Bologna: La doppiezza togliattiana del PD – Il Comune di Bologna respinge le accuse della comunità ebraica di Bologna e conferma gli appuntamenti culturali ai quali è stato invitato Omar Barghouti, attivista non violento palestinese e molto attivo nella campagna di boicottaggio politico ed economico dello Stato di Israele.
Di per sé, la notizia è positiva e dimostra come, almeno su questo tema, la Sinistra tenti di tornare a fare la Sinistra.
Due pesi e due misure
Quel che non si comprende, però, e suscita non poche perplessità, è il fatto che analoga liberalità culturale non sia stata evocata quando qualcuno decise di proiettare anche sotto le Due Torri il film “il Testimone”, additato come pellicola di “propaganda putiniana”.
Non è questione di fare le punte alle matite, ma di capire come la politica estera, invece di essere declinata alla luce degli interessi nazionali e in base a un principio di indipendenza, in Italia venga sempre e solo piegata agli interessi “interni”, quando non proprio a quelli di “fazione”, anche minima.
Lo stop vergognoso a “il Testimone”, infatti, è stato imposto anche e sopra a tutto per giustificare la frattura politica col gruppo ecologista presente in Comune e che, fino a qualche momento prima, pur non esprimendo assessori nella giunta di Matteo Lepore, era parte della maggioranza a Palazzo d’Accursio.
La linea Elly Schlein
Inoltre, da questo punto di vista, Lepore si è fatto interprete della “linea Elly Schlein” che, per quanto riguarda il conflitto russo-ucraino, è ispirata alla massima: “non disturbate la conducente”, permettendo a Giorgia Meloni di proseguire per la sua strada senza particolari problemi da parte dell’opposizione, ma, primariamente, senza disturbare i circoli internazionali legati al Partito democratico americano, di cui la Schlein è stata attivista entusiasta e che pure esprime ancora un gradito presidente degli Stati uniti.
Di contro, la “macelleria messicana” che sta avvenendo nella Striscia di Gaza solleva sempre più indignazione anche nella comunità politica progressista mondiale, col presidente brasiliano Luiz Ignacio Lula che addirittura si appresta a rompere le relazioni diplomatiche con Tel Aviv.
Patto con Meloni
Per altro, su questo “dossier”, la Schlein ha stretto un curioso e misterioso patto parlamentare proprio con la Meloni, la quale, a dispetto dell’atteggiamento tetragono a favore di Israele, ha permesso alla principale avversaria di far passare a Montecitorio un documento un po’ meno fazioso e più “pacifista” sulla Palestina.
Atteggiamenti contraddittori, dall’una e dall’altra parte, che dimostrano solo l’inadeguatezza generale della classe politica italiana, sempre alla smaniosa ricerca di una “legittimazione internazionale” per mascherare la pochezza politica e intellettuale che è capace di esprimere sia nella gestione del potere sia nel contrasto del governo, a seconda della posizione che gli elettori assegnano alle due maggiori coalizioni.
In altre parole, non c’è niente di nuovo, sotto il cielo di Bologna e del Paese, nemmeno nella Sinistra.
Tutt’al più̀, la conferma di un vecchio vizio comunista da parte del Pd: quello della doppiezza togliattiana.
Anche se, ad ascoltare Omar Barghouti, in questo momento, ci si può andare comunque volentieri
Massimiliano Mazzanti
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