Elezioni europee truccate e fasulle – Tra un mese gli italiani saranno chiamati a votare per le europee. L’astensione, come prevedibile, aumenterà a dismisura sia perché gli italiani credono sempre meno nei politici e ancor meno nell’Unione Europea dei burocrati della finanza, sia perché queste elezioni in Italia partono truccate.
Dimenticate le libere elezioni
Truccate in vari modi. Vergognosamente truccate.
Da un lato, dato il numero spropositato di firme da raccogliere obbligatoriamente, la presentazione delle liste risulta impossibile per i nuovi partiti privi ancora di rappresentanza, dall’altro il governo ha pensato bene di cambiare le regole a corsa cominciata vietando l’apparentamento con altri partiti europei, cosa che era stata possibile finora.
Una Conventio ad escludendum dunque.
Aggiungiamo che la candidatura dei leader di partito, decisa in queste settimane, è un altro bluff noto a tutti. Prendiamo ad esempio la Meloni che ha deciso di presentarsi capolista di Fratelli d’Italia in tutte e cinque le circoscrizioni.
La Meloni ci prende per scemi?
Una volta eletta, la Meloni di certo non andrà al Parlamento di Bruxelles in quanto presidente del consiglio in Italia. Essere membri del governo e al tempo stesso parlamentari europei è infatti incompatibile. Va da sé che il seggio passerà a scalare ad altri membri della lista fino alla nomina di uno che lo avrà in regalo. Moltiplicate questo per cinque, ci saranno 5 parlamentari eletti senza merito.
Lo stesso varrà per Elly Schlein che addirittura voleva mettere il suo nome accanto al simbolo del PD.
Il partito maggioritario: quello dell’astensione
Ormai la democrazia fondata sulla rappresentanza è al capolinea e sono stati in molti ad accorgersene: Perfino Prodi, Sabino Cassese e altri che hanno stigmatizzato le ferite inferte al sistema da questi trucchi volti ad ingannare gli ingenui elettori.
Un altro colpo, dunque, sarà dato con le elezioni europee alla credibilità istituzionale e per noi va bene così. È bene che tutte le manchevolezze di questi politicanti avventurieri vengano alla luce. Vogliamo però spingerci oltre e muovere altre osservazioni.
Nel momento in cui i votanti saranno meno del 50 %, ad essere delegittimata non sarà solo la classe politica italiana ma la stessa istituzione del parlamento europeo snobbata da chi non andrà a votare.
E allora, è vero che, a norma della Costituzione, l’istituto del referendum non può essere applicato ai trattati economici e a quelli internazionali ma l’astensione andrà a dimostrare che la maggioranza dei cittadini italiani non ama l’Unione Europe, se ne infischia delle sue istituzioni in cui non crede e vorrebbe probabilmente l’uscita dell’Italia da quella che è diventata una vera e propria gabbia.
Qualcuno ha detto art. 50?
Va detto che l’art. 50 del Trattato dell’Unione prevede l’uscita volontaria di un paese che è libero di andarsene quando vuole.
Così è stato per la Gran Bretagna. Dunque, il governo dovrebbe prendere atto delle scelte dei cittadini perché non andare a votare è comunque una scelta, e agire di conseguenza.
Sappiamo che non succederà. Figuriamoci se non lo sappiamo. Sarà però una prova in più che i democratici nostrani non assecondano la volontà popolare ma solo i propri interessi. Essere eletti è per loro come vincere la lotteria e infatti non è un caso che i parlamentari italiani siano in assoluto i più pagati sia nel parlamento nazionale che in quello di Bruxelles.
Nicola Cospito
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