Allattare direttamente a Montecitorio: la vittoria delle neomamme deputate – “Uno dei momenti più emozionanti e supremi nella vita di una donna” Così il professore Adolfo Panfili descrive l’allattamento. Momento così emozionante da aver ispirato miriadi di pittori che, a detta del dott. Panfili, hanno immortalato questa iconografia come testimonianza di serenità e tranquillità della vita”.
I precedenti nel mondo
Forse per questo motivo sorge qualche dubbio su quanto sia positivo per la madre e per il bambino far sì che un momento così emozionante e supremo avvenga in un’aula di Parlamento, magari mentre la madre fa il suo intervento come successo nel 2017 in Australia quando la senatrice dei verdi Larissa Waters si alzò in piedi rivolgendosi all’assemblea parlamentare con al seno la figlia Alia Joy, di 3 mesi. Oppure come successo nel 2015 con Victoria Donda Perez, deputata argentina, mentre allatta nel corso di una sessione parlamentare. Emancipazione o spettacolarizzazione della maternità?
Ora possibile anche in Italia
Domanda che sorge a maggior ragione in questo periodo visto che da metà novembre le deputate potranno allattare nell’aula di Montecitorio.
Le donne nella veste di mamme e di rappresentati del popolo potranno partecipare ai lavori parlamentari e, da “apposite postazioni collocate nell’ultima fila superiore dell’emiciclo”, oppure in una tribuna riservata, “previamente e appositamente individuata dal Collegio dei Questori”, potranno allattare i loro bimbi fino al compimento di un anno. Viene così modificato il regolamento che prima prevedeva che nessuna persona estranea alla Camera potesse “sotto alcun pretesto, introdursi nell’Aula dove siedono i suoi membri”.
Una norma che di fatto costringeva le deputate a interrompere la loro partecipazione alle sedute per allattare.
La norma attesa da oltre 10 anni
Tutto questo è stato reso possibile per la decisione presa dalla Giunta per il regolamento di Montecitorio, che ha approvato un parere che ha fatto seguito all’ordine del giorno “sulle modalità di partecipazione delle deputate madri ai lavori parlamentari”. Presentato da Gilda Sportiello dei 5Stelle e approvato il 27 luglio scorso.
Nel 2006 a Montecitorio venne allestita, vicino alla tribuna stampa, una saletta per l’allattamento delle deputate neomamme. Una richiesta di Donatella Poretti accolta dall’allora presidente della Camera Fausto Bertinotti. In seguito, con l’approdo in Parlamento di tante giovani deputate elette nel M5S, vennero allestiti altri spazi per l’allattamento vicino all’Aula. E anche una nursery. Ma in tutti i casi fino a oggi i neonati non potevano accedere all’emiciclo. Particolarmente soddisfatta Licia Ronzulli, già parlamentare europea. “Finalmente! Le Deputate italiane potranno allattare in Aula alla Camera senza rinunciare al voto. Bruxelles ha aperto la strada già 12 anni fa e lo chiedo da allora per le colleghe neomamme in Italia. Sulla conciliazione lavoro-famiglia, le Istituzioni devono essere da esempio”.
Ecco perché sulla base del provvedimento e i casi sopra riportati ci si chiede se allattare il figlio in un’aula di Parlamento, anche se da un posto riservato alle sole mamme, rispetti la tranquillità e la serenità di chi si porta al seno non solo per essere nutrito ma anche per avere quel momento di serenità e tranquillità sigillato proprio nel rapporto madre – figlio.
Un rapporto inscindibile dal momento del concepimento per il resto della vita di chi ha dato la vita e di chi su quel petto trova un rifugio, un conforto, un riparo sin dai suoi primi vagiti.
Attimi e momenti di serenità che solo una madre può donare a un figlio e che un figlio può solo provare appoggiandosi al suo petto. Attimi che, forse per questo motivo, dovrebbero svolgersi nelle sedi e nei contesti che rispettino quella serenità e quella tranquillità.