Il caso Scurati e la sinistra isterica
Quando l’antifascismo giustifica tutto.
Ci risiamo.
Riparte il piagnisteo antifascista, questa volta per il caso Scurati, uno scrittore e opinionista (di cui molti suoi attuali ammiratori ieri ignoravano l’esistenza) che ha scritto un monologo contro il governo accusandolo di non prendere le distanze dal Ventennio.
È lo stesso Scurati che ha vinto un Premio Strega raccontando le vicende di Mussolini e della Rivoluzione Fascista infischiandosene della realtà storica, che richiede precisione e studio, ma dichiarando candidamente che parti dei suoi libri erano da considerarsi ricostruzioni di fantasia.
Il signore in questione, a suo dire, sarebbe stato censurato dalla Rai, ribattezzata dai più Telemeloni, per le sue idee antifasciste.
E qui siamo all’apoteosi della faccia da…
Davvero la sinistra grida alla lottizzazione meloniana?
La Rai per decenni è stata il megafono del regime, pagando fior di quattrini a personaggio faziosi che se ne stanno andando in massa (a detta di molti per protesta, in realtà per offerte migliori). E forse lo è tutt’ora.
Hanno per anni voluto censurare qualsiasi cosa, persino i primi lungometraggi Disney, l’autrice di Harry Potter, Dostoevskij, Via col Vento, L’ispettore Derrick, adducendo i motivi più stupidi e in chiaro contrasto con le priorità dell’azienda pubblica.
Ora si lamentano che la Rai, forse in un barlume di buon senso, non voglia spendere qualche migliaio di euro per un monologo di mezz’ora colmo di banalità e qualunquismo, in cui come in un Berizzi qualsiasi si vede fascismo ovunque.
Incoronata Boccia e i controsensi dem
Ma per questa gente è una manna dal cielo per riprendere a giocare a fare i partigiani, continuando però a invocare il bagaglio verso chi, fascismo o no, prende posizioni su temi attuali che riguardano il Paese reale.
È il caso di Incoronata Boccia, messa alla berlina per la sua posizione sull’aborto, senza nemmeno un confronto democratico, in quanto l’aborto, così come l’antifascismo, è un totem inviolabile.
Inutile gridare al fascismo quando i primi antidemocratici sono proprio i democratici, ormai ossessionati da un’ideologia che vedono pure nel fondo del caffè.
Lorenzo Gentile
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