Alabama: la sentenza storica che riconosce gli embrioni come persone – La vita umana non ancora nata è sacra, ha affermato il giudice Tom Parker. Crediamo che ogni essere umano, fin dal momento del concepimento, è fatto a immagine di Dio, creato da Lui per riflettere la Sua somiglianza.
La Corte sostiene che la norma va applicata a tutti i bambini, nati e non nati, senza limitazioni e che non è suo compito definire una nuova limitazione basata sulla nostra visione di ciò che è o non è saggio per l’ordine pubblico.
La luce dell’Alabama
È stata questa la sentenza emessa il 16 febbraio dalla Corte Suprema dell’Alabama, negli Stati Uniti, stabilendo che gli embrioni congelati sono persone e che di conseguenza si può essere considerati responsabili della loro distruzione.
La decisione ha già avuto il suo impatto anche a livello medico, come, ad esempio, la sospensione temporanea della fecondazione in vitro (IVF) da parte dell’Università di Birmingham per timore che pazienti e medici possano essere perseguiti penalmente o subire danni punitivi.
Siamo rattristati dal fatto che ciò avrà un impatto sui nostri pazienti che stanno cercando di avere un bambino attraverso la fecondazione in vitro, ha affermato l’università di Birmingham in una nota, ma dobbiamo valutare la possibilità che i nostri pazienti e i nostri medici possano essere perseguiti penalmente per essere stati sottoposti o aver eseguito determinate procedure.
Una sentenza emersa in uno scenario in cui almeno undici stati, nelle loro leggi, hanno considerato l’essere umano tale sin dalla fecondazione, e in cui altri pensano ad ulteriori restrizioni sull’aborto e sulla riproduzione.
La Haley si schiera con la vita
Una decisione che, inevitabilmente, ha avuto i suoi effetti anche nel mondo politico in vista delle elezioni del 2024.
Per me gli embrioni sono dei bambini, ha dichiarato la candidata repubblicana Nikki Haley che, infatti, si è detta d’accordo con la posizione della Corte Suprema degli Stati Uniti.
Quest’ultima deciderà anche se limitare l’accesso a un farmaco abortivo, pronunciandosi sull’argomento per la prima volta da quando ha rovesciato la ‘Roe v. Wade’ nel 2022.
Sulla base di quanto è stato riportato dal New York Times, la sentenza riguarda tre coppie che hanno fatto causa al Center for Reproductive Medicine, una clinica per la fertilità di Mobile (città nel sud ovest dell’Alabama), per aver distrutto inavvertitamente i loro embrioni, e che sostenevano di avere diritto a danni punitivi ai sensi di una legge del 1872 sull’illecita morte di un minore.
Inizialmente due tribunali statali di grado inferiore avevano dichiarato che gli embrioni non sono persone, ma la Corte Suprema dello Stato ha ribaltato la situazione annullando quelle sentenze, affermando che gli embrioni rientrano esattamente nella definizione di minore dell’Alabama, e che di conseguenza le cause legali per negligenza possono procedere.
Anche in Italia il fronte ProVita va all’attacco
Tutto questo mentre in Italia, precisamente in Piemonte, sono stati stanziati oltre 400mila euro per progetti diretti a far sì che si ricorra il meno possibile all’aborto.
Mentre in varie città d’ Italia, come successo a Pisa, continua la rimozione dei manifesti di Pro-Vita.
La nuova campagna di Pro-Vita
Ma il movimento non demorde, infatti, mercoledì scorso, a Modena, sono apparsi poster con l’immagine di un embrione.
La stessa associazione ha confermato di aver avviato una campagna di affissioni, già partita a Roma, e in varie città d’Italia.
Il messaggio è lo stesso per tutti: 9 biologi su 10 mi riconoscono come un essere umano. E tu?
Lo scopo di Pro Vita è chiaro: riconoscere l’umanità del concepito.
Vogliamo sensibilizzare l’opinione pubblica e la politica su ciò che dice la scienza in merito al riconoscimento dell’umanità del concepito, si legge in una nota dell’associazione Pro Vita&Famiglia, che ha aggiunto: Il 96% dei biologi, su un totale di oltre 5.500 specialisti intervistati, riconosce l’umanità del concepito e che la vita inizia nel momento della fecondazione.
Chiediamo al Parlamento, in particolare, di approvare i disegni di legge come quelli dei Senatori Menia (FdI), Gasparri (Fi) e Romeo (Lega), già presentati al Senato, alcuni dei quali propongono di modificare l’articolo 1 del Codice civile al fine di riconoscere proprio la capacità giuridica del concepito.
La dichiarazione di Marco Garuti di Pro Vita&Famiglia
Marco Garuti, referente del circolo territoriale di Modena di Pro Vita&Famiglia onlus, ha affermato: La ricerca da cui abbiamo preso i dati, ‘The Scientific Consensus on When a Human&Life Begins’, pubblicata su ‘Issues in Law & Medicine’ nel 2021, ha coinvolto 5.577 biologi di 1.058 istituzioni accademiche di tutto il mondo, e di recente abbiamo appurato, con un nostro sondaggio nazionale, come gli italiani siano d’accordo, poiché ben il 64% è favorevole al riconoscimento dei diritti inviolabili dell’uomo ai nascituri.
Il referente ha poi aggiunto: La nostra campagna vuole contribuire a una vera e propria metamorfosi culturale e sociale che riconosca la persona umana fin dal concepimento, promuovendo una società davvero inclusiva. Non c’è un prima o un dopo: i diritti umani nascono nel grembo materno.
La sindrome post-abortiva
I cosiddetti garanti dei diritti delle donne considerano queste battaglie come una violenza contro l’universo femminile, giocandosi la carta della gravidanza in caso di stupro o che possa comunque mettere in pericolo la salute psicofisica della gestante, omettendo però, per svista o perché semplicemente verità scomode, le conseguenze devastanti che un aborto, sia esso naturale o indotto, può provocare sulla donna.
Si sta parlando della SPA: Sindrome post-abortiva.
Essa riguarda una serie di disagi che possono emergere subito dopo l’interruzione oppure dopo anni e può rimanere quindi latente per molto tempo.
Una sindrome che, in linea teorica, viene fatta rientrare all’interno dei disturbi post-traumatici da stress, essendo l’IVG un evento traumatico in grado di creare un marcato stress e disagio.
La SPA, infatti, può comportare: disturbi emozionali (ansia, depressione, ecc.); disturbi della comunicazione, del pensiero; disturbi dell’alimentazione; disturbi della relazione affettiva e della sfera sessuale; disturbi neurovegetativi; disturbi del sonno; disturbi fobico-ansiosi; flashback dell’aborto.
Situazioni che, sicuramente, non rappresentano un bene per la salute psicofisica della donna.
L’importanza della prevenzione
Di conseguenza, se proprio si vuol parlare di difesa delle donne, si inizi a far di tutto affinché si possano prevenire, e quindi evitare, esperienze simili che segnano il corpo e l’anima di chi le vive.
Si inizino a fornire supporti psicologici che accompagnano la donna durante la gravidanza anziché quando il trauma si è già consumato, aggiungendovi anche il supporto economico, visto che i figli non nascono coi soldi in tasca.
Si inizi semplicemente ad applicare quanto previsto dalla Costituzione che, infatti, Protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo.
Nemes Sicari
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