A Torino l’Imam che parla della Jihad agli universitari
La settimana scorsa in università a Torino a Palazzo Nuovo durante una protesta pro-Palestina è stato invitato a tenere una predica un Imam oltranzista, Brahim Baya che ha arringato la folla di studenti parlando della Jihad e della necessità di combattere i nuovi crociati.
Ecco che una battaglia giusta diventa l’ennesima vetrina oicofoba della sinistra dei centri sociali.
Non bastava voler difendere la libertà e l’identità della Palestina mentre si fa di tutto per distruggere le nostre in nome dell’antirazzismo.
Le targhe alterne arrivano ora che, nella facoltà occupata, viene invitato un imam a dire la sua, mentre gli occupanti tra uno spinello e l’altro ascoltano affascinati.
L’episodio di Papa Francesco
Proprio loro, che quando il Papa voleva parlare all’università avevano dato i numeri poiché lo Stato è laico.
Come per i termini fascismo, patria, famiglia, Nazione, anche il concetto di laicità viene stravolto e riadattato a seconda delle circostanze.
Se si tratta di cristiani, in particolare cattolici, allora lo Stato è laico; se si parla di altre religioni, lo Stato invece è tollerante.
L’odio verso la Croce viene mascherato dietro la laicità, troppo spesso confusa con l’ateismo di Stato, mentre l’amore irrazionale verso le altre culture porta a cambiare immediatamente casacca.
A questo punto viene da chiedersi se tutti questi facinorosi abbiano davvero a cuore le sorti del popolo, o meglio della Nazione, palestinese, o se ancora una volta strumentalizzino una battaglia sacra per avere un nemico contro cui sfogarsi, che sia lo zio Sam (in realtà il loro primo protettore) o il fantasma di un uomo dalla testa pelata.
Certo è che se alla causa palestinese fosse applicata la stessa ideologia antifascista, antirazzista e antireligiosa usata verso l’Italia, Cisgiordania e Striscia sarebbero solo espressioni geografiche, terreno per speculatori liberisti e fanatici progressisti.
Lorenzo Gentile
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