Siamo sicuri che quel che ci viene propinato dai media occidentali sulla situazione attinente allo scontro in atto tra Russia e Ucraina corrisponda al vero e non sia, invece, adulterato da una propaganda che, almeno dalla II Guerra Mondiale, inquina ogni modo di ragionare liberamente? Io ne sono certo.
Ne sono certo non solo perché mi preoccupo di ascoltare altre fonti, ma anche perché, in barba ad una martellante campagna di stampo propagandistico, cerco di far funzionare il buonsenso, quello al quale mi ha addestrato mio nonno, e che è il miglior rimedio all’ubriacatura da propaganda.
Ne sono certo perché i dati che possiamo toccare con mano sono evidenti:
Le Sanzioni
Per ora le sanzioni stanno facendo male (molto male) a noi – non alla Russia – e se, come sostiene qualche papaverone della UE, le sanzioni sono destinate a far sentire il loro peso a lungo termine, sai che consolazione se fra due o tre anni Putin sarà in affanno.
Per ora la Russia ha conquistato, impiegando solo l’artiglieria e la fanteria meccanizzata, una fetta di territorio pari, più o meno, alla superficie dell’Inghilterra e ha conseguito quello che era il suo obiettivo militare di primo tempo: in pratica, conquistare il Donbass e congiungerlo con la Crimea. Ed è riuscita a fare questo economizzando le sue forze di fronte a un nemico vezzeggiato, addestrato ed equipaggiato dalla NATO e adesso anche guidato in battaglia e sostenuto da un apparato intelligence militare (non suo) che, usando i satelliti, lo informa dei movimenti delle truppe russe e gli fornisce le coordinate degli obiettivi da colpire.
Eppure, la controffensiva di Kiev, anche se i nostri media la esaltano come gli Austriaci avevano esaltato lo sfondamento di Caporetto, è considerata da tutti gli esperti un fuoco di paglia. Soprattutto perché l ‘Armata Russa (non più Rossa) ha come direttiva quella di preservare al massimo l’incolumità dei propri soldati.
La Sfida di Putin
Ed eccoci all’attualità più recente con Putin che – dimostrando non solo di essere saldamente in sella, ma anche di aver le idee dannatamente chiare e di saper prendere in contropiede quell’accozzaglia di politicanti UE di serie «B» – richiama 300 mila riservisti già sperimentati su teatri operativi e indice il referendum per l’annessione del Donbass, lanciando così un chiaro segnale, della serie «che ne dite, ne vogliamo parlare!?». Segnale che solo Biden (una volta tanto sveglio) sembra aver colto, richiamando Zelenski a minor sfrontatezza.
La Baionetta NATO
Forse i nostri politici (ma che dico i nostri!? I politici nostrani sono fuori gioco e non toccano palla da un bel po’ di tempo, sono ignorati per manifesta incompetenza!). Forse i politici della UE avrebbero dovuto leggere un volume del 1975 scritto da R. Nixon, intitolato «La vera guerra» in cui l‘allora ex Presidente degli USA – già silurato dal famoso «caso Watergate», spiegava che i sovietici usavano l’Armata Rossa (non Russa) come una baionetta per sondare fino dove potevano affondare la lama.
Ebbene Putin, già dirigente del KGB, capito il gioco della NATO, ha temporeggiato lasciandosi punzecchiare dalle baionette e poi ci ha messi davanti al fatto compiuto. In pratica ha applicato in maniera inversa quel gioco che applicavano i papaveroni dell’URSS. Chi è messo a mal partito ora non è la Russia ma la UE, dopo essersi spinta così avanti nella provocazione e nel coinvolgimento di materiali, soldati e contractors a lei riconducibili. Ora si fa sul serio: Putin mobilita più forze e si consolida nei territori occupati, anzi, liberati, e lascia intendere che ora si può anche dialogare. Cosa intende fare quel grand guignol che l’Occidente atlantista ha allevato e nutrito, elevandolo al rango di eroe della libertà?
Le Reazioni dell’Occidente
Staremo a vedere come reagiranno Biden, la UE, la Gran Bretagna e la NATO di fronte a questo improvviso cambio di scenario … L’impressione è che Biden abbia intenzione di schiacciare un pisolino e, effetto domino, la Gran Bretagna flemmatizzerà i suoi ardori, la UE farà finta di niente e la NATO pure, accontentandosi di rimanere in una Ucraina ridimensionata sia nel territorio che nelle sue pretese, vittima di un burattino pilotato a dovere per vedere fino dove USA (a trazione Dem)/GB/UE e NATO potevano spingersi verso Est.
E dire che il 17 marzo scorso, secondo gli esperti occidentali, la Russia avrebbe dovuto entrare in «default» …
E cosa pensare di chi ancora sostiene che la Russia è in affanno e che Zelenski è un eroe della libertà.