Papa Francesco bacchetta gli animalisti e sostiene la natalità – Ogni tanto Papa Francesco si ricorda delle vere emergenze, tra cui quella della natalità.
Giustamente il Santo Padre fa notare che al giorno d’oggi si preferisce la compagnia di un animale domestico ai figli, secondo un luogo comune che vuole gli animali meglio delle persone e, in generale, che vede l’uomo come causa di tutti i mali.
Intendiamoci, l’amore da e verso i nostri amici a quattro zampe è qualcosa di assolutamente positivo, ma non può e non deve sostituirsi a quello per i figli.
Sono amori diversi, che per esigenze naturali non vanno mai mischiati, anche per il benessere degli animali stessi.
L’attacco alla famiglia
Fare figli oggi è diventato un lusso, a volte un capriccio.
Non tanto da imputare alla carenza di denaro e prospettive (le generazioni passate facevano più figli con meno risorse) quanto più a questo terrorismo mediatico che fomenta la denatalità.
Le donne temono per la stabilità lavorativa (argomento concreto ma che viene affrontato in maniera fanatica e controproducente dal femminismo), in generale si teme di perdere il proprio stile di vita fatto di viaggi e aperitivi. Quindi si preferisce accontentarsi di un “figlio” peloso, che richiede meno attenzioni e meno sacrifici.
Lo sbaglio di fondo in tutto ciò è essere convinti che tutti questi aspetti siano mutuamente esclusivi.
Si possono fare viaggi coi figli, si può fare carriera anche con figli a carico, ci si può continuare a divertire.
E si possono anche avere animali.
Il progressismo vuole la denatalità (ma non per le altre tipologie di coppie, ovviamente) per poi importare “nuovi lavoratori” da fuori.
E quando la sostituzione etnica sarà palese, non saranno i cani e i gatti a salvarci.
Lorenzo Gentile
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