La democrazia liberale e la progressiva discesa verso il nulla – Come funziona la democrazia liberale?
In TUTTI i paesi ci sono due blocchi principali: la sinistra, (socialdemocrazia o progressisti); daremo loro l’abbreviazione L, per la sua frequente menzione. Il secondo blocco è quello della destra (conservatori o partiti popolari); li chiameremo D.
Quelli di sinistra o progressisti non hanno bisogno di virgolette, perché sono quello che dimostrano di essere. È meglio mettere “destra” tra virgolette, perché rappresentano essenzialmente la conferma di progressivi cambiamenti nella legislazione e nei costumi.
Ad esempio, quello che L chiedeva 30 anni fa, oggi D lo dà gratuitamente, con qualche aggiunta in più. Ma il procedimento per attuare il movimento in avanti è sempre lo stesso: L – D; L – D;… Prima L apre la strada, poi nel comando successivo D conferma la stessa cosa.
Tutto questo l’abbiamo potuto verificare sui temi del divorzio, della famiglia, dell’aborto, delle iniziative LGBT, ecc.
Controllare il sistema educativo
Il controllo del sistema educativo è l’obiettivo fondamentale di ogni regime, compresa la democrazia liberale.
Le nuove generazioni devono essere educate al blocco L-D.
Tutto ciò che non è conforme alle principali linee guida viene dichiarato di “estrema destra” e deve essere allontanato.
È significativo quanto accaduto in una scuola media tedesca. La studentessa Loretta aveva condiviso sui social media un video della nascita di Alternativa per la Germania ed aveva aggiunto che la Germania era la sua casa e non solo un territorio. Il commento era arrivato alle orecchie del direttore della scuola, lo stesso che chiamò la polizia e tre agenti: è ancora la STASI? – La portano fuori dall’aula per interrogarla.
Apparentemente è troppo radicalizzata.
Quando i cittadini cominciano a stancarsi della solita vecchia storia, compaiono alcuni partiti o movimenti alternativi; li chiameremo P. Il sistema (cioè, quelli che stanno sopra ogni singolo Paese, soprattutto nell’Occidente ed i suoi satelliti, perché la stessa cosa accade in Germania, Danimarca, Portogallo, Spagna, Italia, ecc.) prima li ignora, e se crescono al punto da poter alterare l’equilibrio tra L e D, allora il sistema ricorrerà a misure più forti.
In tutti i paesi dell’UE, i blocchi L-D possono sempre avere – finora – più del 50% dei voti, fino all’80% e, talvolta, anche di più.
È difficile per loro raggiungere la maggioranza assoluta, quindi uniscono le forze con uno dei partiti del restante 20%. Con loro andrà la sinistra, incline ai partiti più estremi, che sono sostanzialmente della stessa famiglia, con la differenza che osano dire quello che pensa solo L.
Quindi L ha la scusa che non sono così radicali, ma questo li aiuta a implementare un programma ancora più estremo di quello che osavano dire prima: cioè, se dobbiamo governare in coalizione con loro, dobbiamo accettare le loro proposte più radicali. D, al contrario, non si coalizza mai con l’estrema destra, ma soltanto con alcuni partiti nazionalisti (ad esempio, il Partito Serbo in Croazia, Catalano o Vasco in Spagna, ecc.) o con un partito di centro.
Per il resto, il sistema non ha problemi con i partiti di estrema sinistra come Mozemo in Croazia, Podemos in Spagna, i Verdi in Germania, i comunisti in Portogallo, ecc., perché tutti loro, a turno, difendono le posizioni globaliste del sistema.
Come vanno le cose nel Regno Unito
L’estremismo è “la promozione o l’avanzare di un’ideologia basata sulla violenza, sull’odio o sull’intolleranza, il cui scopo è:
- negare o distruggere i diritti e le libertà fondamentali altrui; o
- indebolire, invertire o sostituire il sistema britannico di democrazia parlamentare liberale e diritti democratici; o
- creare deliberatamente un ambiente permissivo affinché altri possano raggiungere i risultati in 1) o 2).
In altre parole, l’unica cosa che conta è chi ha il potere e chi lo esercita. Per loro, gli estremisti sono coloro che possono minacciare la loro posizione o il loro blocco politico. I britannici critici sono estremisti secondo la definizione stessa del governo, che rifiuta di consentire ad altri gruppi di partecipare al processo democratico e può mandare in prigione delle persone per aver criticato le azioni e le politiche del governo.
E se neanche questo dovesse funzionare, allora la combinazione dei blocchi LD-D potrà proporre la messa al bando del nuovo partito P – che difficilmente andrà contro l’agenda globalista nella sua totalità, ma solo parzialmente – che sta iniziando a disturbare, o addirittura formare una grande coalizione L – D solo per fare in modo che P non salga al potere.
Un esempio è quello che fanno con Alternativa per la Germania (AfD) e lo stesso con VOX in Spagna, CHEGA in Portogallo (dove subito dopo le ultime elezioni, il blocco L-D ha formato una grande coalizione; D per due anni, e poi L guiderà il governo per altri due anni; il tutto per isolare il crescente CHEGA).
La situazione è un po’ diversa nei Paesi Bassi con il partito di Wilders, contro il quale non ci sono più due blocchi forti che hanno subito un grande declino e anche insieme non riescono a raggiungere la maggioranza assoluta, ma la mentalità liberale si è talmente infiltrata negli olandesi che un numero sufficiente di altri piccoli partiti non vogliono sostenere Wilders, il quale, anche se dovesse vincere le elezioni (37 su 150 deputati), non sarebbe in grado di ottenere gli altri 39 voti.
La Chiesa contro l’AfD tedesco
Il sistema utilizza tutti gli elementi e le istituzioni possibili della società per promuovere lo stesso pensiero e la stessa politica. Devi votare come ci si aspetta che voti. Non secondo i tuoi criteri, ovviamente.
Nel frattempo, è in corso il processo di sostituzione della popolazione. In Germania, ad esempio, vogliono dare la possibilità agli immigrati di votare il prima possibile, perché il sistema sa benissimo dove andranno a finire i voti di chi, una volta entrato, riceverà tanto dal Paese che li accoglie. I media, con la canzone commissionata, dicono che servono per lavorare; ma la realtà mostra che solo il 20% di coloro che sono arrivati con la cosiddetta ondata di rifugiati nel 2015 lavorano.
Negli Stati Uniti il sistema consente anche agli immigrati che non hanno la cittadinanza di votare alle elezioni, solo se sono registrati nel censimento della popolazione. Durante l’amministrazione Biden, gli Stati Uniti hanno finora accolto 9 milioni (!) di nuovi immigrati clandestini.
Alcuni di questi gridavano “Biden, Biden!” mentre passavano illegalmente dal Messico agli Stati Uniti.
Tuttavia, un gran numero di europei generazionali o “etnici” – al sistema non piace il termine “etnia” quando applicato alla popolazione nativa – pensa che questo gioco continuerà. Che sia domani o dopodomani che voteranno L o D, a seconda del Paese, o qualche altro partito satellite del blocco. Per poi continuare con lo stesso gioco di lotte parlamentari di sempre. E dopo quattro anni, di nuovo la stessa storia.
Incitamento all’odio, secondo i canadesi
La democrazia in cui viviamo non permette alle persone di votare senza prima aver insegnato a pensare e votare di conseguenza. Per evitare che certe opinioni si diffondano, se necessario, dovrebbero essere vietate. In questo modo è molto probabile che non ci saranno sorprese nelle elezioni. E se ci saranno, allora saremo un po’ più a disagio, se necessario. Tutto questo mentre si parli con la bocca piena di libertà.
Ma è finita. La storia è finita.
L’Europa, come la conoscevamo diversi decenni fa e nella quale siamo nati, non esisterà più nemmeno tra 10 anni. Ci sono un paio di eccezioni, guidate dall’Ungheria (e quanto tempo potranno sopravvivere in un ambiente del genere?), ma anche la Croazia entra a pieno titolo nel cuore degli sviluppi europei descritti.
E l’Italia è già allo stesso livello della Spagna, avvicinandosi rapidamente alla situazione francese. Di questo passo non sappiamo se la Francia o l’Inghilterra avranno solo cinque anni per continuare a far parte di ciò che erano una volta, mentre la stessa sorte attende adesso i paesi più omogenei (Ungheria o Slovacchia hanno in linea di principio più tempo), la stessa sorte, solo che con una differenza di pochi – non molti – anni in più.
Altre nazioni (questa parola si sente sempre meno) stanno seguendo il ritmo delle prime.
Un modo civile per risolvere i problemi sociali è la politica. Ecco che, soprattutto in questo momento storico, servono coraggio e determinazione. E, soprattutto, il lavoro culturale di trasformazione della mentalità. Perché se i crescenti problemi non vengono risolti politicamente, rimangono solo due opzioni: il caos ed i conflitti civili dall’esito incerto, oppure il destino dei bianchi in Sud Africa come prospettiva molto più probabile per le nazioni.
Milenko Bernadic