Il lungo tradimento
Oggi, molti fedelissimi degli Agnelli-Elkann stanno ancora tentando di giustificare il disastro di Stellantis con la transizione green o con l’aumento dei costi energetici e pochi si domandano come mai le aziende automotive di Usa, Cina o Corea non subiscano la stessa sorte. La realtà è che le aziende tedesche e francesi hanno sbagliato tutto e Stellanti ha tentato di limitare i danni di quegli errori facendoli pagare alle fabbriche italiane.
Vediamo la sequenza con il trattamento riservato agli italiani e, alla fine, diamo un nome preciso ai colpevoli,
2003 Arriva Marchionne
Umberto Agnelli fa nominare Sergio Marchionne, allora manager in società e banche svizzere, nel CdA di Fiat. Marchionne inizia tutta una trafila manageriale interna e, tra l’altro, viene nominato amministratore delegato in Chrysler quando, nel 2009, la Fiat ne compra una quota azionaria di minoranza.
2009 CHRYSLER è virtualmente fallita
Marchionne entra in Chrysler in corrispondenza della “crisi dei mutui” negli Usa e ottiene da Obama di provare un piano di risanamento con Fiat, con il gruppo torinese che stava abbastanza messo male anch’esso. Il sindacato dell’auto americano, la UAW, diventa in quel momento il maggiore azionista di FCA con il 41,5% delle azioni in suo possesso.
2014 Nasce FCA dalla fusione tra FIAT e CHRYSLER
Marchionne, anziché ridurre i marchi, punta a rivitalizzarli singolarmente, sia in Fiat che in Chrysler. L’operazione riesce bene e il sindacato UAW sceglie di farsi liquidare completamente, con grande guadagno per i dipendenti.
2018 Marchionne si ammala e muore
Fino a quel momento, Marchionne si era sempre rifiutato di vendere la FCA ai francesi di PSA, valorizzando le produzioni italiane tanto quanto quelle americane.
2020 Gli Agnelli-Elkann vendono ai francesi
La vendita avviene durante il governo di Conte II, sostenuto dal M5S e dal PD. Ovviamente, non solo nessuno obietta sulla vendita e sul passaggio di controllo del settore automotive alla Francia, ma anzi tutto sembra scivolare nel silenzio generale.
2020 Prestito di 6,3 miliardi a FCA
Non solo il governo M5S-PD fa passare la vendita di FCA ai francesi in ombra, ma gli fa pure prestare 6,3 miliardi garantiti dal governo. E, per massimo sfregio, Elkann dichiara che, di quei 6,3 miliardi, 5,5 verranno utilizzati per pagare i dividendi da plusvalenza per l’operazione di fusione FCA-PSA. Il tutto in pieno lock down e con ristoratori, baristi e artigiani che facevano la fame.
2021 Arriva Tavares e iniziano gli oltraggi alle fabbriche italiane
Tavares inizia subito con i fornitori di FCA in Italia e manda loro una lettera avvisandoli di possibili riduzioni o rescissioni dei contratti nei mesi a venire. Poi chiede continuamente soldi al governo se vogliono che le produzioni vengano lasciate in Italia. Poi accusa le fabbriche di scarsa produttività e inizia a far saltare posti di lavoro e saranno 14.000 in meno durante la sua gestione. Poi, per scherno e paradosso, poiché nelle fabbriche francesi deve assumere nuovo personale, chiede ai dipendenti italiani di trasferirsi in Francia. Ma non erano dei lazzaroni poco produttivi? Poi inizia un trasferimento continuo dei marchi italiani nelle fabbriche straniere. Di particolare rilievo l’arrivo dagli stabilimenti marocchini di auto Fiat con tanto di bandierina italiana sulla carrozzeria.
2023 Il ministro Urso si lascia dileggiare da Elkann
Con il misero tentativo di salvare le produzioni in Italia, il ministro Urso chiede di entrare nel capitale di Stellantis tanto quanto aveva fatto il governo francese. Elkann lo sbertuccia dichiarando che non ne hanno bisogno perché Stellanti sta andando bene e il capitale dei governi serve solo se vanno male.
2024 Stellantis inizia a soffrire e il sindacato americano attacca pesantemente Tavares
Stellantis negli Stati Uniti, punta il dito contro le decisioni che hanno generato i profitti a breve termine e hanno consentito a Tavares di raggiungere un aumento della sua paga del 50%. “Le scellerate decisioni a breve termine per assicurarsi dei profitti record nel 2023 hanno avuto degli effetti devastanti, eppure assolutamente prevedibili, sul mercato americano – ha dichiarato a Seattle Times -. Queste conseguenze comprendono il rapido degrado dei nostri iconici marchi americani”.
Altrettanto chiaro nei confronti di Tavares è il presidente del sindacato UAW, Shawn Fain. “O consentiamo a un CEO fuori controllo e ai suoi sostenitori miliardari che si sono goduti anni di profitti record di chiudere fabbrica dopo fabbrica e continuare a distruggere la nostra nazione – ha recentemente spiegato ai membri della sua associazione – oppure ci facciamo valere”. Insomma, mica le scuse in Europa sulla green transition o sui costi energetici.
2024 Le decisioni folli di Tavares e la crisi
La vera decisione folle di Tavares è stata quella di aver aumentato i prezzi delle auto per far guadagnare di più i proprietari di Stellantis. Questo aumento dei prezzi, non giustificato da un aumento dei costi di produzione, ha generato grandi margini ma anche un crollo nelle vendite. E, intanto, negli ultimi quattro anni Tavares ha procurato 24 miliardi di utili e ciò gli ha fruttato aumenti di stipendio del 50% e una liquidazione da 100 milioni di euro.
E la Schlein, Landini e Conte, dove sono stati negli ultimi sei anni?
La Schlein dice di aver fatto delle interrogazioni, ma qualcuno l’ha mai sentita in tv parlare di Stellantis? C’è un rigo nelle interviste su Repubblica, il giornale dei padroni di Stellantis, dove la Schlein domanda dello spostamento delle produzioni fuori dall’Italia? E il suo amico Landini? Spesso intervistato da Repubblica, ha mai parlato della vendita ai Francesi, dei posti di lavoro persi, dei 400.000 posti di lavoro a rischio in Italia? Perché queste persone non parlano come ha invece parlato il sindacato americano?
Eccoli i colpevoli
Almeno adesso, dovrebbero dire che Elkann non deve più presentarsi in Italia e invece stanno ancora muti sull’argomento, cosa c’è sotto?
Carlo Maria Persano