A macchia d’odio. Miserie umane e commissione fantasma – Non ci interessa partecipare alla beatificazione di Berlusconi, altri lo hanno fatto e lo stanno facendo.
Noi gli riconosciamo grandissime doti di imprenditore, di comunicatore, di innovatore e, soprattutto, di combattente.
Ma, sia chiaro, apparteneva ad un altro mondo, diverso e opposto al nostro. Era un liberale, con tutto ciò che questo comporta in termini di visione della società, dello Stato, dell’economia, dell’Italia. Verso la nostra Storia ha, talvolta, pronunciato parole di rispetto, sfidando l’Inquisizione rossa. Ma ha anche finanziato la scissione di Democrazia Nazionale nel 1977, è stato iscritto alla P2 e, soprattutto, ha lanciato la figura di Fini, liquidatore dell’esperienza missina e messia del rinnegamento.
Non un nostro morto
Berlusconi, dunque, fu altro da noi. Ma ora, soprattutto, fu. E questo, da solo, per chi si riconosce nella civiltà romana e cattolica, basta a consegnarlo alla dimensione della pietas. Questi siamo noi, questi sono i nostri valori. Non possiamo, di conseguenza, tacere il nostro disgusto verso certe manifestazioni sguaiate, meschine e squallide che hanno salutato la morte del Cavaliere.
La canea della sinistra
Ha iniziato la rediviva Rosy Bindi, contestando il lutto nazionale, seguita dal Rettore dell’Università per Stranieri di Siena, Tommaso Montanari, – quello che definì la Giornata del Ricordo per i martiri delle Foibe una “falsificazione storica” – , che si è rifiutato di esporre le bandiere a mezz’asta, continuando con le vomitevoli vignette di Vauro, Natangelo, et similia, i titoli e gli articoli su il Fatto Quotidiano e il Manifesto.
Iene
Ma c’è stato di più. Il circolo ARCI di Arcore ha organizzato addirittura una festa e così ha fatto a Bologna il collettivo Làbas, sul cui volantino, scritto in un italiano stentato, si legge: “B.State Funeral Party. Si ok era meglio fosse successo 30 anni fa ma così non fu e ora si festeggia comunque senza nessun rispetto”.
Quando l’odio porta a danzare sul cadavere ancora caldo del “nemico”, significa che si è raggiunta una soglia critica per la civiltà. La radicalizzazione, peraltro ormai episodica in un panorama per lo più sonnecchiante, dello scontro politico, da sola non può, non deve degenerare a livelli di bestialità. Odio, null’altro che odio. Se si togliesse l’odio a questa gente non resterebbe nulla.
La commissione dorme?
Solo il vuoto cosmico. Ancora interdetti di fronte a tanta miseria umana, ecco tornare un ricordo. A proposito dell’odio, ma non c’era una commissione?
Ma sì! La “Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza”, costituita nel 2021 e presieduta da Liliana Segre, che diamine! La senatrice a vita ha detto: “Io spero che possa diventare un momento importante per la Repubblica visto che il linguaggio dell’odio è una cosa che mi ha ferito tutta la vita…”. Perfetto, è proprio quello che ci vuole!
Sono proprio il linguaggio, gli atteggiamenti, le manifestazioni, che alimentano l’odio, e in occasione della morte di Berlusconi ne abbiamo visti a profusione. Per la verità abbondanti ostentazioni di odio siamo stati costretti a sorbircele tante volte, da quel 2021 che ha visto i natali della commissione. Per esempio, in occasione della manifestazione antifascista di Firenze dello scorso 4 marzo.
Ricordate i nobili cori che si sono sentiti? “Uccidere un fascista non è reato”, “Le sedi dei fasci si chiudono col fuoco, ma con i fascisti dentro, sennò è troppo poco”.
Cori orrendi, per cui nessuna anima bella si è indignata. Per cui la Commissione non ha espresso una sola parola di condanna. Non era odio quello? Ma forse, dopo circa due anni, la Commissione, alla cui presidenza la Senatrice Segre è stata nel frattempo rieletta, era ancora in rodaggio.
Ora ci aspettiamo che qualcosa cominci a fare. Altrimenti potrebbe venire da pensare che sia il solito, ennesimo ente inutile, buono solo per le passerelle della Giornata della Memoria.
Raffaele Amato