Stefano delle Chiaie e Avanguardia Nazionale. L’onore più forte delle calunnie – Proponiamo ai nostri lettori la trascrizione di un’intervista radiofonica disponibile qua fatta all’amico Carlo Persano che ringraziamo per averci dato la possibilità di pubblicarla in forma testuale.
Il lettore ci perdonerà lo stile colloquiale ma abbiamo voluto rendere il testo il più attinente possibile alla forma verbale.
In questa puntata parliamo di personaggi che riteniamo importanti e fondamentali per la storia d’Italia e non solo e nello specifico con te volevo chiacchierare di Stefano delle Chiaie perché è un personaggio veramente incredibile e soprattutto vorrei riallacciarmi molto a quello che tu hai scritto in quel tuo bellissimo libro dove si ricorda la figura di Stefano perché hai scritto delle cose che a mio parere vanno sia ricordate che specificate.
Un ritratto di Stefano delle Chiaie
L’impressione che ho avuto io nell’osservare tutta una serie di situazioni e anche lui come persona… Diciamo l’elemento che più mi contrastava con la vulgata normale di tutti i media, era che era una persona buona. Si, Stefano era un buono. Diciamo che si faceva anche un po’ trascinare dalla cattiveria ma non era incattivito.
Non era neanche incattivito con tutto quello che gli era successo. Era un buono, era una persona che prima di tirare uno schiaffo ad uno ci pensava mille volte. Non ho mai sentito che ne abbia tirato uno.
Credo ci pensasse diecimila volte. Dava l’impressione di essere un personaggio così da scontro, oppure che poteva così prendere decisioni incisive.
Io ho visto che era tutto il contrario. Non so come era da giovane, non so dire ma quando l’ho conosciuto io non credo che un carattere si possa modificare così tanto in poco tempo.
Però era una persona che aveva il rispetto della vita umana ma anche della persona umana.
I presunti poteri forti
Hai centrato un aspetto che veramente faceva parte di Stefano. Io l’ho conosciuto tardi ma sicuramente l’impressione era questa, poi nell’immaginario Stefano Delle Chiaie era un personaggio incredibile e avere l’onore di conoscerlo. Puoi confermarmi che aveva l’abitudine di trattare tutti alla stessa maniera, nel senso che lui non faceva differenziazioni nei rapporti umani e questa era una cosa senz’altro bella, e poi volevo chiederti un tuo giudizio sul mito di Stefano, perché io lo ritengo un mito così al servizio dei poteri forti, usiamo questo termine per non usarne altri, perché se Stefano fosse stato, avesse avuto tutti questi poteri forti dalla sua, non avrebbe fatto nella sua vita anche con difficoltà economiche enormi, con difficoltà di tutti i tipi giustamente.
Nel tuo libro lo racconti molto chiaramente.
Carlo: Questo era uno degli aspetti che mi ha stupito di meno perché la vita di un rivoluzionario secondo me, da sempre o almeno diciamo da quando viene definito rivoluzionario, parliamo dall’ottocento in poi, era sostanzialmente persecuzione giudiziaria e lui ce l’ha avuta, attentato fisico alla persona e lui li ha avuti perché, non foss’altro per quella operazione cosiddetta Pall Mall (dalla marca di sigarette fumate dal leader di AN) secondo me non era fatta per catturarlo vivo, quindi il secondo diciamo l’attentato fisico.
Poi c’erano le privazioni perché la vita di un rivoluzionario è fatta di privazioni enormi, io non so se lui in tutto il tempo che è stato esule ha mangiato due volte al giorno tutti i giorni, infatti, era magro poi quando è arrivato in Italia è ingrassato.
Le calunnie contro il leader di Avanguardia Nazionale
E poi queste sono le prime tre cose, e poi c’era l’ultima se vuoi era l’aspetto al quale si è preparati sempre un po’ meno che è la calunnia.
Un rivoluzionario viene calunniato perché appunto il nemico del rivoluzionario deve distruggere l’immagine del rivoluzionario se diventa una persona che dopo che in tanti l’hanno conosciuto e hanno iniziato a pensare -ma Stefano non è assolutamente come lo descrivono, è tutto il contrario- è chiaro che invece l’obbligo del controrivoluzionario, di chi vuole sopprimere la rivoluzione è quello di calunniare, che secondo me la calunnia è un’arma notevole e notevolmente efficace perché la calunnia secondo me non è rivolta al pubblico che guarda il rivoluzionario, alle persone diciamo che guardano da fuori e che non vogliono farsi coinvolgere, perché per quelle bastano le menzogne normali per le quali si attribuisce un’ideologia malvagia per la quale si attribuiscono azioni mai fatte, azioni diciamo politiche mai fatte.
Invece secondo me la calunnia purtroppo a saperlo prima così, i gruppi si potevano difendere meglio, la calunnia era diretta più ai camerati dei rivoluzionari in questo caso, alle persone militanti, alle persone che combattevano, perché era importante inculcare il dubbio in queste persone, il dubbio che non fosse poi una persona così pulita, che alla fin fine era uno che faceva accordi per chissà quali vantaggi.
In quegli anni non sono stati pochi gli episodi di diffidenza e se parlo di diffidenza diciamo, dico anche una parola leggera. Ci sono stati dei veri e propri processi interni contro alcune persone.
Sei molto educato Carlo, sì assolutamente. Io non ho mai fatto parte di Avanguardia Nazionale ma mi onoro di aver conosciuto Stefano e di avere parecchi amici fraterni di Avanguardia Nazionale e quello che mi ha sempre disturbato di più è mormorio costane attorno alle attività di AN.
Il capitolo del Sud America
Mi stupisce come anche alcuni camerati che si stupiscono di come faceva a parlare con il governo boliviano e con i venezuelani.
Per farlo doveva avere dei rapporti con i servizi. Non capiscono che una figura come Stefano, della sua caratura prendeva, andava e parlava con tutti. Poi la gente capiva che lui era una persona incredibile e poi via via arrivava dove voleva arrivare. Come poi dici giustamente tu in Bolivia era considerato un rivoluzionario di primo ordine, forse superiore al Che.
Carlo. Ma lo equiparavano al Che, comodamente lo equiparavano al Che. Cosa aveva lui di superiore secondo me?
Io ho studiato la figura del Che ma Stefano aveva delle enormi intuizioni di carattere economico.
Lui capiva l’economia, la capiva molto facilmente pur non avendo fatto degli studi specifici, probabilmente si sarà letto delle cose, avrà seguito molto la storia che, come sappiamo, si ripete
Lui in quel tempo non parlava di poteri forti, c’era un altro lessico ma era sempre la stessa roba.
La mente economica
Eppure, lui fiutava e capiva subito dove si indirizzava diciamo l’elemento economico e questo, come probabilmente stavi intendendo tu, quando lo portava a parlare con qualche deputato, che lui chiedeva di incontrare, lo favoriva perché riceveva notizie, riceveva spiegazioni, e quindi si arricchiva di questo dialogo.
Il dialogo economico non è un dialogo che reggono tutti. Lui lo reggeva con chiunque. Era veramente molto forte in questo, molto forte.
Io adesso così leggo perché sono anche un po’ appassionato di economisti di vario tipo ma questi trattano l’economia con la stessa competenza e la leggerezza che ho sentito da lui.
Tornando alle calunnie
Volevo solo fare una chiosa all’argomento di prima, per quanto riguarda le calunnie che ha dovuto subire Stefano.
Tutti i rivoluzionari che ci sono stati in quegli anni che furono calunniati di collusione, di contatti con i servizi ecc.ecc. purtroppo, quando non contava più, tutti i nodi sono venuti al pettine.
Perché tutti questi personaggi si è visto che vivevano di pochissimo e che hanno continuato a vivere di pochissimo durante gli ultimi anni della vita.
Senza soldi, ancora sempre con privazioni e quindi tutti questi agganci, tutti questi favori, tutte queste ostriche e champagne che dovevano dare tutti questi contatti di quel tipo, sono crollati miseramente.
Però purtroppo quando ormai non c’era più pericolo. Perciò oggi ormai a chi interessa capire se era veramente una persona pulita?
Il libro Un meccanismo diabolico
Su questo aspetto c’è una cosa che Stefano scrisse insieme ad Adriano un famoso libro – Un meccanismo diabolico – dove fu pesantissimo su una serie di personaggi e fatti e dimostrò inequivocabilmente che tutte queste erano menzogne e si è sempre reso disponibile a un confronto.
Questo libro è passato fondamentalmente in sordina e nessuno ha mai voluto fare un confronto.
Hanno avuto la fortuna che non c’era più una grossa sensibilità su determinati argomenti, perché è giusto come stiamo facendo noi ed è meraviglioso l’intento della tua trasmissione cioè rendere giustizia a chi ha vissuto una vita da rivoluzionario come lui.
Però diciamo che io adesso non so se la storia insegnerà qualcosa alle nuove generazioni o se salterà qualche nuova formula, la prima cosa che direi se qualcuno volesse mai riprendere la strada della rivoluzione è – attenzione ragazzi guardatevi dalla calunnia – è il pericolo peggiore in assoluto secondo me.
Chiaramente stiamo parlando di una rivoluzione culturale questo bisogna sottolinearlo.
Ed è proprio la rivoluzione culturale quella che vogliono distruggere, vogliono eliminare il ricordo dal punto di vista della proposta ideologica e culturale. È chiaro che è quella la cosa più importante per loro.
La cosa più importante e la cosa di cui hanno più paura, e questo Stefano secondo me lo aveva compreso, perché anche tutto il lavoro di contro informazione, la mitica Publicondor fu un lavoro incredibile.
Poi per mille motivi non poté andare avanti, ma anche la necessità di fare controinformazione fu fondamentale e Stefano l’aveva.
Mi sentivo più libero quando ero in carcere
Poi un’altra cosa, una considerazione finale ti chiedo, tu giustamente dici in alcune situazioni tanti erano vestiti con i vestiti che si trovavano.
Invece Stefano era sempre pulito, era sempre impeccabile, ci teneva tantissimo alla sua figura, alla sua rappresentanza.
Però non lo faceva con spocchia, lui diceva che rappresentava qualcuno, perciò, doveva presentarsi in un certo modo. Poi ti chiedo un commento su una frase che mi disse Stefano, che mi disse a Milano, stavamo chiacchierando e mi disse – Sai Luca io mi sentivo più libero quando ero in carcere – Ma Stefano cosa stai dicendo? – -Sì perché in carcere dovevo badare a me, rispondevo solo di me stesso, invece quando ero latitante dovevo rispondere di un mondo e quindi ero meno libero –
Io non l’avevo mai sentita questa cosa però non è male come logica perché lui, lui ha cercato sempre di dare una immagine morale come capo.
Stefano secondo me ha sempre pensato che doveva essere il migliore dal punto di vista dell’immagine morale e anche nei fatti perché intanto possiamo dire una cosa: Avanguardia ha dimostrato perché ci sono stati degli arresti che anziché prendere i soldi come qualcuno diceva dallo stato, persone di Avanguardia hanno fatto una serie di finanziamenti – qualcuno le chiama rapine – ma quello erano.
Finanziamenti per mantenere i viaggi degli esuli, dei latitanti, delle famiglie, di quelli che perdevano il lavoro, degli avvocati che almeno le spese le dovevano ricevere.
La parola d’onore
C’era una spesa in tutto questo. Bene quando lui si trovava in un paese che lo ospitava, con il quale lui aveva fatto gli accordi che fanno gli esuli, lui per dire credo che lo abbia anche scritto, lui aveva incontrato delle delegazioni venezuelane, tra l’altro, sia di destra che di sinistra, alle quali si era presentato, alle quali come hai detto giustamente tu prima, aveva lasciato questa immagine e questa sorpresa di trovarsi un personaggio totalmente diverso da quello che veniva descritto.
Quindi poi quando andò esule in Venezuela, dove fu ospitato a lungo e quando si trovò con tutti gli esuli che erano arrivati anche loro in un posto dove potevano essere ospitati, quando arrivavano alla fame perché ogni tanto abbiamo detto che gli capitava anche questo, lui impediva che venissero commessi dei reati nel paese che li ospitava.
Faceva il ragionamento morale ovviamente -loro ci hanno ospitato, non possiamo andare a commettere dei reati a casa loro- quindi portavano la totale indigenza pur di non recedere dall’onore della persona che doveva rispettare un principio.
Chiaramente quando vedi che non riesci a mangiare la tentazione delle persone è forte, eppure lui riusciva a trattenere quella tentazione convincendoli che dimostrare quel tipo di onore era meglio che non saziarsi.
Redazione