che ciò non sia propriamente vero: da una recente analisi dell’OPA, si evidenzia una crescita di spese proprio in ordine all’aborto farmacologico e per i farmaci dispensati a contrastare le complicanze; un 11% in più rispetto l’anno 2022.
Contro i Diritti Umani
Una decisione, questa, che va, quindi, contro ogni principio etico, morale e sociale. Rimarcando come da sempre la 194 è di per sé una legge che palesemente va contro i diritti umani (Dichiarazione universale dei diritti umani art. 3 “diritto alla vita” e Convenzione universale sui diritti dell’infanzia art. 6 “diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo del bambino..”), non solo spacciano la pratica abortiva, ovvero la totale eliminazione fisica di una nuova vita, come una conquista da difendere, l’emancipazione femminile per antonomasia, un diritto inviolabile per tutte le donne, ma la riducono alla semplice quanto letale assunzione di un paio di pillole che, ribadiamo, oltre che uccidere una vita, minano la salute psicofisica delle donne.
In tutta questa ‘selva oscura’ ci si attendeva una dura presa di posizione dal centro destra ma soprattutto dalla loro candidata alla presidenza che, sull’argomento, ha preferito glissare. In effetti, il silenzio su temi scomodi, può avere un effetto positivo anche per loro in cabina elettorale.
Insomma, ci pare di capire che siano rossi o azzurri poco cambia, l’importante sia accaparrarsi voti.
Desideria Raggi
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