I NOSTRI FIGLI ALLA GUERRA DELLA VON DER LEYEN
La Germania, tranne l’AfD, ci sta raccontando che una guerra con la Russia è imminente e, poiché Trump non vuole difenderci più, allora dobbiamo armarci e combattere noi in prima persona. O meglio manderemo a combattere i nostri figli. Anche coi maranza, o senza? Non si sa.
Quindi quasi tutta la UE sta chiedendo un esercito europeo, per l’occasione alleato di nuovo con gli inglesi che, magicamente, non sono più i cattivoni della Brexit.
A questo punto è meglio che ci poniamo qualche domanda per capire quanto c’è di vero e cosa conviene veramente fare e le domande principali sono queste cinque:
- È vero che Putin ci vuole invadere?
- Preferiamo una Nato a guida americana o una specie di nuova Nato europea a guida tedesca e francese?
- Esiste ancora l’opzione della neutralità a fronte di informazioni incerte?
- La reale materia del contendere è Putin o qualcosa che non dicono?
- La Von der Leyen si sta inventando scuse per accaparrarsi nuovi miliardi?
Iniziamo con le risposte a partire dalla richiesta di un esercito europeo.
UN ESERCITO UNICO?
Non si capisce se il nuovo esercito europeo dovrebbe rimanere nella Nato o se ne dovrebbe staccare. Ovvero non si capisce se saremo ancora alleati degli americani o l’Europa farà per sé, né con chi starebbe la Gran Bretagna.
Si sente parlare di ombrello nucleare francese e di sistema anti missili nucleari tedesco, quest’ultimo per altro ancora da edificare.
L’aspetto certo è uno solo, i nostri soldati, ovvero i nostri giovani, prenderebbero gli ordini o dai generali francesi o dai generali tedeschi. Viene da domandarsi, se con Stellantis i primi a essere licenziati sono stati i lavoratori italiani (con Landini muto), al fronte, nelle azioni più pericolose verrebbero mandati gli italiani?
No, perché almeno con gli americani non funzionava così.
Gli americani accettano di importare 63 miliardi all’anno di prodotti italiani, i tedeschi e i francesi cercano invece di fregarci i soldi appena possono, perché dovremmo fidarci di loro in una guerra?
Di più, i francesi e i tedeschi, con la globalizzazione spinta voluta da loro, sono i diretti responsabili del crollo della produzione industriale, avvenuto ben prima dell’elezione di Trump, cosa ci fa pensare che sarebbero più attenti in una strategia di guerra?
Ci saranno anche quelli che non vedono l’ora di essere comandati dai generali tedeschi o francesi e, allora, è meglio che ognuno risponda in cuor suo a queste domande.
DAVVERO PUTIN NON VEDE L’ORA DI ATTACCARCI?
La prima domanda che dovremmo farci è, se questo fosse vero, perché allora non ci attacca subito, ora che saremmo impreparati a un suo attacco?
Perché dovrebbe lasciarci il tempo di organizzarci?
Fino al 2014, Putin se ne stava tranquillo con i vari accordi di Minsk, da Eltsin in poi (1991), dove si prendeva l’impegno di non militarizzare i Paesi dell’ex blocco sovietico, confinanti con la nuova federazione di Stati russi.
L’Europa occidentale, nel frattempo, di era riempita di oleodotti e di gasdotti e Putin era tutto contento di vendere il suo petrolio e il suo gas in occidente. La mancanza di intenzioni bellicose si evidenziava anche con i depositi per 300 miliardi di soldi russi nelle banche europee, specialmente in Belgio. Questi depositi erano per la maggior parte denominati in euro.
Dal quasi subito, dal 1994, Clinton iniziava a tramare nell’ombra per circondare di nuove adesioni alla Nato i confini russi. Poi arrivò la provocazione del 2014 con gli eventi di piazza Maidan orchestrati dagli Usa di parte dem. Kerry e la Nuland furono mandati sul campo, ci sono le foto degli incontri congiunti con gli autori ucraini del colpo di mano.
Nel 2016, la Nuland, orgogliosa del suo operato, riferì davanti al congresso di aver infiltrato 12 ministeri ucraini con consulenti statunitensi, di un addestramento americano della polizia nelle 18 città principali, di aver causato, tramite il Tesoro americano, la chiusura di 60 banche ucraine, proteggendo al contempo i correntisti di fede filo americana e di aver speso 266 milioni di dollari per addestrare i soldati ucraini. (c’è un video della Nuland che parla tronfia davanti al congresso)
LE PROVOCAZIONI
Poi, si sono intensificati gli agguati ai russofoni del Dombass. Poi. Nel 2023, l’esercito ucraino partecipò a tre esercitazioni con la Nato in scenari di guerra. Ovvero per coordinarsi per l’uso dei satelliti e per impratichirsi nell’uso dell’armamento Nato.
Come faceva Putin a non intervenire con gli accordi di Minsk totalmente disattesi? Come faceva a non intervenire con i morti russofoni nel Dombass? Se l’Italia ne avesse avuto la forza, non sarebbe stato giusto intervenire per salvare gli italiani della Dalmazia?
Oggi, il vento è cambiato, con una Nato guidata dai nuovi generali nominati da Trump, con i generali fedeli a Biden rimossi e col capo di Stato maggiore americano provvisto di grazia “preventiva” fornita da Biden l’ultimo giorno della sua presidenza. Così, già in questi giorni si sente parlare di ripristino del gasdotto Northstream, quello che pompava gas a tutto spiano alla Germania. E questo sarebbe il Putin così pericoloso? E contro questo che dovremmo fare la guerra?
Certo, Putin, con tutta la prosopopea della liberazione dal nazismo e l’esaltazione dell’armata rossa stalinista che avrebbe liberato l’Europa nel 1945, contribuisce parecchio a una babele ideologica, ma, nella sostanza, evidentemente egli preferirebbe una vita autonoma, vendendo il suo gas in Europa, piuttosto che doversi buttare nelle braccia dei cinesi. Come sta facendo dal 2024. Stiamo pur sempre parlando di un’economia, quella russa, con un PIL di appena 1.800 miliardi, da raffrontare col PIL cinese di 18.000 miliardi.
ESISTE ANCORA IL CONCETTO DI NEUTRALITA’?
Se si partecipasse a un esercito europeo e Macron ci raccontasse che la Russia sta per attaccare e quindi sarebbe meglio attaccare noi per primi, e se noi non fossimo totalmente sicuri di quanto racconta Macron, potremmo ancora scegliere di rimanere neutrali, nell’attesa di capire meglio? Oppure la polizia militare di Macron ci fucilerebbe come disertori?
Sappiamo tutti come funzionerebbe un esercito, con i suoi obblighi di disciplina, specie se si fosse in tempo di guerra. La Von der Leyen sembra tutta vogliosa di dichiararne una.
Perché dovremmo allora cedere anche la sovranità di poterci ritenere neutrali?
QUALI SONO I RISCHI REALI CHE SI PROFILANO ALL’ORIZZONTE
Il debito americano è il vero rischio che si presenta per tutti i contendenti. Gli Usa hanno necessità di stampare titoli di Stato per 3.000 miliardi all’anno e non potrebbero stampare direttamente carta moneta perché hanno un’inflazione già altissima con i soli titoli di Stato. Se stampassero carta moneta finirebbero in una condizione in stile Weimar in pochissimi mesi.
Alcuni economisti sostengono che quei titoli verrebbero assorbiti dai fondi pensione americani, in attesa che le manovre di Musk riducano la spesa federale, e quindi non ci sarebbe alcun pericolo. Altri economisti sostengono che i fondi pensione non saranno sufficienti ad assorbire altri titoli e quindi gli Stati Uniti dovranno piazzare quei titoli all’estero. In un tale contesto, i principali Paesi estrattori di materie prime o trasformatori delle stesse, si domandano perché dovrebbero continuare a farsi pagare con titoli che finirebbero per diventare carta straccia e allora si stanno riunendo in un’alleanza economica che si chiama BRICS, dai nomi di Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa.
Nell’Ottobre 2024, ovvero in piena guerra in Ucraina, questi Paesi si sono riuniti a Kazan con altri Paesi interessati all’alleanza BRICS: Bielorussia, Turchia, Iran, Emirati Arabi, Bosnia, Egitto, Bolivia, Mongolia, Palestina, Laos, Arabia Saudita, Serbia, Etiopia Armenia, Malesia e Indonesia. E Putin ha tenuto 20 incontri bilaterali.
Si è stabilito di superare il sistema di scambi monetari SWIFT e di sostituirlo con uno BRICS. Se mai ci sarà una dedollarizzazione, come viene definito il distacco dal dollaro, questo ne sarebbe stato l’inizio.
Quindi, c’è una domanda di cui non si parla affatto nei media ed è capire chi dovrebbe comprare nei prossimi quattro anni 12.000 miliardi di dollari di titoli del Tesoro americano e da cosa sarebbe spinto a farlo?
PERCHE’ LA VON DER LEYEN PARLA SEMPRE DI 800 MILIARDI
La globalizzazione voluta dai dem americani congiuntamente a Berlino non è fallita per il covid o per la guerra in Ucraina, è fallita perché i tedeschi hanno ceduto gratuitamente della tecnologia ai cinesi con la speranza di metterli in concorrenza con i produttori europei, italiani per primi. In realtà i cinesi, grazie a quel regalo, hanno sviluppato una loro tecnologia molto forte e si sono messi a fare concorrenza ai tedeschi stessi (e agli americani), sfornando prodotti di buona levatura. È così successo, ad esempio, che la Volkswagen è rimasta col 20% della sua produzione invenduta nel 2025 (500.000 auto) e dovrà ridurre la produzione per l’equivalente di 3 dei suoi stabilimenti. E anche tutto il resto dell’automotive è ridotto così, e pure tanti altri settori, ad iniziare da quello chimico. Generando in Francia, in Germania e in Italia, un crollo della produzione industriale negli ultimi 3 anni.
Conscia di questo disastro, la Von der Leyen ha incaricato Mario Draghi, altro campione della globalizzazione, di trovare una soluzione e Draghi l’ha trovata dichiarando la necessità di 800 nuovi miliardi da investire nell’industria, essenzialmente tedesca, per l’innovazione e la transizione green. In molti sono stati contrari al progetto Draghi, domandandosi perché si dovevano regalare altri 800 miliardi ai tedeschi, già colpevoli della strategia disastrosa coi cinesi. Allora la Von der Leyen se n’è uscita con una nuova scusa, ovvero, adesso ci attaccano i russi e parecchi miliardi vanno investiti negli armamenti, compreso un sistema di protezione tedesco che verrà edificato ed esteso a tutti i Paesi della UE. E tutto ciò costerebbe di nuovo 800 miliardi.
Carlo Maria Persano
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